Le sentinelle all'erta raggirate dalle metastasi

Le sentinelle all'erta raggirate dalle metastasi Gli ultimi studi sul cancro si concentrano sull'endotelio Le sentinelle all'erta raggirate dalle metastasi TRA sangue e tessuti esiste una barriera che regola gli scambi reciproci. A guardia di questa barriera stanno cellule che rivestono l'interno dei vasi e svolgono complesse funzioni di controllo: a mo' di doganieri, permettono o impediscono che elementi cellulari o molecole del sangue e dei tessuti passino da una parte all'altra senza essere accuratamente identificati e controllati, Queste cellule costituiscono l'endotelio. Alle cellule endoteliali si tende a dedicare grande interesse proprio perché svolgono innumerevoli funzioni vitali e costituiscono punto nodale in molte forme di patologia. Capire la complessa funzione dell'endotelio diventa sempre più di fondamentale importanza. Due esempi soltanto di malattie che dipendono dalla funzione dell'endotelio. La prima è ovviamente l'aterosclerosi che, direttamente o indirettamente, rappresenta il nemico numero uno dell'uomo, essendo alla base delle malattie cardiovascolari, infarto compreso. La seconda è il cancro che, seppure più indirettamente, riconosce in una specifica funzione dell'endotelio uno dei meccanismi che ne controllano lo sviluppo. Quale rapporto esiste tra endotelio e cancro? D. cancro, per svilupparsi, ha bisogno, al pare di tutti 1 tessuti, dell'apporto di sostanze veicolate dal sangue, ossigeno e molecole nutritizie. Se il tumore non viene vascolarizzato cresce poco e male. Per svilupparsi quindi deve attirare la crescita di vasi di nuova formazione con un processo chiamato di neoangiogenesL A questa funzione presiede l'endotelio che, stimolato da fattori di crescita e molecole attraenti in gran parte prodotte dal tumore stesso, prolifera dentro la massa tumorale e la irrora con tubicini capillari di nuova formazione. Il cancro riceve, dall'arrivo di sangue, nuovo impulso ■ a crescere. Credo sia chiaro a tutti che, se si riuscisse a impedire o ritardare selettivamente la neoangiogenesì, il tumore crescerebbe di meno o addiruttura smetterebbe di crescere. Il problema sta nell'identificare il fattore o i fattori prodotti dai tumori capaci di indurre la proliferazione delle cellule endoteliali che. in condizioni normali, non proliferano. Alcuni di questi sono conosciuti, altri solo sospettati. Sarebbe interessante capire il fine meccanismo dei recettori coinvolti nell'azione dei fattori di crescita. Un altro aspetto della biologia del tumori, se vogliamo ancora più inquietante, è il problema delle metastasi. Anche qui l'endotelio è punto nodale. Come tutti sanno, la malignità dei tumori è legata alla capacità di diffondere cellule neoplastiche che si fermano in organi vitali e ne minano le funzioni. Per ottenere questo scopo, le cellule neoplastiche devono lasciare la massa tumorale, attraversare un vaso sanguigno, penetrare nel circolo ed essere trasportate passivamente dalla corrente fino a raggiungere l'organo di destinazione. Qui attraversano in senso opposto la parete di un vaso, lasciano 11 sangue e filialmente prolife¬ rano nell'organo bersaglio. Questo è. molto semplicemente, il concetto di metastasi. L'endotelio segna anche qui il confine dal tumore al sangue e dal sangue al tessuto di destinazione: la cellula neoplastica deve, in qualche modo, riconoscerlo e attraversarlo sfruttando le proprie capacità in vp si ve e ingannando la buona fede del «doganiere> dei vasi. La cellula neoplastica è in verità aggressiva ma l'endotelio è ben equipaggiato per resistere alle aggressioni; lo è forse meno a subdole manovre della cellula neoplastica che imitano il normale transito di alcune cellule del sangue. E' probabile quindi che qualche fattore prodotto dal tumore interagisca con l'endotelio e lo renda in qualche modo più «appiccicoso» o più fragile cosicché le cellule tumorali possano Indisturbate esercitare le loro attitudini aggressive. Qualcosa cominciamo a conoscere dei meccanismi di riconoscimento tra cellule tumorali ed endotelio. Dati sperimentali ne esistono ma sono ancora scarsi e incompleti. Per fare 11 punto su questi e molti altri problemi legati alla biologia delle cellule endoteliali un gruppo di specialisti di tutto il mondo si è riunito a Cogne con il contributo della Valle d'Aosta, della Cassa di Risparmio di Torino e di numerose industrie. Il convegno si chiude il 4 febbraio ed è organizzato dallo European Artery Club', una libera associazione di ricercatori europei. Pier Cario Marchisio

Persone citate: Pier Cario Marchisio

Luoghi citati: Cogne, Torino, Valle D'aosta