Il cervo bramisce, la cerva ha l'estro

Il cervo bramisce, la cerva ha l'estro Interessante esperimento dell'Università di Cambridge sulla fisiologia dei segnali sonori Il cervo bramisce, la cerva ha l'estro NELLE radure dei boschi, in autunno, si possono udire i bramiti dei maschi di cervo (Cervua elaphus) in amore. I bramiti sono vocalizzazioni di bassa intensità, con una frequenza di base di circa 121 Hz. Ogni singola esalazione può includere da uno a nove richiami. Si ritiene correntemente che in questo modo 1 maschi segnalino la loro presenza e tengano assieme l'harem di femmine che vanno raccogliendo. I maschi di cervo impegnati in questa attività mantengono una frequenza di segnale media di due bramiti il minuto, durante le ventiquattro ore. La frequenza può però salire fino a otto bramiti 11 minuto nelle fasi che preludono allo scontro con un altro maschio. I bramiti vengono emessi anche in assenza di potenziali competitori. I maschi tendono a vocalizzare in particolare quando 'inseguono e raccolgono le femmine del loro harem oppure quando una nuova femmina si aggiunge al branco. I bramiti sembrerebbero quindi servire a più scopi, oltre a quello di allontanare altri maschi. Facendo un paragone con altre specie, è noto che gli uccelli con 11 canto regolano la competizione tra maschi, determinano le scelte del potenziale partner ed esercitano un'influenza sull'ovulazione. Il quesito che una ricercatrice inglese si è posta è se anche nel mammiferi, nei caso specifico nei cervi, segnali sonori possano, in modo diretto, influenzare il successo riproduttivo del maschi che 11 emettono. L'ipotesi di partenza era quindi quella che 1 bramiti dei cervi maschi, attraverso meccanismi neurofisiologici sottili, potessero influenzare il ciclo riproduttivo delle femmine. Il segnale del maschio si rivelerebbe in questo caso come uno stimolo, un sincronizzatore di meccanismi ormonali. Un branco di femmine di cervo, l'harem viene raccolto e ' tenuto sotto controllo da un maschio, con una strenua vigilanza, per un periodo di 3-4 settimane al massimo. Dopo questo periodo le condizioni fisiche del maschio iniziano a declinare e anche lo stallone più vigoroso perde terreno nei confronti dei maschi che prima agevolmente controllava. Il tempo durante il quale un maschio può esercitare un controllo pieno sul suo harem è dunque di vitale importanza per il suo suc¬ cesso riproduttivo. All'Interno di questo spazio temporale il comportamento del maschio e la neurofisiologia riproduttiva della femmina devono possibilmente trovare l'intonazione giusta perché avvenga il concepimento e si garantisca cosi la perpetuazione del patrimoni genetici. L'estro delle femmine dura per un breve periodo, da 12 a 24 gre. Se una femmina non è fecondata in questo lasso di tempo "potrà ritornare in estro dopo un intervallo di 18 giorni. Può quindi succedere che nelle 3-4 settimane che 11 maschio ha a disposizione per il pieno controllo e la fecondazione del suo harem circa il 20 per cento delle femmine non riesca a venir fecondato. Questo compito quindi passerà a altri maschi, quelli che hanno mancato la prima occasione per costituirsi un harem. E' quindi vantaggioso per il primo possessore dell'harem che esista un meccanismo fisiologico che anticipi e sincronizzi l'estro del suo gruppo di femmine, offrendo una soluzione ottimale al suo potenziale successo di stallone. Un regolare e persistente bramito potrebbe quindi adempiere alla funzione di segnale, allontanare i com¬ petitori, indurre cambiamenti ormonali e fisiologici che portino all'anticipo e alla sincronizzazione dell'ovulazione delle femmine dell'harem. Un esperimento condotto da Karen McComb dell'Università di Cambridge in una fattoria per l'allevamento di cervi in Nuova Zelanda sembra andare incontro a questa ipotesi. I suol risultati indicano che la presenza di un maschio, del suol bramiti, del feromoni, che emette, in associazione con il suo comportamento generale, anticipano e sincronizzano l'estro delle femmine. Se quindi il bramire ha questi effetti generali sulla fisiologia riproduttiva delle femmine, la selezione naturale dovrebbe favorire i cervi maschi che emettono bramiti possenti e opportunamente spaziati quando raccolgono o seguono il loro harem. In questo modo aumenterebbe la loro possibilità di fecondare quasi tutte le femmine presenti nel tempo a disposizione, prima che altri maschi, non estenuati da tre o quattro intense settimane di vigilanza, possano provvedervi. Il vantaggio per il maschio di.influenzare ormonalmente le femmine è evidente. Ma quale vantaggio può derivare alle femmine dal trovarsi ben intonate e recepire 1 segnali del maschio in amore? Una dissincronia con 1 segnali del maschio potrebbe far si che una femmina vada in estro quando nelle zona non c'è nessun maschio idoneo pronto a coprirla. L'estro, come dicevamo prima, dura un lasso di tempo molto breve e, in caso di mancata fecondazione, ricompare dopo 18 giorni. In questa seconda occasione le possibilità di venir fecondata verrebbero da maschi che hanno mancato la prima opportunità di costituirsi un harem e quindi potenzialmente più giovani o meno vigorosi. Per le femmine vi sarebbe anche un altro danno: la mortalità dei nati, che tende ad aumentare dell'I per cento per ogni giorno che si discosti dalla data di nascita media. La gravidanza nei cervi dura circa 233 giorni e uno spostamento di 18 giorni può essere significativo per le differenti condizioni ambientali e climatiche che il piccolo nato può dover affrontare. E' noto anche che la fecondità delle femmine che un anno hanno concepito in ritardo sembra subire un declino in quello successivo. Bruno d'Udine

Persone citate: Karen Mccomb

Luoghi citati: Nuova Zelanda, Udine