Attenti alle ceneri di carbone

Attenti alle ceneri di carbone Attenti alle ceneri di carbone VORREI trattare due aspetti particolari ma , preoccupanti connessi con le centrali a carbone. Il primo, che è 11 più marginale, riguarda le alte ciminiere di smaltimento dei fumi. . Da studi recenti infatti risulta che non sia l'anidride solforosa (SO2) a provocare danni all'organismo (come le bronchiti croniche), bensì prodotti da essa derivati, quali ad esempio i solfati. Questi prodotti si formano dall'ossidazione della SO2 sotto l'azione della luce e dell'umidità e quindi le alte ciminiere favoriscono tali processi chimici, poiché le loro emissioni gassose, spinte a notevole altezza, permangono nell'atmosfera per un tempo maggiore è hanno maggiore possibilità di trasformazione in prodotti nocivi. Allora, dirà qualcuno, dobbiamo fare piccole ciminiere? Il discorso sarebbe lungo, ma lo sì può troncare subito dicendo che è meglio non fare centrali a carbone. Il secondo aspetto è più grave e delicato. Il funzionamento delle centrali a carbone produce ceneri. L'uso delle ceneri «pesanti», dovrebbe essere vietato anche come sottofondo stradale poiché le ceneri pesanti contengono una notevole quantità di materiali tossici che a seguito del dilavamento delle acque piovane possono inquinare le falde acquifere e anche i terreni circostanti. Ma ben più pericoloso è utilizzare queste ceneri nei cementifici. E vediamo il perché. Le percentuali di uranio e di torio nel carbone sono mediamente e per difetto 2 ppm (parti per milione) e 4 ppm (carbone polacco e sudafricano, usato dall'Enel). Nelle ceneri le concentra¬ zioni aumentano di circa 10 volte, quindi sono dell'ordine di 20 ppm per l'uranio, da cui si ricava che la radioattività totale delle ceneri del carbone non è quel 6 pCi/g di cui a volte qualcuno parla. Questo è purtroppo un errore che fanno in molti e che si trova anche in alcuni testi: tale dato invece si riferisce all'attività specifica del solo U238, ma, in prima approssimazione, tale attività va moltiplicata per 10, poiché esistono i discendenti dell'uranio rilevanti agli effetti radiologici. In più, pur trascurando l'attività specifica dovuta all'U235 e ai «suoi figli», vi è ancora l'attività del torio 232, che è confrontabile con quella deU'U238. Vediamo infine gli effetti dell'uso delle ceneri di carbone in edilizia. Con semplicissimi calcoli si trova che la dose media dovuta al radlonuclldl delle famiglie dell'U e del Th presenti sempre anche nei nostri rossi mattoni porta ad un valore medio di 60 mrém/anno. Se noi 11 sostituissimo integralmente con ceneri di carbone avremmo un fattore moltiplicativo di 5, cioè 300 mrem/anno (nii si perdoni l'uso di questa unità di misura, ma per il momento è ancora la più chiara per i lettori). Ricordiamo, ora, che per la dose di esposizione da Rn222, l'unità di misura è WL e come dose Integrativa si usa il WLM. Da semplici calcoli controllati con misurazioni, si ricava che 11 livello medio di radioattività (appunto da Radon) in una casa è di 5mWL; ora assumendo 1WLM uguale 10 rem ai polmoni, l'uso di materiali a base di ceneri di carbone porterebbe ad aù>mentare di un fattore '6 questi livelli di dose già eccessivi, cioè a conti fatti si andrebbe da un valore medio 2rem/anno fino a 10 rém/anno ai polmoni. » Enrico Lorenzini

Persone citate: Enrico Lorenzini