La pittura del '900 senza schematismi di Francesco Vincitorio

La pittura del '900 senza schematismi Nella «Storia dell'arte» De Agostini i saggi di Rosei, Negri e Piergiorgio Dragone La pittura del '900 senza schematismi NEGLI ultimi tempi sono uscite varie storie dell'arte moderna e contemporanea. Come si sa, l'argomento interessa un numero sempre maggiore di persone e gli editori cercano di rispondere a tale crescente domanda. Libri via via più completi ed aggiornati, che spesso giungono fino ai nostri giorni. Ultima della serie, la Storia della pittura del XX Secolo, scritta per cosi dire a tre mani da Piergiorgio Dragone, Antonello Negri e Marco Rosei Essa conclude m.n collana di dieci volumi, edita dall'Istituto Geografico De Agostini, c. ha preso l'avvio dalla storia dell'arte del IV Secolo d.C. Riccamente illustrata, con tutte le immagini a colori e con esaurienti didascalie, è integrata da parecchi, r.npi •riquadri' che approfondiscono temi specifici, quali «Ti paesaggio e la veduta fauves e cubisti; le .cronache, della Briicke, della pittura futurista, delle avanguardie russe e del Surrealismo, nonché profili riguardanti Dada, Neoplastìcismo, Bauhaus, Abstraction-Création. Informale, fino all'arte cinetica e alla poesia visiva. Inoltre, una serie di letture critiche di un'opera significativa di Boccioni, Kandinskif, Mondrian, Duchamp. Mirò, Klee e Pirasso. Questa lunga elencazi'""' * sottolineare lo sforzo compiuto per offrire al lettore uno strumento realmente utile. Utile anche per le caratteristiche intrinseche dell'opera. In primo luogo, come si dimostra fin dal capitolo iniziale, dedicato alla crisi che a cavallo tra '800 e '900 dette origine all'arte moderna, il tentativo di evitare la consueta s/.;u'a di ismi. Cioè quelle schematizzazioni che, tra gli altri inconvenienti, hanno quello di far fuori, anzitempo, gli artisti. I quali, spesso, quando il movimento che li fece emergere si concluse, erano magari al principio del loro iter e rimasero felicemente operativi ancora per lungo tempo. Invece di tali schematizzazioni, in questo libro si è cercato di segJre puntualmente, direi passo per passo, in melo quanto più articolato possibile (molta attenzione è prestata, ad esempio, alle singole situazioni nazionali, al collezionismo e al mercato) le principali vicende artistiche di questo nostro secolo. Ci infatti nei tre autori, come essi .-tessi affermano, la consapevolezza che «le sintesi troppo drastiche e le generalizzazioni, seppur vere, costituiscono quanto di più fuorviante e di meno aderente alla realtà dei fenomeni e dei problemi effettivi si possa immaginare». Certo, seguire tale lunga vicenda, fin nei dettagli, comporta il rischio di appesantire la pagina, con troppi riferimenti, siano essi nomi o titoli di opere o date. In più. trattandosi di uno sviluppo complesso, pieno d'interferenze, a maglie molto fitte, col pericolo di perdere di vista il cosiddetto .filo rosso.. Ma qui entra in ballo l'abilità degli autori. E, a tale proposito, oltre alla ben nota valentia e preparazione di Rosei, mi sembra giusto mettere in evidenza il contributo dato dagli altri due autori. E, soprattutto, sottolineare l'esemplarità di alcuni loro capitoli. Come quello, ad esempio, scritto da Antonello Negri su .La continuità dell'Avanguardia.: eccezionalmente acute specie le pagine sul Dada in Germania e sulle avanguardie ovietiche. Come pure altri, egualmente assai lucidi, dovuti a Piergiorgio Dragone. Ad esempio, quello in cui tratta del trapasso dall'Informale all'arte concettuale. Per la verità, man mano che ci si avvicina ad episodi più recenti, forse inevitabilmente, la trattazione si fa un po' frammentaria. E si accentua il carattere cronachistico, con giudizi a caldo, naturalmente più o meno condivisibili. Tuttavia — e la cosa va rimarcata — sempre con quella tensione, oggi inusitata, che sottende tutto il volume. Una tensione che, per esempio, porta al recupero di nomi finora ingiustamente negletti: valga quello del torinese Piero Rambaudi nel capitolo .Dopo l'Informale.. Oppure provoca frasi veementi come quelle contenute nel capitoletto conclusivo, dedicate alle ultime generazioni di artisti. Come scrive Rosei- «Ricercati e lanciati in una vorticosa giostra fra mercato e promozione pubblica da una critica sempre più spregiudicata e imprenditoriale». Ritratto assai efficace di una situazione reale, abbozzato con coraggio, senza peli sulta lingua. Annotazioni che — come del resto in numerose altre parti del libro — costituiscono un po' il sale dell'intero discorso. Francesco Vincitorio Piergiorgio Dragone, Antonello Negri, Marco Rosei, «Storia della pittura del XX Secolo., De Agostini, 319 pagine, 57.000 lire.

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