Favole amare di Schettini

Favole amare di Schettini Un ritorno Favole amare di Schettini Aquasi vent'anni dalla morte, ritorna Mario Schettini con Le analogie favolose, (Marietti, pp. 123, L. 15.000), una raccolta dì favole e apologhi scritti tra il '66 e il '69. Napoletano di nascita e milanese di adozione, scomparso nel 1969 a cinquantun anni, scrisse romanzi, biografie e opere storiche. Se i suoi esordi narrativi, da H paese dei bastardi a I ragazzi di Milano, appartengono all'area del neorealismo, l'ultima fase della sua produzione è approdata a una vena visionaria e moralistica. Come scrive Geno Pampaloni nella prefazione, «più che favole sono racconti narrati in un'aria di favola», storie di naufragi, briganti, saltimbanchi e cercatori di tesori che si collocano fuori dalla storia, in una lontananza quasi mitica. Uomini, animali e piante diventano protagonisti di un'esistenza inattuale, anacronistica ma simbolica. L'opportunismo del maiale (.è meglio mangiare ed essere ammazzato che vivere e morire di fame*), un austero e superbo gallo cedrone, lo scoiattolo e la tartaruga che disputano sul talento, la natura impotente davanti alla forza dell'uomo, raccontano una storia che allusivamente ci riguarda. Massimo Romano

Persone citate: Geno Pampaloni, Marietti, Mario Schettini, Massimo Romano

Luoghi citati: Milano