Bollo auto i conti non tornano

Bollo auto: i conti non tornano Bollo auto: i conti non tornano Pensiamo che qualche parola possa commentare la triste vicenda del bollo degli autoveicoli che ha provocato, per molte centinaia di migliaia di automobilisti, la notifica di ingiunzioni fiscali di pagamento per presunta evasione. L'Automobile Club ha indicato all'ufficio del registro di Roma oltre 310 mila, persone che non avrebbero pagato il bollo nel 1983 e nel 1884, mentre a Torino i presunti evasori, per gli stessi anni, sarebbero stati circa 190 mila. Sono numeri da capogiro. Molti proprietari di autoveicoli hanno dichiarato di aver già pagato il bollo richiesto; alcuni hanno presentato la ricevuta e sono riusciti ad evitare gli effetti dell'ingiunzione; altri si trovano nell'impossibilità di fornire la prova del versamento, specialmente se effettuato tramite la posta; quest'ultima conserva la documentazione solo per due anni e non per tre. La Corte Costituzionale ha riconosciuto la legittimità della situazione, l'obbligo per 11 contribuente di conservare la ricevuta del pagamento del bollo per tre anni e, di conseguenza, di ripagare quanto già pagato qualora non sia in possesso della prova del versa¬ mento. Si tratta di una sentenza severa a carico del contribuente il quale non può dimostrare di aver già pagato e deve riversare l'imposta, non avendo più alcun senso l'eventuale sospensione .provvisoria.dell'esazione concessa dall'intendente di finanza. Ebbene, diamo atto alla Corte Costituzionale che non vi è nulla giuridicamente da ridire sulla sentenza poiché i contribuenti. dovevano conservare la prova dell'avvenuto pagamento. Ma non come contribuenti (che devono pagare, conservare la ricevuta e produrla quando richiesti), ma come cittadini pensosi dell'interesse generale ci sembra che qualche meccanismo non funzioni. Infatti, le ingiunzioni fiscali per l'imposta di bollo sono state emesse' su richiesta dell'Ad che, prima di richiedere, deve aver controllato l'inesistenza del relativo pagamento. Poiché diverse ricevute sono state presentate, noi vogliamo chiedere come seno stati tenuti 1 conti e come fanno a quadrare i totali In una contabilità ordinata, se un'imposta è pagata deve essere conteggiata, annotata e non più richiesta. Se è vero che il contribuente deve conservare per tre anni la ricevuta è anche vero che la pubblica amministrazione non deve chiedere due volte la stessa imposta; la ricevuta dovrebbe servire per casi sporadici, eccezionali, assurdi che non devono verificarsi e che, in una contabilità ordinata, non si possono verificare. Prima ancora di chiedere il pagamento e di presumere l'evasione, occorre il controllo della contabilità e se questo non è possibile, cambiare la stessa contabilità nella sua struttura. In altre parole, i conti non tornano: o le imposte sono state pagate e allora non debbono essere richieste o non lo sono state, almeno in parte, ed allora i totali sono incomprensibili. In ogni caso vi è qualcosa da riformare e ciò ci preoccupa non come contribuenti (perché la Corte non lo vuole), ma sempre come cittadini particolarmente interessati alla contabilità dello Stato, al controlli della stessa, alla sua credibilità, al fatto che non venga mai richiesta un'imposta già pagata. La domanda è legittima poiché — in fin del conti — si tratta di soldi nostri. Gianfranco Gallo-Orsi

Persone citate: Gianfranco Gallo-orsi

Luoghi citati: Roma, Torino