Finsider miliardi cercansi di Eugenio Palmieri

Finsider, miliardi cercansi Prodi ha discusso con il sindacato il piano siderurgico Finsider, miliardi cercansi Forse necessari diecimila miliardi per il salvataggio dell'acciaio pubblico - Alle somme da spendere perla ristrutturazione dovranno aggiungersi quelle per creare nuovo lavoro ROMA — Miliardi, tanti miliardi: 6500, 7800, oltre 10.000 se si includono anche le somme necessarie alla cosiddetta reindustrializzazione, l'Insieme delle Iniziative produttive che dovranno attutire l contraccolpi del «tagli» di posti di lavoro nella siderurgia pubblica. Ieri il presidente dell'Irt Prodi ha discusso a lungo con i sindacati 11 piano di ristrutturazione dell'acciaio di Stato. Alla fine si è deciso di separare 11 negoziato su due tavoli: con la Finsider si discuterà il riassetto della siderurgia, con l'Ir! le nuove iniziative industriali che saranno affidate a tre società: la Sofln, l'Iritech e la Spi. Il presidente dell'Ir! è stato molto esplicito: l'Istituto non può da solo farsi carico dei 6500 miliardi per fronteggiare i problemi immediati della Finsider altrimenti sarebbero guai anche per l'Istituto da lui guidato. Insomma il governo, ma forse soprattutto 11 Parlamento visti gli Importi In ballo, non può chiamarsi fuori. «Non bisogna dimenticare — ha dichiarato il segretario della Firn, Geris Musetti — che i 6500 miliardi chiesti allo Stato si riferiscono alle sole necessità di risanamento finanziario. Nessuno sembra valutare a sufficienza l'entità della manovra complessiva: le iniziative di reindustrializzazione e i sostegni sociali non sono gratis-, Qual è 11 giudizio dei sindacati sull'incontro con Prodi? Più o meno hanno giudicato tutti positivo il clima dell'Incontro ma nel merito le contrapposizioni sono molto forti. 'Il progetto industriale delineato dal piano appare in talune parti strategiche inaccettabile e ingiustificato e comunque necessita di un negoziato che si annuncia lungo e difficile-, si legge In un comunicato firmato da Cgil, Cisl e Uil. Una profonda preoccupazione mentre si chiede al governo di intervenire subito per l'emergenza siderurgica. Secondo il segretario della Cgil, Fausto Bertinotti, cosi com'è il piano è inaccettabile perché individua 1 «tagli mentre il resto non esiste ancora. Per Agostino Conte della Uilm è importante aver ottenuto dall'Iri l'Impegno per la reindustrializzazione: l'istituto e 1 sindacati metteran¬ no insieme un «pacchetto» di proposte per dare maggior forza alle richieste, il costo dell'operazione si preannuncla estremamente oneroso anche se a questo punto non sembrano esservi molte vie d'uscita, L'Impressione del sindacati è che il governo tentenni di fronte ad una problema finanziarlo di tali dimensioni ma che con 11 passare dei mesi può soltanto peggiorare: ogni prepensionamento costerà mediamente 95 milioni e i posti In pericolo sono migliala e Prodi ha detto con chiarezza che il ricorso, anche massiccio, agli ammortizzatori sociali, prepensionamenti appunto e cassa integrazione, non sarà sufficiente. Quello delle cifre sta diventando un problema centrale. Le richieste delle partecipazioni statali sono mastodontiche mentre è un fiorire di piani nel fragile governo Goria: quello siderurgico, quello chimico, e se ne preannuncia uno per 10 zinco. Senza contare 1 «buchi» dell'Efim. Il primo richiederà nei prossimi anni 10.000 miliardi (tra 11 '79 e l'85 ne sono stati impiegati ben 18.000 fra contributi dello Stato e contributi della Cee), 11 secondo è tutto da verificare ma il presidente dell'Eni, Reviglio, proprio nei giorni scorsi ha chiesto 3000 miliardi per il prossimo triennio per mantenere inalterato il piano di investimenti dell'ente e a prescindere da eventuali esborsi per la joint venture con la Montedison; per il settore minerario si parla di almeno 1000 miliardi. Dove si troveranno risorse cosi rilevanti e chi pagherà? Per ora è un mistero mentre il fabbisogno pubblico, tra finanziarla e resto, salirà di altri 10.000 miliardi rispetto alle previsioni. «In settimana convocheremo un vertice dei capigruppo della commissione bilancio. Vogliamo conoscere da Prodi, Reviglio e Valiani punto per punto, e non i soliti generici programmi, il legame tra iniziative di sviluppo e richiesta di fondi dello Stato. Non si può continuare con il pie di lista: alla massima autonomia dei manager deve corrispondere la facoltà di rimuoverli-, sostiene 11 presidente Cirino Pomicino. Eugenio Palmieri Romano Prodi e Franco Reviglio; i nodi Finsider e Eni tornano ad animare il dibattito

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