Fiori d'arancio al Nord

Fiori d'arancio al Nord Fiori d'arancio al Nord La prevista ondata di freddo non smentisce il giudizio concorde dei meteorologi: mai un inverno cosi mite a memoria d'uomo, soprattutto al Nord dove gli alberi da frutta hanno sentito la primavera nelle loro fibre • già alla metà* di feb- dcljg. córrenti atmosfèriche, dicono gli speciàlistf." Su scala continentale vanno affermandosi i segni di un'alterazione del clima fino a qualche anno fa ipotizzata da alcuni scienziati, accolti con scetticismo. Possiamo ancora cullarci nell'indifferenza, come se il mutamento di una struttura dell'universo fosse una profezia biblica cui opporre il rifiuto del non credente? Appare più razionale la scelta del preallarme, per non essere colti di sorpresa. Ormai lo sanno anche nelle elementari: se la temperatura media del pianeta aumentasse di due soli gradi centigradi, per effetto del raddoppio dell'anidride carbonica emessa nell'atmosfera da combustioni di ogni tipo, camberebbero la distri- buzione delle piogge, il regime dei venti, le correnti degli oceani. La Siberia diventerebbe calda, vigneti e agrumeti passerebbero dalla Sicilia all'Inghilterra. La reazione;più diffusa è qucl!a>diiàdagìaf«- sutlàr'ea' pacità' di adattamento' delli: specie 'umani, scaricando tutto sulle generazioni future. Altra tendenza di comodo: proporre rimedi utopistici, come l'impianto di miliardi di alberi per assorbire l'eccesso di anidride carbonica (non basterebbe ogni anno una nuova foresta grande come la Francia). C'è anche chi, con incrollabile fiducia nel progresso tecnico, propone di convertire chimicamente i gas di combustione in sostanze diverse, da riutilizzare. La sola strada praticabile, se non si dimostra che l'effetto serra e il cambiamento del clima sono favole ecologiche, è quella che porta a ridurre le combustioni senza ridurre il tenore di vita, risparmiando energia e inventando nuovi sistemi. Non è ammissibile che si spinga la scienza a passare le frontiere dell'ingegneria genetica e a progettare colonie su Marte mentre noi ci scaldiamo e produciamo energia con sistemi paleoindustriali. La decisione di accelerare la ricerca ic -le applicazione neV campo idi motori' e tux*binc'the>richiedoflo- carbtf* rantc (si pensi agli enormi progressi compiuti dall'automobile) o utilizzano altre fonti di energia non dipende interamente dai padroni della Terra. Tutti possiamo compiere gesti che incidono sul comportamento collettivo assumendo rilievo politico. Ad esempio: bandire le bombolette che contribuiscono col loro gas a diminuire la coltre di ozono. Altro esempio: adottare sistemi di riscaldamento solare, pompare acqua calda dal sottosuolo, dove queste fonti possono sostituire i sistemi a combustione. L'importante è riconoscere l'esistenza di un termostato che regola le relazioni uomo-atmosfera. E' scomodo, ma non possiamo tirare avanti fingendo di ignorarlo. MARIO FAZIO bi dll i il

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Siberia, Sicilia