Chiaromonte rischia il posto

Chiaromonte rischia il posto Caso Togliatti, sempre più difficili i rapporti tra «riJnità» e pei Chiaromonte rischia il posto Il direttore potrebbe pagare per l'articolo su Gramsci - Si difende: «Ho avuto critiche, ma non censure; il giornali * itinuerà per la sua strada esercitando la propria autonomia» - Martelli: «Togliatti fu complice e carnefice dello stalinismo» ROMA — Da mercoledì scorso Alessandro Natta è tormentato da due problemi: i rapporti tra il partito e il suo giornale; e 1 toni sempre più aspri della polemica con 1 socialisti sulla figura di Togliatti. Due problemi che da qualche giorno assillano l'intero vertice di Botteghe Oscure. L'articolo di Umberto Cardia sul difficile rapporto tra Gramsci e Togliatti pubblicato dallT/nitó è stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. E potrebbe costare il posto al direttore del giornale, Gerardo Chiaromonte. Anche se quest'ultimo si difende sottolineando che dal partito sono venute •critiche ma non censure». E comunque, dice il direttore, •l'Unità continuerà, per la sua strada, esercitando la propria autonomia». Nella direzione dell'altro ieri lo stesso Natta ha criticato il nuovo corso del quotidiano, che da un anno si è trasformato da organo ufficiale a giornale del pei, avvertendo, in primo luogo i responsabili del giornale, che -autonomia non significa separatezza*. Ieri mattina il segretario comunista ha detto pubblicamente la sua opinione. «Non si aprono — ha detto Natta — i dibattiti in questo modo. E' un articolo sbagliato. E sorprendente ed un errore averlo pubblicato». Sul banco degli imputati tutto il vertice del giornale: dal direttore Gerardo Chiaromonte, al condirettore Fabio Mussi; dal vicedirettore Renzo Foà ai capiredattori, responsabili della macchina del giornale. Gli accusati si sono difesi in direzione. Né Chiaromonte, né Mussi martedì pomeriggio, giorno in cui è stata decisa la pubblicazione dell'articolo •incriminato», erano al giornale: il primo stava tornando in volo dall'Argentina dove aveva intervistato Alfonsln; l'altro partecipava ad una conferenza operala U' Catania. •Io non c'era-— ammette lo stesso Mussi — ma questo non significa niente. Come non ha importanza che il giorno dopo sono stato il primo a dispiacermi dell'accaduto leggendo il giornale». In più, fatto non trascurabile, l'articolo eia arrivato al giornale il 26 gennaio. Ancora prima della riabilitazione di Bucharin in Unione Sovietica. Anzi, Cardia lo aveva recapitato insieme con una lettera indirizzata allo stesso Chiaromonte. «Caro Gerardo, ti invio questo piccolo saggio in previsione della riabilitazione di Bucharin. Se ti interessa, pubblicalo ora, prima che il giornale sia sommerso da interventi sull'argomento. In ogni caso fammi sapere». Inoltre l'ex deputato comunista suggeriva anche un titolo del tutto diverso da quello con cui l'articolo è stato pubblicato sul giornale: • Gramsci e Bucharin». •A Togliatti — dice oggi Cardia — proprio non pensavo». Cosi il primo a rischiare è proprio Gerardo Chiaromonte. L'attuale direttore dell'Unità da qualche tempo è in regime di •prorogano». Infatti, aveva ricevuto dal partito un rinvio di sei mesi nella scadenza del suo mandato. E ormai la proroga è agli sgoccioli. In più, l'insoddisfazione del gruppo dirigente del partito nei con¬ fronti del giornale è aumentata negli ultimi mesi. Anche perché «l'incidente» dell'articolo di Cardia è stato preceduto da altri casi che avevano fatto imbestialire qualche dirigente di Botteghe Oscure. Anche Giancarlo Pajetta (il più duro in di¬ rezione contro il giornale) ha avuto qualcosa da recriminare lo scorso mese nel confronti dell'Unita: in una lettera inviata al quotidiano del pei aveva rimarcato «l'assenza» di un articolo celebrativo nel giorno dell'anniversario della costituzione del pei nel '21. Assieme a Chiaromonte ora si trovano nei guai lo stesso Mussi, il vicedirettore Renzo Foà (accusato di aver fatto un giornale troppo autonomo dal pei) e Piero Sansonetti, genero di Pietro Ingrao, caporedattore e responsabile della pagina del •commenti», dove - stato pubblicato l'articolo di Cardia. Ma, come è costume del pei, la «precarietà» del vertice del giornale viene smentita. «Non si può sostituire un direttore in tre ore», dice Gianni Pellicani, autorevole membro della segreteria del partito. Alla scadenza della ■proroga» del mandato del direttore dell'Udito, Natta deciderà se co. .lare solo Chiaromonte o 1. tero vertice del giornale. I problemi di Natta non finiscono qui. La polemica con il psi sulla figura di Togliatti è esasperata al massimo. I socialisti non accennano a smussarne i toni. Ieri Claudio Martelli ha gettato, ancora, benzina sul fuoco. •Togliatti — ha detto in un convegno su Gortwciov, organizzato dalla ri .a Mondo Operaio — è sti. , p^r più di trenta anni complice e carnefice dello stalinismo in Italia e in Europa». Per non parlare di Lelio Lagorio, altro esponente socialista, che arriva a dire che «Gramsci, prima di morire, sentendosi ormai fuori dal partito comunista e consapevole di essere stato espulso, aderì al psi». Tanto basta per costringere i comunisti a mettere da parte ogni cautela nel confronto con i socialisti. I diri¬ genti di Botteghe Oscure ormai parlano apert mente di un'attacco all'Identità storica del partito comunista, ti primo a fare questa analisi dell'iniziativa de' psi 6 stato 10 stesso . vicesegretario Achille Occhetto: informato martedì sera dei giudizi che Bettino Craxi aveva espresso su Togliatti nel Transatlantico di Montecitorio, si era lasciato andare ad una battuta a caldo: «Afa cosa vogliono, lo scioglimento del pei?». Dopo la direzione di ieri tutto il gruppo dirigente.del partito, senza distinzioni, è uscito allo scoperto. 'Io, ai processi a Togliatti per intimazione di Intini non partecipo neanche come testimone», sono le parole risentite di Giancarlo Pajetta. Pellicani si è scagliato invece contro le dichiarazioni di Martelli: «Sono insulti che si liquidano da soli e che si ritorcono contro lintelligeitza di chi li esprime». Mentre Pietro Ingrao ha svolto sull'Unità un'appassionata difesa di Palmiro Togliatti. Tutto il gruppo dirigente comunista fa quadrato e c'è anche chi si lamenta per 1 ritardi con cui è stata compresa la pericolosità dell'iniziativa socialista, «forse noi comunisti inizialmente abbiamo sottovalutato l'impatto politico-ideologico della campagna in atto», ammette 11 direttore dell'Istituto Gramsci Giuseppe Vacca. •Non credo si tratti di una piccola manovra — è ancora la sua opinione — bensì di una campagna ambiate.", sebbene goffa e corruttrice». Augusto Mlnzoilni

Luoghi citati: Argentina, Catania, Chiaromonte, Europa, Italia, Roma, Unione Sovietica