Disordini in Armenia per le «terre rubate» di Emanuele Novazio

Disordini in Armenia per le «tèrre rubate» Centomila protestano nella capitale Erevan Disordini in Armenia per le «tèrre rubate» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Oltre centomila persone avrebbero manifestato pacificamente, ieri, per le strade di Erevan, in Armenia, per chiedere la restituzione a quella repubblica della regione autonoma di Karabakh, che Stalin «assegno» al vicino Azerbaidjan. La notizia è di fonte dissidente; e non trova conferme ufficiali, in questi termini almeno. Ieri sera tuttavia l'agenzia Tass, ricordando che «parte della popolazione armena della regione di Karabakh ha di recente chiesto di essere inclusa nella Repubblica armena; ammetteva .violazioni nell'ordine pubblico, risultato degli irresponsabili appelli di alcuni estremisti: E le Ievestia confermavano indirettamente le preoccupazioni di Mosca, dando notizia dell'invio di due membri del Politbjuro, Razumovskl e Demicev, a Karabakh. Secondo 11 dissidente moscovita Alexandre Ogorodnikov, ieri «tutta Erevan è scesa in strada; e tra i manifestanti c'erano anche alcuni esponenti del partiiti locale. Molti portavano striscioni e cartelli: -Non cS fraternità sema giustiJ*rte., .Una'"sotu nazione, una sola repubblica-, 'Afosca, rispondi alle nostre rivendicazioni e ristabilisci la giustizia storica». Ma già nella notte tra lunedi a martedì decine di migliaia di persone, secondo la stessa fonte, avevano percorso le strade della capitale armena. E' da una settimana al¬ meno che la situazione è tesa nella repubblica trancaucaslca: manifestazioni nazionalistiche, con migliaia di persone, si sono svolte già l'il febbraio. Il 13, scrivono le Ievestia, a Karabakh una folla di manifestanti si è riunita davanti alla sede del partito, e «centinaia di studenti» si sono messi in sciopero. Ancora nel Karabakh, il cui capoluogo si trova a duecento chilometri da Erevan, si sarebbero sfiorati incidenti tra la maggioranza armena e la minoranza azerbaidjana. Sempre secondo fonti dissidenti, nella regione autonoma sarebbero state inviate alcune guarnigioni dell'esercito. Secondo altre fonti, la tensione sarebbe forte anche a Baku, capitale dell'Azerbaidjan, dove i vetri di molte case abitate da armeni sarebbero stati infranti. Lunedi sera, mentre migliaia di manifestanti percorrevano le strade di Erevan, il segretario del partito comunista armeno, Karen Demirtchian, è apparso alla televisione locale per invitare alla calma. «La situazione sarà studiata; ha detto; ma i dimostranti lo hanno fischiato. Il loro, portavóce ha preso la parola, in un comizio improvvisato, per sottolineare che il problema della riunificazione del Karabakh all'Armenia «è già risolto», dal momento che i deputati armeni di quella regione hanno votato all'unanimità in questo senso. • Ora tocca alle autorità sovietiche ratificare quel voto-, ha detto. Ma, proprio ieri, la Tass segnalava una linea diversa: «Dopo aver esaminato le informazioni provenienti dalla regione autonoma di Karabakh, il comitato centrale del pcus ritiene che le azioni e le richieste volte a rivedere la situazione nazionale e territoriale vanno contro gli interessi dei lavoratori dell'Aeerbaidjan e dell'Armenia e danneggiano le relazioni tra gruppi etnici», scriveva l'agenzia. La Tass insisteva tuttavia che, insieme alle istruzioni per mnormalizzare la situazione» e 'salvaguardare l'ordine pubblico», il partito locale armeno e azerbaidjano devono 'intraprendere adeguate misure per migliorare la situazione», per 'Sviluppare le condizioni socio-economiche e culturali della regione autonoma», e per •prestare attenzione costante alle particolarità nazionali, alla psicologia e alla considerazione degli interessi vitali dei lavoratori». Segno evidente di timori per la possibile sovrapposizione, al tema nazionalistico, di insoddisfazioni economiche e materiali. Il caso kazako e la rivolta, di Alma Ata sono certo lontani, per motivazioni e ampiezza; ma, mentre si annunciano manifestalo ni anche in Estonia, per l'anniversario dell'indipendenza proclamata settantanni fa, i fermenti nazionalistici rischiano di assumere un imbarazzante «effetto cumulo». Emanuele Novazio

Persone citate: Demicev, Karen Demirtchian, Stalin

Luoghi citati: Alma Ata, Armenia, Baku, Estonia, Mosca