Il «tele-pianto» del predicatore di Furio Colombo

Il «tele-pianto» del predicatore Usa, gli infortuni del fanatismo Il «tele-pianto» del predicatore Il predicatore televisivo piange, coi riflettori in faccia, davanti a tutti. Con la voce rotta dall'emozione ha appena annunciato il suo peccato. Questa volta si tratta del reverendo Swaggart, uno dei più celebri, uno dei più carismatici, uno dei più duri. Era stato lui a denunciare c a far cadere nella polvere il giovane Bakker, con la faccia da bambino e la moglie vestita da bambola, facendo sapere al mondo che Bakker, durante un giro di predicazione in Florida, si era fatto mandare in camera la diciannovenne Jessica Hahan. Ed era stato lui dal pulpito ad accusare un altro predicatore, una figura minore che adesso ha progettato e minuziosamente eseguito lo scandalo (adulterio con prova di fotografia a colori) che ha sconvolto Swaggart, il suo destino, il suo pubblico e un poco anche l'America. Gli americani infatti si domandano che cosa succede nel loro Paese. Non capiscono l'atteggiamento un po' ironico degli europei che trovano eccessiva e fuori luogo la ragione dello scandalo, e tendono a legare in una lunga fila il caso di Swaggart e di Bakker con quello dell'ex senatore Hart, non tanto perché si tratta di una schiera di pubblici peccatori, quanto perché gli rimproverano di essere pubblici mentitori. Da questa parte dell'Oceano l'ironia si confonde con l'incertezza. In Italia, un Paese che oscilla sempre tra clericalismo e anticlericalismo, la domanda ha un risvolto divertito (ma sono tutti cosi i predicatori televisivi americani?) e uno serio (chi sono questi personaggi e perché attirano tanta attenzione, al punto che uno di essi, il reverendo Robertson, è in gara per le elezioni presidenziali?). Proverò a rispondere insieme alle due domande cominciando dal punto chiave: chi sono gli uomini come Swaggart, come Robertson? Scorrendo le notizie che ormai arrivano sempre più di frequente su questi personaggi si legge a volte che sono «evangelici», a volte «pentecostali», a volte «fondamentalisti», più spesso soltanto «pastori protestanti». Sono vere tutte le definizioni, ma contengono e coprono una svolta della storia americana e del rapporto fra religione e politica. Nel movimento protestante esiste un filone che non ha dato luogo a Chiese speciali, ma piuttosto a un comportamento. E' il fondamentalismo. Si può definire in colti modi: il rigore nel rispetto delle Scritture (che vanno prese alla lettera e non possono essere interpretate), il rifiuto della storia (non esiste il -progresso, il tempo è fermo e nelle mani di Dio, solo il male si muove in avanti), la durezza per sé e per gli altri, per gli Stati e nella politica (pena di morte, corsa al riarmo, guerra, se necessario, per sconfiggere il male), la separazione nettissima fra opere e fede («tutte le opere di madre Teresa non vi porteranno mai in cie'.j» predica il reverendo Sv.aggart). la solitudine che nega ogni valore alla solidarietà: ciascuno si salva — se si salva — da solo. Alcuni fondamentalisti sono evangelici (Swaggart, Robertson), alcuni sono pentecostali, alcuni, come il celebre reverendo Falwell che per sostenere politicamente Reagan aveva creato la «Moral Majority», appartengono a Chiese indipendenti dal comportamento più asciutto e meno emotivo, ma altrettanto rigoroso nella predicazione. Per spiegare che cosa divide questi gruppi (quando dico (alcuni» si pensi a decine di milioni di fedeli) dal protestantesimo ufficiale, detto di «main stream» (episcopali, metodisti, luterani), si può semplificare così: religione di città e religione di campagna. I fondamentalisti portano con passione e con impeto una loro risposta alla cultura delle grandi città, che considerano peccaminosa, e in contrasto con le Scritture, incline alla dannazione persino quando si riunisce nelle chiese e si esprime nella religione. Se non ci fosse stata la televisione il fondamentalismo (che è sempre esistito dentro il protestantesimo americano) sarebbe stato Furio Colombo (Continua a pagina 2 In quinta colonna)

Persone citate: Bakker, Falwell, Jessica Hahan, Moral, Reagan, Robertson

Luoghi citati: America, Florida, Italia