Sulle rotte dei rifiuti

Sulle rotte dei rifiuti L'Italia produce ed esporta milioni di tonnellate di veleni Sulle rotte dei rifiuti Molti residui tossici finiscono in Germania Est, Romania, Jugoslavia, nei Paesi africani - Il ministero dell'Ambiente: «L'emergenza però è in casa nostra» - Toscana, Veneto e Piemonte hanno deciso controlli più severi sulle discariche abusive - Necessario un piano decennale da 30 mila miliardi DAL NOSTRO INVIATO MILANO — .Viviamo su una gigantesca bomba ad orologeria-, dice Walter Canapini, direttore della divisione Ambiente di Lombardia risorse, società pubblica da tempo impegnata nella guerra ai rifiuti. .Negli ultimi 25 anni sono' stati dissemiriati in Italia, nei luoghi più incredibili, almeno un miliardo di tonnellate di scarti industriali. I casi emersi finora, Casale Monferrato e Carbonara Scrivia in particolare, sono soltanto i primi avvisi, la bomba può scoppiare da un momento all'altro. Non voglio fare terrorismo, ma dare il senso dell'emergenza.. Ogni anno tredici milioni di tonnellate di veleni prodotti di'.:, industrie siderurgiche, chimiche, tessili, cartarie, conciarie e metallurgiche dei non ferrosi vengono buttati in discariche comuni, spesso ad un passo dagli abitai scivolano, in fiumi e tori i spinti da inani fantasma prendono la strada dell'estero, ma, soprattutto, sfuggono — tutti — a controlli efficaci. Spie;^ rancesco Motta del . « ..zio prevf inquina nento del ministero dell' \mbiL'Ptc: .Per il trasporto funziona la regola del silenzio-assenso. Chi spedisce rifiuti tossici deve darne comunicar-Me alla Regione dove sono in deposito e al ministero. S.'- non ottiene risposta entro trenta giorni può partire. Di solilo ci illustrano molto vagamente il tipo di rifiuti, i tossici finiscono dapp--' Uio, dire dove è impossil le.. i rifiuti te :i nocivi sono più di 60 milk legge ne ha comunque raccolto 1 componenti in un eler.co di ventotto voci. Si va dall'arsenico ul mercurio, dal piombo ai fenoli, u.'l cianuro ai composti farmaceutic. dall'amianlc in polvere e fibre a.!le sostanze acid ; impiegate nella lavorazione 'lei metalli. L'1- i ■ " ■ talla ne sforna più di quindici milioni di tonnellate l'anno, .ma — dice Canapini — riesce a smaltirne non più di due milioni». " L'unica piattaforma pubblica in attività è quella di Modena; potrebbe distruggere ogni anno 30 mila tonnellate di rifiuti, ma non ne accoglie mal più della meta. Il grosso — due milioni di tonnellate, appunto — è gestito da cinque gruppi privati con sede a Torino, Pavia, Bologna, Milano e Brescia che si servono degli inceneritori della Monteco (gruppo Montedison) di Ferrara, Mantova, Marghera e Massa Carrara. Restano quei tredici milioni di tonnellate che si perdono nella notte e sul quali c'è chi costruisce, fortune immense. Un chilo dello scarto tossico più scadente rende allo smaltitore almeno duemila lire, il commercio più o meno clandestino genera business miliardari ed è in mano a società fantasma e a breoker che agiscono nell'ombra. .E' un traffico paragonabile, mi riferisco esclusivamente alla rendita, a quello della droga. Inoltre — dice Canapini, che collabora con il Cnr e fa parte del comitato tecnico-scientifico del ministero dell'Ambiente per lo smaltimento dei rifiuti — l'Italia è una base d'appoggio per i rifiuti prove¬ nienti dal resto d'Europa.. Cosi le regioni si trovano spesso trasformate in pattumiere ad alto rischio e sono impreparate a reagire. Marco Marcucci, comunista, assessore regionale all'Ambiente della Toscana, confessa di sentirsi spesso un cavaliere in lotta con i mulini a vento: .11 porto di Marina di Carrara e la darsena dei Navicelli a Pisa sono diventati la porta d'uscita dei rifiuti tossici dell'Italia del Nord e di alcuni Paesi europei.. Nell'87 sono partite di qui 8500 tonnellate di residui nocivi, destinazione Terzo Mondo. Proprio in questi giorni l'assessore toscano ha siglato un accordo con 1 colleghi di Piemonte e Veneto, che hanno promesso vigilanza più accurata, .ma è il governo — dice — che si defila, che non sembra intenzionato ad una verifica internazionale sui problemi pratici, politici e morali posti da questo commercio di veleni.. Tutti i rifiuti in partenza sono in cerca di una casa provvisoria. Al porto di Ravenna è stata avanzata la richiesta per lo stoccaggio di centomila tonnellate l'anno, ma l'amministrazione provinciale ha negato l'autorizzazione per motivi morali: .Non vogliamo vadano a finire in Paesi dove già si muore di fame.. Analoghe richieste sono giunte agli scali di Livorno e Genova. Ma c'è anche chi ha più fantasia, come l'imprenditore che ha proposto al piccolo Comune di Lavello, qualche miglialo di abitanti fra le montagne della Lucania, di affittargli una discarica da ricoprire ogni anno con 150 mila tonnellate di tossici. Ma dove vanno gli 'Speciali, quando escono dall'Italia? Dice Raffaello Cossu, ordinario di ingegneria sanitaria all'Università di Cagliari: .La Germania Est è una delle mete preferite poiché ha molte miniere di salgemma abbandonate da riempire.. Aggiunge Ganapini: .In Romania, nel porto franco di Sulina, uno scandalo nel pieno delta del Danubio, e pare che nell'affare abbia buoni interessi la stessa famiglia Ceausescu. Poi in Jugoslavia, Mali, Guinea Equatoriale, Gibuti, Nigeria e nelle piccole isole di fronte alla costa occidentale dell'Africa. Ep- poi chissà Il Venezuela, Invece, ha risposto «no, grazie, di recente. Dice Francesco Motta: «71 ministero dell'Ambiente è nato da poco, sappiamo che il lavoro è ancora tutto da fare, su più fronti. Per ora cerchiamo disperatamente di tamponare l'emergenza di casa nostra.. Il comitato tecnico-scientifico si riunisce due volte la settimana, elabora idee, studia progetti per il medio termine. C'è l'esigenza di coniugare la necessità delle industrie di commercializzare gli scarti di lavorazione con la nuova filosofia dell'ambiente. Si lavora nel solco aperto da Svezia, Danimarca e Germania, strada già imboccata dall'Olanda ed esaminata con attenzione anche dall'Inghilterra, che sta peggio di noi: quella della costruzione di piattaforme polifunzionali, capaci di ricevere sia i rifiuti solidi urbani sia 1 tossici, riciclare il recupera bile e distruggere il resto. All'Italia serviranno 20-25 impianti di questo tipo, dice la Confindustria; forse una cinquantina replicano altri esperti. L'operazione richiederà almeno dieci anni e quasi 30 mila miliardi. E di qui al Duemila? .Potremmo pensare di riconvertire le industrie petrolifere dismesse in polmoni per lo stoccaggio dei tossici — dice Ganapini —, ma anche rilanciare il mercato delle materie seconde", le cosiddette Borse dei rifiuti che già funzionano in Piemonte, Lombardia, Emilia e Liguria e che partiranno presto in Veneto e Toscana. Inoltre, con il Politecnico di Milano stiamo preparando un piano di nuova tecnologia per l'incenerimento in forni da 3000 a 15.000 gradi centigradi, mentre oggi la termodistruzione avviene a 1200 gradi, sistema che per quanto riguarda la produzione di diossina dalla plastica ci lascia tranquilli solo fino ad un certo punto.. Da Cagliari il professor Cossu indica tre vie: .Alcuni residui speciali possono essere smaltiti con i rifiuti urbani, è il caso dei fenoli (che in presenza di attività biologica si trasformano da carbonio, idrogeno e ossigeno in metano e anidride carbonica), delle ceneri di carbone e dei fanghi degli impianti di depurazione. Ma per far questo sarà necessaria una modifica alle leggi attuali, che non prevedono la discarica misto. Vanno invece inceneriti gli acidi, i residui catramosi e quelli delle industrie farmaceutiche. Non c'è altra possibilità dello scarico supercontrollato, infine, per i rifiuti ad altissimo rischio ecologico, come quelli che contengono forti quantità di cianuro e di metalli pesanti. Questa classe andrebbe trattata alla stessa stregua delle sostanze radioattive.. Dario Creste-Dina