I genitori votano per la scuola «Nessun potere siamo delusi» di Gigi Padovani

I genitori votano per la scuola «Nessun potere, siamo delusi» Domenica e lunedì quasi 20 milioni alle urne per gli organi collegiali I genitori votano per la scuola «Nessun potere, siamo delusi» Bilancio a dieci anni dalla riforma: assenteismo, ideologizzazione, pochi fondi, burocrazia ROMA — I giudizi sono concordi: assenteismo, pochi fondi, lentezze burocratiche, troppa ideologlzzazlons, senso di Isolamento. A più di dieci anni dalla loro nascita attraverso i decreti delegati del '74, gli organi collegiali, sorti per sviluppare una 'gestione sociale- della scuola tra genitori, studenti e professori, sono In stato preagonico. Domenica e lunedi prossimi 16 milioni di genitori, 900 mila Insegnanti, due milioni e mezzo di ragazzi delle superiori e 180 mila non docenti sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti In questi organismi, circa 250 mila persone. Il ministro dell'Istruzione Giovanni Galloni aveva fatto slittare a febbraio la naturale scadenza triennale di novembre per riuscire ad approvare l'attesa riforma di consigli d'istituto, di distretto e provinciale, varando quell'«autonomia scolastica» di cui si parla da tempo, ma non si è fatto nulla. La Regione Lombardia ha concluso in questi giorni una ricerca affidata all'Università di Milano, che certifica le difficoltà incontrate dai genitori che hanno tentato di «mettere il naso» nella scuola. Sono stati inviati 3471 questionari agli eletti nei distretti, organismi che si dovrebbero occupare di attività extra-scolastiche, programmare le necessità edilizie, avviare l'orientamento per le scelte dei ragazzi. Nonostante siano in mano agli addetti ai lavori (il 40% dei consiglieri sono docenti), le difficoltà prevalgono. Nelle 1637 risposte c'è la graduatoria della paralisi: al 49% si tratta di assenteismo, segue al 27% «te posizione fortemente ideologizzata di alcuni consiglieri', alla pari con la scarsa 'entità dei fondi-; infine ci sono le «resistente delle scuole'. Ma c'è di più. Infatti 9 distretti su 10 hanno inviato le loro proposte agli enti competenti: al 75% 1 Comuni non hanno neanche risposto, al 59% nessun cenno dal Provveditorato, al 77% dalla Regione e al 56 dalle Usi. Conclude il sociologo che ha curato l'indagine, il prof. Paolo Trivel¬ lato: 'Arduo dire che cosa producano. In qualche caso i risultati sono incoraggianti, in molte altre situazioni probabilmente vi è spreco di energie e accumulo di delusioni'. Eppure, nonostante tutto, aggiunge il docente della Statale di Milano, «c'é un gruppo di persone motivate a partecipare ed a impegnarsi'. A contendersi i favori degli elettori sono rimaste due associazioni, che hanno presentato liste un po' ovunque: l'Age (Associazione italiana genitori), di impostazione cattolica, e il Cgd (Coordinamento genitori democratici), laica e di sinistra. Critico il giudizio Spiega la dirigente nazionale del Cgd, Luisa Quaranta: 'Queste sono le più difficili elezioni che i genitori si siano trovati ad affrontare. Ci sentiamo presi in giro, dopo essere stati coinvolti nell'illusione di contare: gli scontri con la burocrazia scolastica, l'esperienza sull'ora di religione, i bilanci delle scuole stanno a dimostrare che bisogna dare più potere agli organi collegiali-. Ribatte il segretario dell'Age. Luciano Scopino: «L'intesa tra scuola e famiglia è venuta a mancare per reciproca diffidenza, ma i poteri non c'entrano. Spesso anche i genitori sono impreparati, eppure entrando in questi organismi credevano di portare una rivoluzione sui banchi.. Dalle situazioni locali emerge qualche esperienza positiva, in un generale disinteresse. Cosi a Lecco e Como ci sono comitati di genitori che presentano la loro valutazione scritta dell'anno scolastico ai professori e ne ottengono risposta scritta, mentre il distretto scolastico di Orvieto ha istituito un «premio alla fantasia», ormai nazionale, intitolato a Gianni Rodari. Maria Valente. 5 figli, insegnante, (eletta per l'Age nel distretto 6 di Torino), ricorda le difficoltà per avere un «applicato di segreteria», l'impossibilità di spendere i pochi soldi del ministero, perché vincolati, ma anche un buon ciclo di conferenze sulla salute organizzato qualche tempo la. A Sesto San Giovanni e Cologno Monzese, nell'hinterland milanese. Vittoria Latella (Cgd, distretto 64), cita i corsi per l'orientamento scolastico frequentati da 2500 genitori: sono serviti a scegliere meglio le superiori dopo il ciclo dell'obbligo. Roberto Patriarchi, impiegato dei telefoni di Stato, a Bologna, è il responsabile del Sindacato delle famiglie, una associazione nata a Milano a fianco del Movimento Popolare e di CI: -C'è delusione — dice — ma l'interesse rimane, anche se ricordo ancora le battaglie che dovetti affrontare nei consigli di istituto per formare le classi salvaguardando le amicizie dei ragazzi, anziché con il sorteggio anonimo-. Tutto si basa sul volontariato. Molti genitori ci credono ancora, e danno energie per tenere in piedi questa scuola cosi traballante. A Reggio Emilia. Paolo Manzotti, addetto stampa del Comune, 2 figli, per il Cgd è nella giunta del consiglio scolastico provinciale e nel suo mandato ha fatto una strana scoperta. -In molte scuole dell'obbligo — dice — t picco/t confribufi in danaro dei genitori, le due o tremila lire per volta per questa o quella attività, sono globalmente superiori ai contributi inviati dal ministero per la didattica. Se la scuola è di 500 allievi e dallo Stato arrivano pochi milioni all'anno, come sempre succede, i conti sono presto fatti E allora, perché i genitori non dovrebbero rivendicare più poteri?-. Gigi Padovani

Persone citate: Gianni Rodari, Giovanni Galloni, Luciano Scopino, Maria Valente, Paolo Manzotti, Paolo Trivel, Vittoria Latella