Parigi riscopre la voglia di Nato
Parigi riscopre la voglia di Nato La Francia ospita forze Usa per esercitazioni, scordando le antiche diffidenze Parigi riscopre la voglia di Nato NOSTRO SERVIZIO PARIGI — Un migliaio di Marines sono stati impegnati per due settimane in esercitazioni nella zona di Limoges. Finite le manovre, giovedì, hanno potuto tornare sulle navi della VI Flotta. L'addestramento sul suolo francese viene reso possibile da un nuovo accordo Parigi-Washington, che riapre la possibilità di training per le truppe Usa dopo che il generale De Gaulle, nel '66, fece uscire la Francia dall'Alleanza atlantica. La notizia — data in modo asettico dalla televisione — e l'annuncio che Mitterrand, con Chirac, presenzerà al vertice Nato di marzo, dà la misura del sempre maggiore coordinamento tra la Nato e le forze armate francesi. Non mancano gli esempi, come rileva l'Herald Tribune in un ampio servizio da Parigi: L'aviazione francese, che fa perno sulla Nato per i sistemi di rilevazione radar, l'anno scorso ha acquistato sistemi di sorveglianza elettronica Awacs da abbinare a quelli usati dall'Alleanza. La Marina usa i codici Nato ed ha acquistato tecnologie elettroniche di comunicazione Usa. In questo modo è molto agevole, per le due flotte, compiere operazioni comuni. Secondo un ammiraglio americano il coordinamento risulta ancora maggiore di quello, operativo, tra la flotta americana e quella inglese. Tra forze di terra, la cooperazione francoamericana sinora ha portato risultati modesti. Tutt'al più, qualche manovra in comune tra unità dell'Armée e la Guardia Nazionale di Puerto Rico. Gli ultimi mesi, invece, hanno fatto registrare un sensibile incremento di operazioni comuni con Washington, Londra e Bonn. La Francia, il mese scorso, ha consentito l'apertura del suo territorio a unità d'appoggio Nato, a cominciare da quelle britanniche che potrebbero usare gli scali francesi. Parigi, infine, è operante in tutte le sedi Nato che si occupano di armonizzare gli armamenti per i Paesi membri. Fino alle presidenziali di primavera, tuttavia, la questione è congelata, nel timore che una maggiore apertura francese' verso la Nato possa essere sfruttata per scopi elettoralistici. E' significativo, tuttavia, che i due contendenti — Chirac e Mitterrand — ritengano entrambi sia importante presenziare di persona ai vertici Nato, anziché delegarvi 11 ministro degli Esteri. Non sono pochi, del resto, i leader francesi che vedono in una maggiore cooperazione con la Nato il mezzo per un'intesa militare più stretta fra i Paesi europei. Gioca inoltre — visti gli eccellenti rapporti con Bonn — il desiderio di rassicurare la Germania Federale sul fatto che la Nato rimanga sempre un baluardo militarmente valido. C'è anche chi vuole approfittare dell'ombrello americano prima che gli annunciati tagli di bilancio riducano la presenza Usa in Europa. Fatto è che molti funzionari e parlamentari americani, di ritorno da Parigi nelle ultime settimane, hanno definito la Francia -il nostro migliore alleato'. Questo, quando appena due anni fa Parigi negò ai bombardieri F-1J1 in missione verso Tripoli il permesso di sorvolo. «La Francia non sta considerando l'ipotesi di un rientro nella Nato. Non si tratta di un figliuol prodigo, eppure esistono possibilità di maggiore coordinamento' ha detto David Calleo, americano, autore di un libro sulla Nato uscito da poco: «Oltre l'egemonia americana». Quanto ad André Giraud, il ministro della Difesa, paladino d'una maggiore, cooperatone tra Francia e forze alleate, in un incontro fra esperti tenutosi a Monaco di Bavièra verso inizio febbraio ha ricordato la necessità di -mettere da parte i nostri vecchi pregiudizi e concentrarci sulle capacità, i possibili ruoli e le ambisioni dei membri dell'Alleanza, eguali e adulti-. Richiesto d'esprimere un parere sul coordinamento Francia-Nato, rispose: «./Voti abbiamo più pregiudizi». Il punto, secondo Calleo, è •■stabilire se la Nato, sclerotica come il Vaticano, può cambiare a sufficienza e se la Francia può trovarvi ciò di cui ha bisogno la sua politica per affrontare la sfida di Gorbaciov». e. st.
Persone citate: André Giraud, Calleo, Chirac, David Calleo, De Gaulle, Fatto, Gorbaciov, Mitterrand
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