E' fallita la «scalata» alla Sitaf di due gruppi finanziari privati

E' fallita la «scalata» alla Sitaf di due gruppi finanziari privati Polemiche politiche per il disinteresse degli azionisti pubblici E' fallita la «scalata» alla Sitaf di due gruppi finanziari privati Il tentativo di Ligresti e Acconterò bloccato solo dall'intervento della Banca Popolare di Novara Dovrebbe essere fallita, per la seconda volta consecutiva, la scalata di due gruppi finanziari privati alla Sitaf, società a maggioranza pubblica che ha costruito e gestisce il traforo del Fréjus. C'era stato un primo tentativo nell'autunno '86, lo aveva ammesso lo stesso amministratore delegato, il socialista Franco Froio, quando alcuni gruppi avevano cercato invano di acquistare quote dalle banche azioniste. E c'è stata un'altra manovra, alla fine dell'87, per inserirsi con maggior peso nella società, fruendo delle possibilità date dall'aumento di capitale da 25 a 35 miliardi. Di fronte ad un improvviso e inatteso disimpegno dell'Anas (che non disponeva del denaro necessario a mantenere la sua quota al 40 per cento) e al disinteresse di quasi tutti gli altri azionisti, pubblici e privati, solo l'Intervento della Banca Popolare di Novara ha impedito che la Sai (gruppo del costruttore Salvatore Ligresti) e la Ceat (del finanziere Ouido Accornero) rastrellassero, godendo del diritto di prelazione, le 439 mila azioni rimaste inoptate. Dice l'amministratore delegato, Franco Froio: «GH enti pubblici erano stati chiaramente avvertiti: avevano tutte le possibilità per evitare l'assalto al pacchetto azionario di privati con interessi di un certo tipo*. Ora, In Comune, dove il pei è stato molto crìtico, è slato votato un ordine del giorno che invita il sindaco a sollecitare il Senato per l'ap¬ provazione del finanziamento a favore dell'Anas (che salirebbe di nuovo al 40 per cento dall'attuale 28). Il documento non è piaciuto a una parte della de, quella legata al gruppo Bonsignore, parlamentare collegato al finanziere Ligresti per interessi comuni nella Torino- Milano. In Provincia, dove certamente non c'è stata molta attenzione alla vicenda (conosciuta solo dai giornali, come ammette la stessa presidente Casiraghi), sta crescendo la polemica. I comunisti, che hanno sollevato il problema con un'interroga¬ zione, contestano la «scarsa sorvegliarla» dei quattro rappresentanti provinciali in seno al consiglio di amministrazione (il pei Berti, i psi Cantore e Salerno, il psdi Nicastri) e ricordano di aver sollecitato fin dal primo momento la presidenza ad esercitare il diritto di prelazione sulle azioni inoptate. Cosa che non venne fatta. La presidente Casiraghi, d'altra parte, ha fatto sapere che al tempo dell'aumento di capitale .non vi fu il minimo sentore di una possibile defezione dell'Anas*. In sintesi, oggi l'azionariato pubblico ha il 63 per cento del capitale, contro il 75 precedente all'aumento. Il 12 per cento perso dall'Arias è finito alla Banca Popolare di Novara (passata dal 2,2 alili,9). alla Sai (da 0.44 a 2,38) e alla Ceat (da 0,2 a 1). Con un ulteriore aumento di capitale da 35 a 41,6 miliardi, tutto riservato all'Anas, questa ritornerebbe al 40 per cento. Gianni Bisio Quote percentuali nel capitate sociale Azionisti 1 Assetto 1987 % ' Assetto 1988 % Anas 40,0000 28,5714 Provincia di Torino 15,7713 15,7713 Citta di Torino 19,3269 19,3269 Cassa di Risparmio - Torino 8,0300 8,0310 Istituto bancario San Paolo 7,9858 7,9868 Camera di commercio - Torino 2,2222 1,5882 Casse di risparmio piemontesi e liguri (12) 0,8870 0,7896 Reale mutua assicorazioni 0,8889 0,8889 Toro assicorazioni 0,8889 0,6300 Banca popolare di Novara 2,2222 11,9419 Michelin italiana 0,6889 0,6890 Unione industriale Torino 0,4444 0,3100 Sai 0,4444 2,3890 Ceat 0,2000 1,0740

Persone citate: Accornero, Arias, Casiraghi, Franco Froio, Gianni Bisio, Ligresti, Salvatore Ligresti

Luoghi citati: Milano, Novara, Salerno, Torino