L'Europa continua di Fabio Galvano

L'Europa continua Il difficile compromesso al vertice di Bruxelles rilancia la Cee L'Europa continua Gonzalez ha evitato la frattura che sembrava inevitabile - Successo italiano sull'aumento dei finanziamenti e i fondi strutturali - La Thatcher ha accettato il tetto sui cereali in cambio di un rimborso dal nostro corrispondente BRUXELLES — Quasi incredula, l'Europa comunitaria che esce dal vertice di Bruxelles si ammira allo specchio cercando 1 connotati della sua ritrovata vitalità e fingendo di non vedere le crepe che fino a ieri facevano temere un suo sgretolamento. Dopo il successo della riunione dei capi di governo, che si è conclusa nella notte fra venerdì e ieri con un accordo sul mezzi finanziari necessari a intraprendere la rincorsa verso l'«oblettivo 1992» e verso il grande mercato unico, la Cee sembra voler dimenticare 1 ripetuti contrasti, le continue beghe, le pericolose fratture che ne avevano rallentato 11 cammino. ■ L'Europa va avanti*, ha detto 11 cancelliere Helmut Kohl in una conferenza stampa nel cuore della notte, celebrando il primo concreto successo della presidenza tedesca. •L'Europa continua, ha saltato l'ostacolo., gli ha fatto eco il presidente francese Persino la signora Thatcher, irriducibile e rigorosa vestale della disciplina finanziarla, fino all'ultimo pronta a silurare il vertice piuttosto che sottoscrivere un'intesa per lei insoddisfa¬ cente, ha salutato con soddisfazione i •meccanismi di controllo» nati a Bruxelles. L'intesa raggiunta dai Dodici dopo l'una di notte, che aumenta le risorse comunitarie e introduce più stretti criteri di spesa (soprattutto in campo agricolo), non cancella in realtà la fitta ragnatela di contrastanti interessi di cui è intessuta l'Europa comunitaria; al più — si tratta pur sempre di un risicato compromesso. Ma l'entusiasmo delle ore piccole avrebbe potuto essere un'irritata e forse anche acida reazione se non fosse stato per il premier spagnolo Felipe Gonzalez. E' stato lui — lo ha riferito il presidente del Consiglio Giovanni Golia, a sua volta definito dal premier francese Jacques Chirac .il vero vincitore del summit* — a mettere l Dodici al riparo da altre critiche Erano le 18,30, Kohl aveva appena scampanellato la fine del vertice, il fallimento. « Vorrei sparare un'ultima cartuccia*, ha detto il premier spagnolo aggrappandosi al microfono. E ha cominciato a parlare, con calma e buon senso, rilanciando il dibattito che sette ore più tardi avrebbe portato alla fumata bianca di Palazzo Charlemagne. Finanziamento — Ha vinto Gorla. La formula adottata per la cosiddetta «quarta risorsa» è quella che egli aveva proposto nella seduta di giovedì Resta ferma, cioè, la «terza risorsa» che equivale all' 1,4 per cento dell'imponibile Iva; ma limitatamente — per i Paesi che hanno univa particolarmente elevata rispetto al Pnl — al 55 per cento del rapporto fra le due voci; la «quarta risorsa» (e Delors si è impegnato a presentare entro 11 '92 una nuova formula) è determinata dal Pnl (e non dalla differenza tra Pnl e Iva, che sarebbe stata punitiva per l'Italia). Da quest'anno il costo supplementare per noi sarà contenuto in 186 milioni di Ecu, e in 400 nel 1992. Fon '.1 strutturali *— Anche qui Gorla ha quasi ottenuto ciò che voleva. Il raddoppio da 7 a 14 miliardi annui di Ecu non avverrà fra l'88 e il '92; ma slitterà tll un anno, e già nel '92 l'aumento sarà del 90 per cento, con benefici su base regionale (come è sempre stato) e non nazionale. Disciplina di bilancio — Il quadro di riferimento del bilancio agricolo è fissato ai 27,5 miliardi di Ecu che saranno la spesa 1988.1 successivi aumenti annuali non potranno superare 11 74 per cento dell'aumento del Pnl. Stabilizzatori agricoli — Sono stati, fra gli scogli della Cee, quelli che hanno silurato il vertice di Copenaghen e maggiormente minacciato quello di Bruxelles, n nodo principale, su cui si era attestata la resistenza della Thatcher, è stato 11 «tetto» per i cereali: garanzie fino a 160 milioni di tonnellate l'anno, ha insistito la presidenza tedesca facendo proprie le istanze elettorali francesi; non una tonnellata più di 155 milioni, ha sempre insistito la «lady di ferro». Ma alla fine ha accettato, in cambio di severe e automatiche riduzioni di prezzo (3 per cento), per quattro anni, se quel limite sarà superato di un solo grammo. Rimborso a Londra — E' stato definito «la carota di Kohl per la Thatcher*. Si è trovata l'intesa, con uno sconto per la Germania (già contribuente netto) ma senza dimezzamento — come Goria auspicava — per 1 quattro Paesi «poveri» dell'Europa: Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda. Fabio Galvano