Paura del dopo a Kabul

Paura del dopo a Kabul La resistenza: unità nazionale o è il massacro Paura del dopo a Kabul Il leader dell'alleanza fra i sette partiti in esilio: «Nel governo anche afghani filosovietici, purché siano islamici e non coinvolti in crimini» - Ma sul ruolo da affidare all'ex sovrano i ribelli sono divisi DI RITORNO DA PE8HAWAR.— «JVoi afghani siamo d'accordo su una cosa sola: il non poter andare d'accordo-, diceva scherzando il professor Sayd Majruh, direttore del Centro di informazione afghano a Peshawar. Gli avevo domandato se vale sempre il vecchio ' detto che -gli afghani sono eccellenti guerrieri, soprattutto quando si battono tra di loro- e se temesse (come quasi tutti i comandanti del mujaheddln) che il giorno della partenza delle truppe sovietiche nell'Afghanistan «scoppi la guerra civile- e ci sia un ^terribile bagno di sangue-. •No — aveva risposto Majruh. ex preside della facoltà di Lettere a Kabul, ideologo disarmato della resistenza antisovietica — non scoppierà nulla, formeremo un governo nazionale islamico, ci riuniremo intorno all'ex re Zahir Shak (in esilio a Roma, ndr). 51, è vero, abbiamo le nostre dispute, ma siamo uniti contro i nostri nemici comuni, gli invasori russi e i fantocci del governo di Kabul. L'Islam e Marx non possono andare d'accordo, noi troveremo il modo di riuscirci. Non ci saranno né guerra civile né bagno di sangue-. n professore diceva queste cose l'altro lunedi, Interrompendo una riunione di una dozzina di barbuti capi partigiani col turbante e 11 Kalashnikov a tracolla venuti dall'Interno dell'Afghanistan per riferire sulle ultime operazioni militari. Giovedì scorso, Majruh è stato assassinato. Due uomini armati si sono presentati nel suo ufficio non vigilato né protetto in una baracca della periferìa, e gli hanno tirato una raffica. Benché fosse stato minacciato più volte da gruppi estremisti di ribelli per le sue critiche a -ambizioni personali e differenze ideologiche che minano la resistenza-, l'ex docente aveva fiducia. Minimizzava i rischi, dicendo: -Ogni tanto qualcuno tira sassi contro la mia auto-. C'è una sola altra persona, delle decine incontrate a Peshawar e nei campi base della resistenza fuori citta, che non ha paura del futuro, che minimizza i pericoli di lotte intestine e nega decisaménte il rischio di una guerra civile dopo che 1 russi se ne saranno andati. E' Gulbeddln Hikmatyar. 11 capo di Hlzb-e-Islami, 11 più estremista e il meglio organizzato del partiti della resistenza, considerato dal defunto professor Majruh •il più. freddo e calcolatoredei politici in esilio. Tutti gli altri — comandanti partigiani, portavoce dei partiti, profughi afghani, giornalisti pakistani, diplomatici e osservatori stranieri — sono dell'opinione che con il ritiro-dell'Armata Rossa l'Afghanistan piomberà nel caos. -Sarà il nuovo Libano — dice il professore Hasan Kakar, docente di Storia moderna all'Università di Kabul, che per motivi politici ha trascorso cinque anni nel carcere afghano di Pul-e-Charkhi — e Kabul farà dimenticare Beirut. Il bagno di sangue è già programmato. Gli estremisti stanno accumulando le armi, verranno regolati conti di faide tribali vecchie di secoli-. Costituzione islamica Gulbeddin Hikmatyar, il più temuto del capi mujaheddln, non è d'accordo. Nei giorni scorsi — si dice — ha ricevuto la visita del petroliere americano Arni and Hammer, gradito a Mosca e sovente intermediario del Cremlino, studiando con lui le modalità di un «incruento passaggio dei poteri». Anche Yunis Khalìs, presidente dell'alleanza fra i gruppi ribelli, ha visto 11 miliardario americano e il mediatore delle Nazioni Unite, Diego Cordoez, proponendo loro la formazione di un governo provvisorio a Kabul che subentri a quello del comunista Najib. I due Intermediari avrebbero approvato. Con sguardo ascetico, in una saletta del suo campo base fortificato di Shamshatù, Gulbeddin detta a bassa voce: -Il Consiglio supremo dell'alleanza dei sette partiti della resistenza ha proposto di formare un governo di transizione. Ci sarà un Consiglio di reggenza di dieci persone, che designerà il capo del governo provvisorio e fisserà le norme per etesii il democratiche da te re entro dieci mesi. Il Consiglio preparerà una nuova Costituzione islamica per un Afghanistan libero, non allineato, estraneo a patti militari e libero da basi straniere-. • Ci hanno provato in molti, a creare lo Stato islamico modello — spiega — ma hanno fallito, a cominciare da Khomeini in Iran, dove un anno dopo il suo ritorno sono cominciate le dimostrazioni: un sacco di gente è stata mandata a morte e le carceri ora sono piene di avversari politici. No; le assicuro che dopo il ritiro dei russi nell'Afghanistan tornerà la pace perché gli afghani non seguiranno mai un partito che vuole imporsi con la forza. Dicono che questo partito violento siamo noi, ci accusano di ogni sorta di misfatti. Ma sono tutte calunnie e menzogne. Siamo i soli che vogliono libere elezioni, e perciò siamo anche i soli che dicono che non ci saranno né guerra civile né bagno di sangue. Chi verrà eletto capo del governo, governerà. L'unico che rifiutiamo è l'ex re-. In Zahir Shah Invece molti capi della resistenza vedono l'unica speranza per salvare l'Afghanistan da una guerra civile. Vogliono Il suo ritorno anche diversi comandanti che combattono da otto anni sulle montagne, lo desidera (secondo un sondaggio opinabile) il 72 per cento dei tre milioni di profughi afghani ospiti dei campi di raccolta nel Pakistan, lo gradirebbero anche (e si dice che l'americano Hammer ne avrebbe parlato con Hikmatyar) i signori del Cremlino per cristallizzare intorno a lui le fazioni ostili, •Il problema del dopo é — diceva il professor Majruh, assassinato giovedì — che noi della resistenza non abbiamo un capo riconosciuto, un personaggio dotato di carisma, ma soltanto tanti piccoli capi che rappresentano male la resistenza per quel che è, ut; genuina lotta di popolc L'unica figura simbolica della unità'in libertà è il re Zahir. Shah-. Yunis Khales, presidente di turno dell'alleanza dei mujaheddin, .assolutamente contrario all'ex re («1 russi lo vogliono — dice — per creare disordini-), ha già messo le mani avanti. Dopo avere visto il petroliere americano Hammer, ha detto che i sette partiti della resistenza hanno proposto la formazione di un governo ad interim a Kabul nel quale potrebbero entrare, Insieme con 1 mujaheddln, anch'* personaggi che attualmei collaborano con i comu isti al potfit;. ma a due c. iJ'àoni: chu siamo musu. tu ti e non si siano n»ùochut'ti, di crìmini. In questo compri v messo il vecchio Khales vede Y-unica possibilità- per evitare una lotta per il potere. «Come nell'Iran» • Tutte chiacchiere — dice un americano che è stato a lungo a Teheran e non vuole venire identificato — Noi occidentali stiamo commettendo lo stesso sbaglio che nell'Iran. Allora, giustamente, eravamo tutti contro lo FiXà e ai osannare all'ayatollah Khomeini, ora siamo, altrettanto giustamente, tutti contro i russi a fare l'agiografia dei mujaheddin, con la Cia a riempirli di armi, soprattutto quelli più pericolosi. Quando i russi se ne saranno andati, se par'iranno, a Kabul sarà l'ir' ri\o-. Le s ;iite raiole — everrà civile p W.r »o di sangue Impiega anche Mir Ghous Bakhsii i^iw'jo, capo di! partito nazior 'e ; kii tano (liberale d. sir.ist; il che. si oppone al regim • et» 1 presidente Zia-ul-i'.h^ «i/y paura; ho molla pam a — ài-.l'anziano Bizenj".. ie.è appena rientrato da Mosca, dove ha trascorso due mi si e si appresta a -ornare nei suo Belucistan —. Ho paura come non l'ho mai avuta nella mia lunga vita. Ho paura della guerra civile e di un bagno di sangue qui ■ù nostri confini. Ho paura so; rattutto ->ì un governo dei mujahed'iin, che sareb- e un vero pericolo per la yvee e riP' il nondo. Soltanto VA iterU.- . se vuole, rtuò impedire. Tito San**