Parla il diario di Giorgia di Ezio Mascarino

Parla il diario di Giorgia In un centinaio di pagine forse la traccia che porta all'omicida della giovane Parla il diario di Giorgia Un mare di annotazioni e di nomi -1 genitori: «E' stato certo un amico» - La polizia ha già interrogato una trentina di persone Un diario, la copertina nera, un centinaio di pàgine piene di annotazioni quotidiane ('Oggi è stata una giornata felice...»), a volte curiose (•Franco è un tipo interessante perché...*), spesso personali («mi ero illusa di avere trovato l'anima gemella»). Da quelle pagine affiorano frammenti di vita di Giorgia Padoan, studentessa in lingue, 20 anni compiuti 11 12 dicembre scorso, assassinata mercoledì mattina nel suo alloggio al terzo piano di via Gottardo 207. Ma In quelle pagine c'è, forse, anche la traccia per scoprire chi l'ha uccisa, strozzata e soffocata, quel mattino tra le 10 e le 11. La mamma, Ivana Maccherone, 47 anni, impiegata alle Poste di via Alfieri, ha trovata 11 cadavere alle 13,40, rientrando dal lavoro. Racconta: • Giorgia era nel tinello, le ginocchia a terra, il corpo riverso sul divano, gli abiti in disordine, il volto so/focato in un cuscino'. L'alloggio era pieno di gas, i rubinetti del fornello aperti. Ho pensato ad una disgrazia, un malore mentre preparava pranzo. Poi, quando l'ho mossa, quei segni attorno al collo...-. L'esame necroscopico, compiuto dal prof. Baima-Bollone, conferma: la ragazza è stata aggredita, c'è stato un tentativo di violenza, lei si è difesa; una corda (o, forse, una catena?) stretta al collo mentre l'aggressore tentava di soffocarla, premendole 11 volto sul cuscino. Perché? Cosa è accaduto in quell'alloggio? E chi è l'omicida? Molte ombre di questo delitto sono ancora da dissipare. Una cosa è certa: Giorgia conosceva l'assassino. Lo ha fatto entrare con l'abituale allegria; gli ha preparato il caffè («lei che non lo prendeva mai., annota ora la mamma). L'aggressione: lei che si difende e grida ('Mamma, mamma*, ricorda di aver sentito una vicina), una delle tazze si rovescia, Il caffè si spande sul pavimento. Poi la simulazione della disgrazia, forse di un suicidio: due rubinetti del gas aperti frettolosamente, passi veloci nella piccola cucina, una scarpa che calpesta la macchia scura dèi caffè a terra, l'impronta della suola in gomma rimane sul pavimento. Infine la corsa per le scale, giù dal terzo piano, fino alla strada. Una vicina sente del trambusto («Ho pensato a qualcuno in ritardo per il lavoro», dirà poi), la fuga tra i passanti, In un tiepido sole primaverile. Dicono in questura: «Per scoprire l'assassino bisogna ricostruire la vita di Giorgia». Da tre giorni si scava su lei, sulle sue amicizie, sui suoi movimenti abituali. E, per scoprire questi aspetti, il suo diario, quel diario dalla copertina nera, diventa importante. • Una ragazza dolce, affettuosa», dicono tutti. Era nata in quel quartiere, 1 primi passi per via Gottardo, lungo il trincerane della ferrovia. Poi le elementari, le medie, 11 liceo scientifico all' Einstein. Il padre, Roberto Padoan, 50 anni (anche lui già dipendente alle Poste, oggi in pensione, lavora in una palestra), dice: «Le piaceva studiare, a scuola mai nessuna preoccupazione». I genitori si sono divisi una decina di anni fa. Giorgia viveva con la mamma, in via Gottardo: due camere da letto, il soggiorno, 11 tinello; i! padre ha un alloggio In via Leoncavallo 45/a, a pochi Isolati da quello della moglie. I rapporti tra i due coniugi sono rimasti buoni: si vedono spesso, la famiglia fa le vacanze assieme. Giorgia dopo il liceo si è iscritta all'università: Lingue. Frequentava il secondo anno: •Proprio sabato scorso aveva dato l'esame scritto di tedesco, le era andato bene — ricorda il padre —. Aveva un altro impegno importante. Letteratura americana. Si stava preparando con attenzione, poi saremmo andati in vacanza assieme, nelle Anttlle. Era il suo sogno, le piaceva viaggiare, girare il mondo». La mamma: 'Voleva diventare hostess, aveva persino fatto domanda all'Ali ta¬ na. Non fu accolta. Era allegra, curiosa, interessata a tutto e a tutti». Dal suo diario traspare questa gioia di vivere e questo Interesse verso gli altri, i compagni di scuola, di quartiere. A quelle pagine confida brevi «storie» con questo o quell'amico, quasi tutti ex compagni del liceo o studenti conosciuti all'Università. Annota spesso, con meticolosità, le sue giornate: la mattina in facoltà, il pomeriggio a casa a studiare, la sera In discoteca. In pizzeria, con gli amici. E di questi amici, spesso, fa 1 nomi: Franco, Roberto, Alfredo, Stefano. Problemi non ne aveva. I genitori: «Era molto indipendente e aperta, si confidava sempre con noi. Ci ha parlato persino di relazioni che potevano diventare importanti e che invece, poi, sono finite nel nulla». Pare, quindi, da escludere una «storia» segreta. E allora quella persona che lei ha fatto entrare l'altra mattina nell'alloggio è necessariamente un amico, qualcuno che aveva conosciuto recentemente in facoltà, oppure un ex compagno di scuola. La polizia ne ha già sentiti parecchi, una trentina, molti loro nomi sono affiorati proprio dalle pagine di quel diario sul quale lei annotava quasi tutto. E dove, più volte, esprime il desiderio di trovare •l'anima gemella». Questo suo sogno è stato cancellato l'altra mattina: la sua abituale allegria, il caffè, poi l'aggressione, la tentata violenza, la corda stretta al collo, il volto schiacciato sul cuscino, un grido: •Mamma, mamma». Ezio Mascarino

Persone citate: Baima, Bollone, Einstein, Giorgia Padoan, Ivana Maccherone, Roberto Padoan