Aids perché l'ltalia rischia di più

Aids, perché l'Italia rischia di più Il virus cresce più rapidamente che o altri Paesi europei ed è legato alla diffusione dell'eroina Aids, perché l'Italia rischia di più Il 64% dei malati è tossicodipendente - Gli esperti: «Sono necessari controlli di massa, scopriremmo un alto numero di portatori > DAI NOSTRI INVIATI MILANO — Al convegno sull'Aids di fine gennaio a Londra è risultato che, rispetto agli altri Paesi, la situazione italiana è anomala e più grave: la diffusione dell'Aids è legata soprattutto a quella dell'eroina. Il 64 per cento dal malati sono tossicodipendenti. Ma 11 tributò della droga all'Aids raggiunge il 72 per cento se si aggiungono 1 casi di tossicodipendenti omosessuali, le partner e 1 figli di drogati. La Spagna ha una percentuale che si avvicina alla nostra, ma la media del resto dell'Europa è 11 19 per cento (a Londra non supera il 5), quella nordamericana il 17. I dati che riguardano le regioni italiane confermano che la diffusione della malattia è più alta dove circola piti droga. Il 40 per cento dei casi di Aids in Italia si hanno in Lombardia, la sola provincia di Milano ne registra il 26 per cento. E Milano è in prima linea anche sul fronte della droga. Cinquecentomila siringhe raccolte negli ultimi nove mesi nei parchi, nei giardini, sul marciapiedi, perfino nelle cassette della posta. Il dottor Gabriele Codini dell'Ufficio tossicodipendenti del Comune ritiene che 1 tossicomani milanesi siano da 12 a 20 mila. 81 teme che quelli portatori di Aids siano oltre diecimila. In questa mappa territoriale (più eroina, più Aids) fa eccezione Napoli. Qui di droga se ne consuma parecchia, forse più che in altre grandi citta, 1 tossicomani in Campania sarebbero 80-90 milaMa la percentuale dei casi di Aids è relativamente bassa. A Napoli sono soltanto il 34 per cento i malati di Aids tossicodipendenti: poco più della meta della media italiana. Come si spiega? II dottor Marco Petrilla dell'Ufficio epidemiologico e profilassi' della Regione campana dice: 'Altrove pre- vale il gruppo o la coppia: ci si scambia la siringa e con questa, a volte, anche il virus. Il tossicomane napoletano, con poche eccezioni, è un solitario-. Per il dottor Donato Greco dell'Istituto superiore della Sanità c'è il fatto che al Nord l'Aids è arrivato prima, ma non c'è da farsi Illusioni: al Sud la malattia evolve in ritardo, ma inesorabilmente, n professor Marcello Monti della Cllnica dermatologica dell'Università di Milano dice: «/ dati di Napoli non rispecchiano la realtà della diffusione del virus perché i tossicomani che ricorrono ai centri e si sottopongono al test sono molto meno che da noi e in altre citta». Perchè siamo il Paese dove sono i tossicomani 1 più colpiti dall'Aids? Risponde il giovane professor Monti: •In Italia ci si è mossi tardi e male. In Inghilterra, negli anni '82 e '83 quando si è cominciato a parlare di Aids, sono stati affissi manifesti: ■Se proprio volete drogarvi fatelo, ma non scambiatevi la siringa». In Italia, sitti. Un vuoto penoso. Praticamente, fino all'86 non si sono presi provvedimenti particolari. Si sono persi tre, quattro anni». Va detto che già di per sé l'eroina, come qualsiasi stupefacente anche quelli «leggeri», abbassa le difese immunitarie. Comunque, veicolo dell'Infezione è la siringa. Anzi, 11 suo uso promiscuo. La siringa dell'eroinomane è quella per l'insulina: costa 400 lire, anche meno. Niente in con- franto al costo della droga. Non è per risparmiare poche lire che ci si passa l'ago. (Soltanto in carcere la siringa è preziosa, ed è continuamente scambiata, con conseguenze spaventose. Ma di questo si dirà in un prossimo articolo). Dunque, non è questione di risparmio, e allora? -C'è che quando l'eroina è arrivata in Italia, lo scambio della siringa e il "buco" di gruppo è diventato una sorta di rituale. Questa cultura della siringa in comune in parte è rimasta-, dice Codini. Una dose in siringa è suddivisa tra più persone, divisa nella coppia. Questo accade tra i tossicomani abituali; accade soprattutto tra i «drogati del sabato». Quelli del sesso e droga il sabato sera. Due anni fa, il primo allarme degli esperti del ministero della Sanità: -C'è la conferma che un nucleo consistente di sieropositivi è rappresentato da giovani regolarmente occupati. Si tratta dei cosidetti weekenders, cioè soggètti che non presentano abitualmente disurbi di comportamento ni compiono atti antisociali. Si riuniscono il sabato: in genere il rito è collettivo e i rapporti sessuali di questi giovani avvengono con donne che, in buona parte, diventano sieropositive-. Un esercito di infetti, che hanno una vita sessuale dinamica e promiscua. Si è detto che per l'alta percentuale di malati di Aids tossicomani la situazio¬ ne italiana è anomala e più grave. Ne fa probabilmente il Paese più «a rischio». Ecco i dati portati dal nostro ministero della Sanità al convegno di Londra: alle fine del 1987 i casi di Aids accertati in Italia erano 1478 (1184 uomini, 394 donne). I morti 728 (il 54 per cento dei malati). Alla fine dell'88 i casi saranno tre o quattromila, nelì'89 diventeranno setteottomila. Il documento del nostro ministero afferma che -la curva epidemica del¬ l'Aids in Italia sembra crescere più velocemente di quella di altri Paesi-. -Il tossicomane sieropositivo, per lo più eterosessuale, è un grosso diffusore della malattia tra la popolazione non "a rischio"-, dice il professor Monti. E dice che il primo caso europeo di tossicodipendente risultato positivo si è avuto a Milano, nell'83. • Venivano da noi tossicomani che stavano male, debilitati da una strana infezione, con linfonodi, eccetera. Allo¬ ra non c'era il test per accertare la sieropositività e non si pensava che si trattasse di Aids, perché al suo apparire si era detto che questa era una malattia degli omosessuali. Quale errore! Poi si è capito, ma anche allora il nostro ministero della Sanità non è intervenuto come la situazione richiedeva e siamo arrivati a questi risultati, che pagheremo gravemente, perché siamo uno dei Paesi che avrà uno dei più alti tassi di casi di Aids-. Arrivano alla Clinica di via Pace giovani che sono sieropositivi da alcuni anni. In questo tempo hanno vissuto normalmente, nessuno può dire se e quante persone hanno contagiato. Ma si hanno dati allarmanti: sul totale dei casi di Aids la popolazione non «a rischio» rappresentava l'uno per cento nell'85, il 3 per cento nell'86, ora è il 5,6 per cento. Dice Monti: -C'è da chiedersi quanti sieropositivi, non sapendo di esserlo, vivranno cinque o anche ventanni conducendo un'esistenza normale, quindi con un alto rischio di diffondere il virus attraverso rapporti sessuali-. I tossicomani infetti vengono stimati più di centomila in Italia. «Se faccessimo uno screening di massa scopriremmo un alto numero di portatori del virus che ignorano di averlo, che magari hanno avuto episodi di droga, ma superati. Tutti potenzialmente pericolosi. Mine vaganti-, dice la dottoressa Rosanna Tommasi dell'Ufficio tossicodipendenti del Co¬ mune di Milano E dice che ormai 11 tossicomane non si configura più soltanto come un disgraziato con le stigmate evidenti del drogato. Diverse, rispetto a quelle di una decina di anni fa, sono le motivazioni dell'assunzione dello stupefacente. Solo il 9 per cento ne parla come di una protesta contro la società e altrettanti come di una sfida alla società, il 7 per cento dice che la droga gli serve per conoscersi meglio. Ora le motivazioni prevalenti del tossicomane sono la ricerca della tranquillità o il piacere. Secondo il professor Monti sta emergendo un nuovo gruppo «a rischio»: gli adolescenti che frequentano un certo tipo di discoteche. Agli ambulatori un alto numero di sieropositivi dicono di non conoscere la fonte del contagio né quando è avvenuto. Le conseguenze sono talvolta devastanti. La dottoressa Tommasi cita un caso. Una giovane signora (non milanese) da ragazza ha avuto un episodio di eroina: durato due mesi, ne è uscita definitivamente. Si è sposata e non ha detto nulla al marito di questa remota e rimossa storia di droga. Ora lei ha l'Aids, il marito è sieropositivo. Hanno avuto una bimba che è morta dopo pochi mesi di questo male. Al convegno di Londra è risultato che l'Italia ha la percentuale più alta di «bimbi Aids». Sono 54 i bambini con il virus di questa malattia: 44 sono figli di madri tossicodipendenti, anche di quelle che hanno smesso con la droga negli ultimi sei. sette anni. Comunque, l'Aids pediatrico sta diminuendo. Quattro anni fa i bambini costituivano il 12 per cento dei casi di Aids in Italia. Ora sono scesi all'uno e mezzo per cento. Perché si abortisce. Angelo Conti, Luciano Curino, Marco Neirotti Un medico lancia l'allarme. «Chiediamoci quanti tossicomani, sieropositivi non sapendo di esserlo, vivranno per anni normalmente... Rischeranno di diffondere Ornale attraverso i rapporti sessuali». i Napoli. Un giovane ha perso i sensi sotto l'effetto della droga, ma nessuno gli presta aiuto o attenzione (Grazia Neri)

Persone citate: Angelo Conti, Codini, Donato Greco, Gabriele Codini, Grazia Neri, Luciano Curino, Marco Neirotti, Rosanna Tommasi, Tommasi