Colpo di scena nelle indagini per la morte del panettiere Confessa: «L'ho ucciso io»
Confessa: «L'ho ucciso io» Colpo di scéna nelle indagini per la mòrte del panettiere Confessa: «L'ho ucciso io» Il garzone di bottega, 18 anni compiuti ieri, è crollato dopo tredici ore d'interrogatorio «Non mi pagava da mesi, mi maltrattava» - Tra le lacrime ha parlato di una lite violènta e di un pugno » Il seppellimento nella notte, sotto la pioggia, con la pala trovata in negozio Ha cominciato a confessare alle 20. dopo tredici ore di interrogatorio. «Si, sono «tato io. Non volevo. Abbiamo incominciato a litigare, non. ci ho più visto», ha mormorato tra le lacrime Giuseppe Vizzinl, 18 anni compiuti proprio ieri; garzone del panettiere di Strambino, il padre era fuori, ad aspettare, nel corridoi del commisssariatodl Ivrea. La madre è andata subito a casa, in viale Kennedy 67, nel quartiere popolare di Bellavista, a prendergli gU abiti e qualcosa da mangiare. L'autore dell'assassinio di Carmelo Rizzo, 49 anni, ora forse ha un nome. Il ragazzo era stato accompagnato, ieri all'alba, dal carabinieri e dalla polizia in commissariato. Per tutto il giorno è stato sentito, nella veste di teste, dal vicequestore Calesini e dal capitano dei carabinieri, Buono, e alla fine è crollato. In serata è arrivato il magistrato che coordina l'inchiesta, il sostituto procuratore Palumbo, a cui il giovane ha ripetuto le sue ammissioni, presente il difensore, l'aw. Alberto Stratta. Molti gli elementi che pesavano sul giovane. Il primo: c'era una pala all'Interno della panetteria di Borgofranco e dopo il delitto non si trovava più. Una pala uguale a quella ritrovata sulle rive del Chiusetta, poco lontano da dove era sepolto il panettiere. Il secondo. Era stato Giuseppe Vizzini a dare l'allarme per la scomparsa. Aveva raccontato: -L'ho aspettato davanti alla panetteria fino a mezzanotte, poi sono andato a Montalto a piedi a telefonare'. A Montalto, a piedi, a tre chilometri di distanza dalla panetteria, sotto la pioggia, quando a Borgofranco, poco lontano dalla panetteria, c'era un bar aperto. Perché? Il maresciallo Sebastiani e il brigadiere Guadalupi glielo hanno chiesto per ore, e lui a ripetere che si trattava soltanto di un caso, che voleva camminare un po'. Perché il delitto? .Non mi pagava da mesi, mi maltrattava. Appena è arrivato, abbiamo incorniciato a litigare per l'ennesima volta. Ad un certo punto gli ho data un pugno. Lui e caduto a terra». Poi il ragazzo ancora gonfio d'Ira, deve avergli stretto la mano sulla faccia. Cosi Carmelo Rizzo è morto soffocato, secondo la prima ricostruzione di carabinieri e polizia. Quando si è reso conto di ciò che era successo, ha caricato 11 corpo sul Ducato dello stesso Rizzo, lo ha trasportato sulle rive del Chiusetta. Dietro si era portato la pala trovata In panetteria, e lo ha sepolto. Ha fatto tutto da solo? E' la risposta che gli Inquirenti devono ancora dare. A piedi (il furgone era rimasto impantanato), sotto la pioggia, sarebbe tornato verso casa sua. Aveva comprato un motorino, all'insaputa dei genitori, che teneva parcheggiato poco lontano. Con quello voleva tornare a Borgofranco, per dare l'ai' larme della scomparsa. Ma strada facendo scorge una pattuglia di carabinieri, si spaventa, ha paura di essere visto. E si ferma a Montalto, in località Culotto. Da qui telefona alla famiglia del panettiere: «Carmelo non è arrivata. Come mài?». E' sempre da qui telefona a casa: 'Papà, vienimi a prendere: Giuseppe Vizzini non ha avuto il coraggio di andare al funerali Nessuno l'ha visto. Madre e padre non hanno sospettato nulla. La famiglia Vizzinl è siciliana d'origine, come Carmelo Rizzo. Vivono da sempre a Ivrea, dove il padre Baldassarre lavora come operalo. Ha raccontato la madre ieri pomeriggio, davanti al commissariato, quando ancora non sapeva che suo figlio avrebbe confessato: -Non lo so. Non capisco cosa stia accadendo. Sono venuti questa mattina atte 6,30, in casa. Dormivamo tutti, e lo hanno portato qui». Continuava a ripetere: •Mio figlio non sa niente. Quella sera è andato via alle 22, come tutte le sere. Ha preso il pullman ed è aridato a Borgofranco. E' arrivato li alle 23. Ha aspettato davanti alla panetteria fino a mezzanotte e poi è andata a telefonare». Era pagato bene? •Lavorava li dal settembre '86, da un anno era stata messo a posto con i libretti. Prendeva 700 mila lire al mese. Ma erano 8 mesi che non gli dava una lira. Voleva imparare il mestiere, anche il fratello più grande è panettiere. Ho un'altra figlia più piccola». E poi, quasi piangendo: «Ma perché lo tengono? Cosa vogliono sapere da lui, lui non sa niente della vita del panettiere, non si parlavano quasi». Giuliana Mongelli Guido Novaria Giuseppe Vizzini: ha confessato. La madre: «Non lo pagava»
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