Guerra di camorra a Napoli un morto ogni trentasei ore di Fulvio Milone

Guerra di camorra a Napoli un morto ogni trentasei ore I boss si sfidano per raccogliere l'eredità di Raffaele Cutolo Guerra di camorra a Napoli un morto ogni trentasei ore Ventuno vittime dall'inizio dell'anno - Droga e scommesse clandestine sono i terreni di battaglia DAL NOSTRO COf RISPONDENTE napoli — Quelle di Irene e Carmela sono storie di violenza e di morte. Ventisette anni la prima, vontotto la seconda, sono entiarr.be vittime innocenti della r • ova guerra tra bande dt.U camorra. 'Una guerra bastarda, senza regole, neanche quelle che un tempo erano ritenute sacre dalla stessa malavita organizzata», dice l'ufficiale dei carabinieri mentre mostra un elenco dei morti ammazzati a Napoli e in provincia: ventuno dall'inizio dell'anno, con una media di uno ogni trentasei ore. Sabato 30 gennaio, alle dieci di sera: alla periferia di Pomlgliano d'Arco, in via dei Romani, brillano le luci al neon dell'autosalone «Blu». Quegli ampi locali nuovi, che odorano ancora di vernice fresca, sono il risultato di trent'anni di lavoro di Antonio Foglia, un brav'uomo, grossista di frutta e verdure di Nola, centro commerciale della provincia di Napoli. Quattrocento milioni gli è costato quel negozio, ma sono soldi spesi bene: «Cosi vi lascio un'attività bene avviata. E tra cent'anni, quando chiuderò gli occhi, voi avrete di che campare», dice alle fi¬ glie Irene, 27 anni, apprendista notaio, sposata e in attesa del secondo figlio, e Lucia, di due anni più giovane. Si guarda in giro soddisfatto, mentre una trentina di invitati alla festa d'inaugurazione si aggirano tra le auto esposte. Si rabbuia solo per un attimo, quando scorge tra gli altri 11 volto noto di Domenico Balletta. Quello è un tipaccio, sarebbe meglio tenersene alla larga: ai tempi d'oro di «don» Raffaele Cutolo faceva il bello e 11 cattivo tempo. Ma è acqua passata; t poi, «Mimmo» Balletta non si poteva non Invitarlo: uno come lui è meglii n ofter. derlo, anche perei.- 6 carente, sia pure alla lo. fc J: Nicola Velotti, il rr. .11 Irene. Ciò che accade nell'autosalone poco dopo le ventidue lo racconteranno i testimoni ai carabinieri. Arrivano in cinque, su di una grossa berlina. Orasse sciarpe nascondono i volti fin sul naso. Oli occhi scrutano tra gli invitati, e si fissano sulla nuca di Domenico Balletta. Nell'autosalone i colpi di pistola rimbombano assordanti. •Mimmo» cade fulminato, ma sul pavimento, con 11 ve¬ stito inzuppato di sangue, c'è anche Irene. L'ha uccisa un proiettile vagante, uno del trenta sparati dai sicari. •Irene Foglia — assicurano i carabinieri di Pomlgliano d'Arco — è morta solo perché al momento della sparatoria si trovava tra Balletta e i suol assassini. La ragazza non c'entrava niente». E nulla c'entrava Carmela Cimmino, ventott'anni, commessa in una boutique. E' morta due settimane fa a Napoli con il cuore squarciato da una scarica di lupara, solo perché si trovava In ompagnia dell'uomo che 1 u>.va. Salvatore Fiorillo, netto «Settebbeilìzzi». gvaglione di malavita giustiziato perché si era messo in testa di controllare il racket c!> Ile estorsioni sulla collina dei Vomere Ventuno vittime della camorra in trentacinque giorni: l'ultimo in ordine di tempo è Ciro Lauri, fratello di Achille, uno dei p Imi pentiti della camorra. E stato ammazzato a San Gennaro Vesuviano, ad una trentina di chilometri dal capoluogo. Vendetta trasversale contro l'.infame» che ha collaborato con la giustizia? Se è cosi, Ciro Lauri è la seconda vitti- ma innocente in famiglia: già quattro anni fa, Infatti, la camorra volle punire Achille uccidendogli un altro fratello, Antonio. . Magistrati, poliziotti e carabinieri dicono che, per individuare le radici di questa nuova guerra esplosa dopo un lungo periodo di calma apparente, occorrerebbe tracciare una nuova mappa della «malanapoli». 'La verità — ammette 11 giudice istruttore Alessandro Pennasllico, da anni alle prese con la complicata inchiesta sull'omicidio del criminologo Aldo Semerari — è che sappiamo ciò che ormai è alle nostre spalle, ma non quello che sta accadendo». Vale a dire? «.Dopo la grande guerra tra la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e le bande consorziate nella Nuova Famiglia, tutto sembrava piuttosto chiaro: Cutolo era lo sconfitto, gli altri i vincitori. Sappiamo che i vecchi equilibri tra le bande anticutoliane sono saltati, ma è troppo poco». In attesa di saperne di più, la polizia risponde all'offensiva camorrista mostrando i muscoli. Compie azioni dimostrative, come a Torre Annunziata, feudo del trafficante di droga Valentino Gionta. Centocinquanta agenti della squadra mobile hanno invaso il «Quadrilatero delle Carceri», il rione più vecchio della città vesuviana. Sotto i palazzi pericolanti e da tempo disabitati, la polizia ha scoperto un labirinto di cunicoli, rifugio sicuro per i latitanti della zona. Le vecchie alleanze non valgono più: relegato 11 veccnio padrino di Ottaviano nel tetro carcere dell'Asinara, i grandi capi come Antonio Bardellino, Lorenzo Nuvoletta, i fratelli Giuliano, i Lorusso. i Baratto combattono la dura guerra per il controllo del traffico della droga, del lotto e del totocalcio clandestino; -delle estorsioni, delle rapine. Ma lo fanno per interposta persona, muovono sui campi di battaglia nuove pedine, i cui volti e nomi sono ancora avvolti nel mistero. Ogni quartiere cittadino, ogni paese della provincia sono terreni di scontro tra bande i cui capi operativi agiscono in nome e per conto dei grandi burattinai. Salvatore Fiorillo, quel «Settebbellizzi. ucciso venerdì 8 gennaio con la sua amica, apparteneva con ogni probabilità a questa nuova leva di quadri intermedi: aspirava a prendere il posto di Sergio Vigilante, il defunto «capobastone» del quartiere. Ma il suo nome, la polizia l'ha saputo troppo tardi: «Settebbellizzi», ormai, era morto e sepolto. Fulvio Milone

Luoghi citati: Napoli, Ottaviano, San Gennaro Vesuviano, Torre Annunziata