D bob da Cervinia guarda ora a Torino

D bob da Cervinia guarda ora a Torino D bob da Cervinia guarda ora a Torino SI sta concludendo proprio in questi giorni (29 e 30 gennaio) a Cervinia il campionato di bob della Rovai Army inglese, al quale partecipano 16 equipaggi che hanno già affrontato cinque giorni di prove. Questa é la conferma del simpatico gemellaggio che esiste tra la celebre stazione invernale valdostana e gli sportivi anglosassoni. La pista del lago Blu, che é certamente il più bel tracciato naturale del mondo, ha festeggiato quest'anno il venticinquennio della sua inaugurazione e per l'occasione si é verificata un'intensa attività. Il 16 e 17 gennaio si é disputata la Coppa del mondo di bob a 2, il 21 gennaio é toccato al bob a 4 ed infine si é svolta la Coppa Internazionale Juniores Memorial Domenico Gallina, specialità bob a 2. Nel bob a 2 l'Italia si è piazzata al 3° posto con Alex Wolf e Georg Beikircher dietro la Ddr e la Germania Federale. E' stato stabilito il nuovo record della pista (l'06"70), dato che ora il tracciato è più lungo di 30 m (per una lunghezza totale di m 1570), che il «Grande labirinto» forma adesso un'unica vera e propria curva e che la cosiddetta «Azzurra», cioè la terzultima curva, è stata modificata, risultando più lunga e con curvatura più bassa. H record precedente della pista, prima cioè delle modifiche, risaliva all'anno scorso e apparteneva alla Ddr (l'03"80). Nel bob a 4 erano due gli equipaggi italiani presenti: Italia 1 (Ferriani - Meneghin - Rotensteiner - Beikircher) e Italia 2 (D'Amico Russo - Leonardi - Bussolino). Ferriani è torinese, Bussolino astigiano e Russo è un torinese d'adozione. La vittoria è andata alla Ddr, seguita da Gran Bretagna. Ancora terzi gli azzurri con Italia 2. Sembrano lontani i fasti del bob. Basta leggere i titoli dei giornali riferentisi ai mondiali di Cervinia '83 («Cervinia in festa per i mondiali: tanti sponsor, tanti ospiti, tanto pubblico») e confrontarli con le poche righe che alle recenti prove ha dedicato qualche giornale, a mo' di semplice riempitivo, per rendersi conto che il bob è uno sport in deca¬ denza, dimenticato e misconosciuto. Indubbiamente si tratta di una specialità riservata a un'elite, cioè a pochi coraggiosi, consapevoli del rischio che corrono a ogni discesa, animati da una grande passione, molto dotati fisicamente, preparati dai punto di vista tecni- co ed atletico e che devono inoltre disporre di attrezzature molto costose. E' indubbio che, se tutto viene lasciato all'improvvisazione e non si cerca di incentivare questo sport con aiuti e finanziamenti, esso è destinato a morire entro breve tempo. E' quello che pensa Samuele Maggi, maglia azzurra ai mondiali '83 a Cervinia, brindisino d'origine ma torinese d'adozione. «Ultimamente si è sentito parlare di bob solo per rispolverare le vecchie glorie di Vincenzo Monti, l'imbattibile, storico "Rosso volante" oppure in occasione di qualche grave incidente. «Pochissimi sanno che a Torino in un recentissimo passato — si parla del 1980 — esisteva una favolosa compagine di bobbisti che aveva cambiato il modo di impostare una squadra di bob. Si era praticamente passati da una gestione tipicamente amichevole ad una gestione di tipo tecnico-organizzati- vo di un certo livello». Maggi, allora discreto pilota di bob, decise di imprimere una svolta alla specialità e costituì il Bob Club «Banco Ambrosiano» dal nome del finanziatore. Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, la preparazione degli atleti venne affidata al prof. Michele Di Geronimo, insegnante di educazione fisica presso l'Isef di Torino. Maggi e l'insegnante, tramite il suddetto Istituto, riuscirono ad individuare alcuni elementi particolarmente idonei per questa specialità, tra cui un «certo Ivo Ferriani, attuale leader incontrastato in Italia e protagonista all'estero». Poi, le note vicende del Banco Ambrosiano fanno ripiombare nel buio la squadra, che dovette ridimensionare tutta l'attività. • ' «Animato però da una grande passione — continua Maggi — riuscii a ricostituire un Bob Club in collaborazione con lo Sci Club Sestriere, e con l'appoggio tecnico-finanziario dell'Iveco. Poi, in mancanza di fondi, la società chiuse: siamo nell'85. Maggi parteciperà "successivamente ai campionati italiani e alla Coppa del mondo (nell'86-'87) con i colorì del Bob Club Cervino ottenendo buoni risultati. Attualmente il campione ha intenzione di costituire una nuova società (la chiamerà forse Bob Club Torino), puntando prevalentemente su di una scuola di pilo- taggio e cercando, anche attraverso l'Assessorato allo sport, di portare questa disciplina difficile ma «fantastica» (per definirla con le sue stesse parole) nelle scuole, «unico reale serbatoio per tutte le attività sportive». Maggi chiude l'inter-. vista riallacciandosi all'eterna polemica: «Bob, sport per valligiani e non per cittadini». Cita l'esempio recente di Alberto Tomba, bolognese, «cittadino» dunque, vincitore di sette prove mondiali nello slalom. «Perché mai, quindi, anche nel bob i "cittadini" non sarebbero in grado di fare grandi cose?» e cita alcuni bobbisti («Pastorelli, ad esempio, è di Sanremo e Prodan di Vercelli. E' ora di finirla con certi pregiudizi»). Helen Alterio