Il Belle, calde, più false che mai

Il Belle, calde, più false che mai Il trionfo delle pellicce ecologiche Il Belle, calde, più false che mai ADDIO alla vecchia pelliccia sintetica. Era fredda, rigida e soprattutto riconoscibile a cento metri di distanza. Adesso ha cambiato nome, è diventata ecologica, è caldissima e morbida. Realizzata con fibre naturali spesso viene confusa con quella autentica. Se si è iscritti al Wwf, se non si vogliono investire due e più milioni in un capo d'abbigliamento, se la manutenzione e la custodia estiva alla fine pesano, ecco risolto il problema. Con una spesa che varia dalle 170 alle 400 mila lire si possono ir dossare perfette imitazioni di volpi, visoni e marmotte. Alla Wolves, in via Bartoli 8/a, azienda torinese leader del settore, esiste solo l'imbarazzo della scelta. Le loro clienti sono donne che possiedono già una pelliccia vera, e ne cercano una seconda un po' particolare, più spinta. Non farebbero mai una follia del genere con un capo autentico, c'è il rischio che passi di moda e può far rimpiangerela spesa sostenuta. Invece con circa 300 mila lire possono trovare finte linci e falsi castori tinti d'azzurro, rosso, verde in modelli esclusivi. Questi sono leggerissimi, non superano mai il chilo e duecento grammi. Il tessuto è in cotone e viscosa, le fibre sono assolutamente naturali con il grande vantaggio della resistenza e della morbidezza. Le contro-pellicce sono anche preferite dalle ragazze che, accolto l'appello dei naturalisti «non fare il cavernicolo», soffrono «per i 30 milioni di animali uccisi ogni anno in modo atroce». Per loro modelli coloratissimi e spiritosi. Quest'anno il top è la giacca arancione, con geroglifici grigi o neri. La linea è ampia, molto avvolgente ma anche pratica. Si trova da Skai Lav, di via Monza 6, dove sostengono che ora il mercato non rincorre più i capi che imitano gli animali. Il genere resiste solo per le persone anziane. A loro vanno i modelli classici, ma la nuova tendenza punta sul pellicciotto maculato, dai disegni geometrici, o spruzzato con colori vivaci. Per le giovanissime sono in vendita giacconi con stampati 1 personaggi dei fumetti che amano. Il fronte dell'imitazione resiste all'incalzare del lusso. La moda è seguita con attenzione e anche le pellicce acriliche, parenti povere delle ecologiche, sopravvivono grazie ai prezzi stracciati offerti. «Vanno da un minimo di 40 a un massimo di 150 mila» dicono da Dino Primon a Venaria, in via Mantovani 14, dove vengono prodotte e vendute all'ingrosso. «Costano meno e sono più calde dei pesanti astrakan che facevano tanto signora venti anni fa». Ormai la differenza è minima. Il vero dal falso può essere riconosciuto soltanto al tatto. Indossando un'ecologica, oltre a non sentire rimorsi verdi, si è più tranquille, soprattutto se si dovesse decidere di fare un viaggio in Inghilterra. Nell'isola infatti la pelliccia vera ha perso molto del suo status, e spesso la straniera poco sensibile riceve critiche al pesto degli elogi. In più l'Animai Liberation Front <Alf) è sceso sul piede di guerra e bersaglia le malcapitate con bombe alla vernice e all'acqua Il grido di battaglia è sempre lo stesso: «Non occorre la pelliccia per essere belle». Laura Carassai !*»»»?<

Persone citate: Dino Primon, Laura Carassai

Luoghi citati: Front, Inghilterra, Venaria