Com'è cresciuto il mulino ora è una centrale da 2400 MW

Com'è cresciuto il mulino ora è una centrale da 2400 MW In Turchia sull'Eufrate sta sorgendo un impianto idroelettrico da primato Com'è cresciuto il mulino ora è una centrale da 2400 MW QUASI certamente il primo gruppo turbina/alternatore della centrale idroelettrica AtatUrk, sul fiume Eufrate In Turchia, entrerà in funzione nel 1991. Sarà un impianto-chiave nello sviluppo economico del Paese. La centrale fornirà una potenza elettrica di 2400 MW ricevendo l'acqua da un invaso artificiale sotto un dislivello di 160 metri. Per potenza installata, è la terza centrale idroelettrica in costruzione e. una volta in attività, sarà la quinta al mondo, tra le più grandi mai costruite. L'acqua scaricata dalle turbine e dalla diga irrigherà un'area di oltre 900 mila ettari e costituirà il più grande impianto del genere realizzato al mondo. Molte sono le centrali idroelettriche in funzione o in costruzione sul fiume Eufrate, in Turchia, vicino alle sue sorgenti nelle montagne dell'Anatolia orientale. La centrale di Keban é la prima a monte, ed è entrata in (unzione nel 1983: sviluppa una potenza di 1420 MW sotto un dislivello di 211 metri. Più a valle la centrale di Karakaya. appena terminata, fornirà una potenza elettrica di 1800 MW con sei alternatori trascinati da altrettante turbine Francis. Le dimensioni dell'impianto di AtatUrk. con una diga lunga 1800 metri in grado di contenere un bacino artificiale di quasi 50.000 milioni di metri cubi d'acqua, la potenza elettrica sviluppata, e il sistema d'irrigazione affiancato alla centrale idroelettrica sono indice di una tecnologia che non era immaginabile solo alcune decine di anni fa. Eppure le macchine che funzionano in questo impianto, le turbine che trascinano gli alternatori, non sono invenzioni della nostra generazione, ma possono vantare illustri antenati da più di due secoli Le macchine idrauliche della centrale di AtatUrk sono ruote Francis costruite dalla Sulzer-Escher Wyss di Zurigo, la quale ha per partner, nel progetto e nella realizzazione del sistema idroelettrico, la Brown Boveri & Co. di Baden. Le turbine sono ad asse verticale: la girante palettata riceve l'acqua tangenzialmente da un condotto di alimentazione a chiocciola e la scarica in basso, assialmente. Per l'intercettazione della portata, ciascuna turbina è preceduta da una valvola a farfalla del diametro di 5,7 metri. La regolazione della macchina idraulica è possibile agendo sull'inclinazione delle palettature disposte nel distributore della girante. Le turbine Francis prendono il nome dal loro inventore, James Bicheno Francis, nato a Southleigh in Inghilterra nel 1815 e morto a Lowell negli Stati Uniti nel 1892. Egli nel 1848 costruì e verificò sperimentalmente, negli impianti di Lowell. le turbine che S. Howd aveva brevettato nel '36. La sistematizzazione delle prove ef- fetiuate. che confermarono un rendimento della ruota mollo prossimo all'80 per cento, fu completata nel libro Lowell experiments, pubblicato a Boston nel 1855. Ancora oggi con il nome di ruote Francis si designano le turbine idrauliche caratterizzate da una struttura ad asse verticale, con flusso centripeto radiale, assiale. Le turbine idrauliche moderne derivano dalle antiche ruote da mulino. Queste macchine, che furono -invenzione medievale nel¬ la loro diffusione» come ben puntualizza lo storico francese Marc Bloch, costituirono per molti secoli la quasi esclusiva fonte di energia meccanica che non fosse di origine animale. Le ruote ad acqua furono 1 motori per macine da grano, per filatoi, per martinetti e magli, per segherie e per moltissime altre attività artigianali e industriali. Le ruote idrauliche assieme alle opere di distribuzione e canalizzazione dell'acqua costituirono un primo vero e proprio sistema energetico al servizio delle città. Proprio in questi giorni è stato pubblicato un Interessante volume intitolato Acque, ruote e mulini a Torino a cura dell'Archivio storico della città. In esso sono analizzati i complessi rapporti tra economie, tecniche e gestioni amministrative che ruotarono intorno al binomio lavoro-energia in una città destinata a diventare protagonista dell'industria contemporanea. L'analisi storica presentata nel volume non si limita alle problematiche di una singola città, ma si allarga alle più complesse vicende della moderna società industrializzata. Nel 1826 la Société d'Encouragement pour l'Industrie Nationale. nata agli albori del secolo per favorire lo sviluppo industriale in una Francia tecnicamente arretrata rispetto alle altre nazioni europee, bandi un concorso con un premio di 6000 franchi per chi avesse applicato su vasta scala e in maniera soddisfacente le ruote idrauliche a palette curve inventate da Belidor. Bernard Forest de Belidor era morto nel 1761 e il suo trattato Architecture hydraulique (4 volumi pubblicati dal 1737 al 1753) era stato più volte ristampato e tradotto in varie lingue. Le ruote da lui studiate e chiamate roues a cuve (ruote a botte) consistevano in una ruota ad asse verticale alimentata da un getto tangenziale. Le palette si avvolgevano a spirale attorno ad un cilindro coassiale con l'albero. Queste ruote erano situate sulla Garonna a Bazacle e permettevano di ottenere un rendimento non superiore al 20 per cento. Ciò che può stupire nella formulazione del concorso bandito dalla Société d'Encouragement nel 1826 è che le ruote di Balidor non erano certo le macchine idrauliche che meglio promettevano sia in termini di potenza resa, sia di rendimento, come per esempio le ruote ad asse orizzontale. Solo nel 1807 la terfer hydraulique inventata da Mannoury d'Ectot (17771822) riuscì a uscire dai laboratori, offrendo prestazioni valide anche per l'industria. Alcune di queste ruote vennero subito impiantate in Normandia nel mulino di Montaigu vicino a Caen, nel 1804. Le palette erano fissate su di una struttura tronco-conica alla quale era collegato l'asse verticale per la trasmissione del moto. Di pochi anni più tardi è 1 invenzione del fortunato termine turbine: nel 1822 l'ingegnere militare Claude Burdin (1790-1873) presentò all'Académie des Sciences di Parigi una memoria intitolata Des turbines hydrauliques ou machines rotatoires à grande vitesse. Anche se il parere sulla memoria non fu completamente positivo, poiché in essa non erano contenuti concetti o teorie innovativi. essa segnò ufficialmente la nascita delle turbine come categoria a se stante nel campo delle macchine idrauliche. Nel 1827 Burdin cercò di vincere il premio di 6000 franchi proponendo soluzioni che apparvero come variazioni sul progetto originario di Euler. I pochi prototipi costruiti non brillarono certo né per potenza né per efficienza, e perciò non vennero ritenute degne se non di un premio di consolazione di 2000 franchi. Ma fu Benoit Fourneyron (1802-1867) l'Ingegnere francese che diede l'impulso decisivo allo sviluppo delle turbine idrauliche. Dopo un periodo di studi all'Ecole des Mines di Saint-Etienne, dove fu anche allievo di Burdin, affrontò una professione di progettista di ruote idrauliche. Spinto dal desiderio di sperimentare le turbine di nuove concezioni, installò il primo prototipo di ruota radiale centrifuga ad ammissione completa a Pont-sur-l'Ognon (1825). La ruota sviluppava una potenza massima di circa 4.5 kW ad una velocità di 60 giri il minuto. Il rendimento era molto elevato: in alcuni casi si registrò un rendimento doli 80 per cento. Vittorio Marchis Una curiosa pagina di storia della tecnologia: le ottocentesche ruote Francis sono le progenitrici delle moderne turbine La centrale di AtatUrk. In primo piano due ruote Francis ad asse verticale