Il segreto di Palazzeschi: nel cassetto un romanzo erotico

Il segreto di Palazzeschi: nel cassetto un romanzo erotico Trovato dopo cinquantanni l'inedito «Interrogatorio della contessa Anna». Perché ìo scrittore non volle pubblicarlo? Ècco le ipotesi... Il segreto di Palazzeschi: nel cassetto un romanzo erotico FIRENZE — Lei è affascinante, il volto luminoso. Lui è impacciato, vorrebbe scomparire nell'ombra. Siedono ai tavolini delle «Giubbe Rosse», fra tintinnii di piattini e bicchieri, passi smorzati. Lei racconta, con parole golose e osées, le sue instancabili avventure erotiche. Lui arrossisce, scandalizzato e indeciso fra il saperne di più e 11 fuggire. No, non è l'inizio di un nuovo libro di Erica' Jong o di Jackie Collins, ma del romanzo inedito Interrogatorio della contessa Maria, fortunosamente ritrovato fra le carte di Aldo Palazzeschi, lo scrittore fiorentino scomparso a Roma il 18 agosto del 1974. Lo sta per pubblicare Mondadori (pp. 180, L. 18.000). La storia di questo manoscritto, presente ma invisibile per oltre cinquant'anni, incomincia a Roma, quando lo scrittore sente di dover scrivere le sue ultime volontà. Ha due pensieri che lo assillano. Vuole essere sepolto, con i suoi genitori, a Settignano, in una tomba sobria, circondata da «rose d'ogni mese», quelle, scrive, che «vanno col tempo». Vuole essere sicuro di lasciare in buone mani i suoi libri, i quadri, quei bellissimi De Pisis che da sempre gli han tenuto compagnia, i manoscritti dei romanzi, delle poesie, le tante lettere ricevute in più di sessant'anni di attività letteraria. Fabrizio Bagatti, studioso di Palazzeschi, ricercatore presso la Facoltà di Lettere, ricorda come lo scrittore avesse poi deciso di lasciare erede universale dei propri averi l'Università di Firenze. « Voleva — spiega Bagatti — che venisse costituito un Fondo Palazzeschi in grado di ordinare la sua opera, fare un catalogo, assegnare borse di studio. Fu cosi che venne raccolto tutto il materiale degli archivi. C'era da schedare la biblioteca, le lettere, i manoscritti. Solo fra lettere e biglietti saranno tremila. E poi c'è il 70 per cento della sua produzione letteraria, quasi tutto ciò che ha scritto dopo il '20. Era un lavoro lungo, Palazzeschi non datava mai ciò die scriveva. Bisognava fare raffronti con le edizioni a stampa, osservare le stagioni, i mutamenti della calligrafia, il tipo di carta usata». Bagatti, che ora è il curatore del Fondo Palazzeschi, ha passato questi anni tra manoscritti, prime edizioni, rifacimenti, annotando e catalogando, preparando il catalogo della donazione. Poi, un anno fa, la felice scoperta. Bagatti trova, nel reparto manoscritti, due.fascicoli con un titolo che gli dice qualcosa: Interrogatorio della contessa Maria. Sono centinaia di pagine, l'ultima e la penultima redazione, scritte a mano, in calligrafia chiara, pronte per essere inviate all'editore. «Il titolo era conosciuto — dice lo studioso —, figurava nel controfrontespizio del romanzo La Piramide, pubblicato da Vallecchi nel '26. C'era scritto, fra l'elenco delle sue opere, Interrogatorio della contessa Maria in corso di stampa». Quel romanzo annunciato Vallecchi non lo pubblicò mai. Forse Palazzeschi non l'aveva finito, forse l'aveva finito e pubblicato con un nuovo titolo, o forse aveva utilizzato parte dell'idea originale in altre opere? Per saperlo bisognava leggerlo e confrontarlo con tutto ciò che c'era di edito. Poi, dopo un'ampia ricerca, la sicurezza che quello era un romanzo totalmente inedito e compiuto. Perché Palazzeschi,non l'aveva voluto pubblicare in vita? L'aveva dimenticato nel giro di traslochi fra Firenze. Roma. Venezia? «E' una storia strana — spiega Bagatti — che Palazzeschi non abbia mai fatto cenno deH Interrogatorio durante o dopo la stesura. Ne ho cercato traccia nelle lettere del suo amico più caro. Marino Moretti, fra il '24 e il '27, o in quelle del suo editore Vallecchi, sema trovarne il minimo riscontro». Quali ipotesi si possono fare sulla decisione, da parte di Palazzeschi, di non dare alle stampe un romanzo compiuto? Le ipotesi che avanza Fabrizio Bagatti sono tre. «Forse lo riteneva un romanzo imperfetto, ma è strano che in cinquantanni non gli sia venuto in mente di riprenderlo in considerazione. Che l'abbia ritirato per motivi di censura? Ma non era la prima volta che Palazzeschi affrontava una tematica sessuale. Era già accaduto nel Perelà. E poi, nel '26 la censura fascista non era cosi rigida. Io credo che Palazzeschi abbia voluto creare un caso, un inedito postumo. Penso che sia un "inedito premeditato". Nel romanzo c'è una avvertenza al lettore che dice: "Non dò tanto un valore estetico a quest'opera quanto di documento umano. Se qualcuno ritrovasse questo roi mtànéo'negli anni a venire, sappia che...". E' questa frase che mi fa credere ad un gesto premeditato.:.». Potrebbe essere uno dei suoi «scherzi». Il poeta del «lasciatemi divertire», il «saltimbanco dell'anima», il clown futurista, autore di L'incendiario, Il Codice di Perelà, del manifesto del Controdolore, amico di Marinetti, Picasso, Apollinare, fra il 1911 e il 1926, con l'interruzione degli anni della guerra, era stato il gran teorico di quella letteratura sospesa fra scherzo e capriccio, sovversione e fantasia. L'interrogatorio della contessa Maria appartiene a quella stagione giovanile in bilico fra sperimentalismo ed avanguardia. «Servirà — aggiunge Bagatti — a rivisitare la sua opera fra il '20 e il '30. Se per contenuto e stile /Interrogatorio è di intenso sperimentalismo, il romanzo non è più futurista. Palazzeschi stava cercando formule nuove. Saranno quel¬ le che porteranno ai romanzi della maturità, a II Doge e a Stefanino». La contessa Anna (il nome è lo stesso della nonna materna, severa e bigotta, e il poeta assumerà il suo cognome, cambiandolo da Giurlani in Palazzeschi) è una nobildonna messa all'indice perché troppo libera, troppo spregiudicata. 11 romanzo è diviso in due parti. Nella prima la contessa, seduta al caffé delle «Giubbe Rosse» racconta al giovane, imbarazzato e affascinato interlocutore, le sue avventure sessuali e giustifica il suo agire come la celebrazione vitale al più forte istinto che ci sia in natura: il divino Eros. Nella seconda la contessa Anna, nella sua casa di Lucca, ricorda come sia avvenuta la propria iniziazione erotica. Nel romanzo l'io narratore è quello di Palazze¬ schi, un io che si sdoppia nei due personaggi, in un gioco di riflessi e di specchi. E' un gioco di finte e di maschere, in cui lo scrittore denuncia la morale sessuale repressiva del tempo e insieme attacca la cultura che si rifa a Pascoli e Carducci, che stravede per i gesti e la prosa di D'Annunzio. Interrogatorio della contessa Maria, con un saggio di Fabrizio Bagatti, verrà pubblicato da Mondadori in una nuova collana di testi retri e preziosi «L'ottagono», curata da Luciano De Maria e Eileen Romano, che ospiterà opere di Joyce e Pasternàk. De Maria, studioso di Futurismo e di Palazzeschi, ha una sua ipotesi sulla mancata pubblicazione in vita di questo romanzo. Dice: «Credo che Palazzeschi non l'avesse voluto stampare perché avvertiva che il clima culturale stava cambiando, non era più tempo di sperimentalismi e avanguardie. Difatti con Sorelle Materassi si avvierà'verso un realismo narrativo lontano dalla stagione degli sberleffi della gioventù. Palazzeschi è sempre stato sensibile alle temperie culturali. Non a caso ridiventerà sperimentale ai tempi del Gruppo '63, quando scriverà II Doge, Storia di una amicizia, Stefanino. Ma questo Interrogatorio è importante, lo collocherei vicino a riflessi, storia di una amicizia omosessuale. Qui c'è il tema della "donna libera", trattato con lo sberleffo e la sensibilità di un giocoliere»». Un giocoliere che dall'ai di là ci ricorda il suo «la: sciatemi divertire»: per divertirci ancora. Nico Orengo i Palazzeschi (primo a sinistra) con Carrà, Papini, Boccioni e Marinelli Comincia così NON vi fu prostituta, adultera, ruffiana, ladra, megera sulla terra, per la quale ai miei orecchi non giungesse un accento di pietà, di commiserazione, i miei occhi non scorgessero un'alzata sola di spalle e un poco ne attenuasse il peccato o alleggerisse la pena, come questa donna per la quale i miei occhi mai ne poterono vedere e non ne udirono mai i miei orecchi. Il disprezzo, il disgusto unanimi ch'ella provocava e riscuoteva sempre dappertutto, e il non far lei nulla per sviare, placare, addolcire questa sozza protesta, o un poco sottrarsene e il non dimostrare mai che ciò la turbasse d'un aggrottar solo della fronte, mi indussero ad osservarla con attenzione, a riflettere sopra di lei per un bisogno naturale di verità, per non rimanere coi più nelle fila degli sciocchi o dei malvagi volgari, o, peggio ancora dei poltroni superficiali, in un equivoco grossolano. Aldo Palazzeschi (da: •Interrogatorio delta conlessa Maria» Mondadori) Lirica Opere di ALDO PALAZZESCHI (Ediiioni Vallecchi) L. 12 POESIE (190M909) 3» edizione definitivi!. DI i|iimio voi,imo itinn ilvlo (irriti, 60 capir, in caria Minila. « niBiui, ili gran lutto, ninnerai» da I ■ P, - Dmiato, In vuuilita al preaio ili I,. 100 riaacuna, « 10 mille, (Tamarri, immurati] da I a X, fuori commercili. POESIA (1909-1914) di protaima pubblicaiiouo. n GUERRA " (1914-1919) (Due imperi,. . mancati) » 6 Prose (1904-1914) LA PIRAMIDE, Scherzo di couivo fuor di luogo ,, 7 INTERROGATORIO DELLA CONTESSA MARIA in corno di «tanipa. ? di proBninnt pubblicazione. Romanzi (1904-19U) IL CODICE DI PERELÀ, 2» Edizione. . . n " RE GIOVANNI, di prossima pubblicnziono. l'eco l'elenco di opere apparso nel volume «La Piramide.) (1926) che annuncia il romanzo rimasto poi inedito

Luoghi citati: Firenze, Lucca, Pascoli, Roma, Venezia