In quest'Antigone moderna si riflettono gli anni di piombo di Rossana Rossanda

In quest'Antigone moderna si riflettono gli anni di piombo Il regista Squarzina discute Feroina di Sofocle e l'interpretazione di Rossana Rossanda In quest'Antigone moderna si riflettono gli anni di piombo £1 IGNCRE! Lei dimentica che sta // parlando della donna che amo!': cosi, si dice, un grande grecista anglosassone tolse la parola a un collega che aveva osato trovare meno che sublime il comportamento di Antigone e non del tutto indiscutibili le sue motivazioni. A innamorarsi di Antigone sono stati (siamo) in molti, e Rossana Rossanda, che è del numero ce li ricorda, da Holderlin a Hegel a Nietzsche a Anouilh a Brecht... Qualcuno ne dimentica, nel sorprendente, emozionante saggio premesso alla nuova traduzione di Luisa Biondetti. ora uscita da Feltrinelli (157 pagine, 17.000 lire). Per esempio alla fine degli Anni Sessanta la coscienza italiana (allora c'era) fu segnata dallo spettacolo del Living Theatre; e di quella Antigone (che univa Sofocle a Holderlin e a Brecht), riportata in seguito in Italia da Franco Quadri, c'è un preciso resoconto nel libro di Cesare Molinari su tutte le Antigoni (Storia di Antigone, De Donato. 1977). Sono dimenticanze comprensibili in uno scritto (11 migliore fra gli ultimi di Rossana Rossanda) che non pretende di essere esauriente perché è, invece, tendenzioso e intenzionato nel senso giusto dei termini Non ha sbagliato Luisa Biondetti a rendere con -doppia e ambigua» l'aggettivo diplòu del v. 93. introducendo cosi la ambiguità fin dal primo dialogo fra le due sorelle, quando Ismene, in funzione di prologo, fa partire tutto dalle sventure di Edipo e Giocasta. -E la sua madremoglie — doppia ambigua parola — si tolse la vita con corde annodate; e i nostri due infelici fratelli, uccidendosi l'un l'altro in un sol colpo, hanno posto fine al comune destino con reciproca mano-. Doppio, ambiguo, l'un l'altro, comune, reciproco: la serie si affianca a quella delle parole rette dal suffisso autòs, che compare addirittura nel primo verso in bocca di Antigone: autadelfòn è per lei 11 .volto, della sorella Ismine .somigliante, fraterno.. E di autòs Rossana Rossanda sottolinea 11 ritorno ossessivo, fino ad autònomos, cioè di chi, come Antigone, si fa la sua legge. Non sono termini univoci. Al contrario. Come uno scudo luminoso, l'ambiguità difende i miti greci agiti nelle tragedie dall'appiattimento della coppia significato/significante. E' una superficie riflettente dove i greci dal V Secolo all'Ellenismo, e gli uomini e le donne di Occidente fino a noi, hanno visto, vedono e vedranno la propria immagine mischiarsi a quella di dei e dee, semidei e semidee. eroi ed eroine, ricevendone insieme un soccorso di interpretazione delle proprie vicende personali e un rinvio al mistero, alla maledizione (o benedizione?) della inconoscibilità. Fissando Antigone negli occhi limpidissimi e un po' survoltati (mi perdoni il grande grecista anglosassone...). Rossana Rossanda non può che chiedersi, al tempo stesso, chi ..è. Antigone, e chi sia Rossana Rossanda; chi «è. Polinice, nemico mortale del fratello Eteocle dalla cui parte nella polis stava la legittimità, e chi siano stati i giovani brigatisti degli «anni di piombo.; chi .è. Creonte, e quale sia stato e sia il Potere. Ma un troppo precoce atteggiamento mitologizzante vorrebbe avvolgere avvenimenti che non hanno ancora tre lustri; ai quali, da qualunque punto di vista, giovano per ora piuttosto lucidità e razionalità, accertamento di particolari tutt'altro che chiariti, indagine su motivazioni e incentivazioni a largo raggio e sul lungo periodo. Benvenuto invece è il modo di muoversi di Rossana Rossanda, che per una ricognizione del dissidio Antigone/Creonte, fuori e dentro di noi. conflittuale in assoluto sul piano metastorico ma apribile a ipotesi di spiegazioni sul piano storico, si serve di quello strumento di analisi finora non sufficientemente sfruttato che è la differenza. Creonte accusa Antigone di .volontà troppo rigida* e di .smisurato orgoglio. perché all'.oltraggio, contro «le leggi stabilite, unisce un .secondo oltraggio: vantarsene ed essere raggiante.. .Non sarei più io l'uomo esclama Creonte, l'uomo sarebbe lei, se queste prepotenze restassero sema castigo.. Si sente colpito non solo come persona di governo e di potere, autore degli .ordini... gridari dal banditore, (dare sepoltura a Eteocle ma non a Polinice), ordini che la giovinetta ha pubblicamente disatteso, ma nella propria supremazia maschile. A Hegel, che in un famoso passo della Fenomenologia dello Spirito individuava in Antigone l'io familiare (immediato) e in Creonte l'io politico (superiore), Rossana Rossanda oppone dapprima un'altra dualità: da una parte Wirriductbite complessità della persona Antigone e dall'altra .la natura sempre astratta, convenzionale e fondamentalmente negatrice dello Stato, Creonte.. E afferma poi che .negli anni di piombo... in Germania come in Italia... l'io si è fatto politico, e quindi rivoltoso; non gli basta disubbidire fino alla morte come testimonianza d'altra verità, la proclama per sollevare la disubbidienza di molti e rovesciare qualcosa di più d'un regime o sistema politico: la cultura dell'esistente, che è tutta modellata sul principio di autorità.. Ben scritto. Ma il mito, cosi spiegato, si ridurrebbe, univocamente, a un'arringa in qualche aula-bunker, in autodifesa della suprema disubbidienza; il che non mi troverebbe d'accordo. Interviene però, verso la conclusione del saggio, un nuovo personaggi»? di un altro autore, à farci capire che, con la «sua. Antigone, Rossana Rossanda mira più in alto di cosi. Il nuovo personaggio è Diotima, nel Simposio platonico, quando .Socrate... distrugge tutti i ragionamenti precedenti [dei banchettanti, maschilisti e peggio] in nome di un sapere che egli non aveva, ma fa suo; gli è stato comunicato da una donna, Diotima, la straniera., un «sapere, che «ricoHoca... i due sessi ir. posizione non neutra e non gerarchica; due e demoniacamente investiti da Eros.. A questo punto ci ricordiamo che il saggio della Rossanda, raccontando in apertura la trama dell'azione tragica, cominciava cosi: .Una donna esce prima dell'alba dal palazzo reale di Creonte.. La prima parola è. dunque, una donna. E in chiusura della sua meditazione la Rossanda vi ritorna. Cita la domanda d'obbligo: .Perché il senso della tragedia — di que¬ sta tragedia — è l'insolubilità del dilemma?., e risponde chiedendo a sua volta: .Ma l'attualità del tragico non sta in questa insanabile frattura dell'esperienza? Nella dualità dell'identità sessuale non incontriamo il limite oscuro del rapporto natura/storia?.. Ecco. Proprio a questa .dualità dell'identità sessuale. Creonte è cieco; per lui .essere governato da una donna, sarebbe insopportabile. E per la Rossanda 11 riconoscimento della «dualità, è molto di più di un invito a battersi .per la parità, contro .l'atto originario di dominio e si spossessamento dell io femminile.; è molto di più di un rinvio a posizioni femministe; è la .spinta alla comunicazione, in cui .paria l'eros come bisogno di riconoscimento e raggiungimento con quella parte di noi che non siamo, che fa di noi una specie umana e sessuata. Uno e due. Anche mortalmente due, come indicavano ad Antigone le leggi non scritte.. Ad Antigone in quanto donna, lo indicavano: .donna e valore, dunque, per Sofocle.. Quelle leggi «non da oggi, non da ieri ma da sempre... sono vive, ha detto la fanciulla al governante, «e nessuno sa dove esse attinsero splendore... Sapevo bene di essere mortale — non è forse così? — anche se tu non l'hai ordinato... Ma se avessi tollerato sema sepoltura il morto nato da mia madre, per questo avrei dolore. Per la morte invece non mi dolgo.. Poi Invece, e noi la amiamo mille volte di più, dirà forte il suo dolore di perdere «ii sacro occhio del sole... sema canto nuziale... misera.. Perché «ii suo pianto finale è altissimo.? Perché, interpreta la Rossanda, recuperando cosi tutta l'ambiguità del mito, «infeste un contrasto incancellabile fra le leggi della vita e le leggi della morte; essa [Antigone] è certa della priorità delle sue; l'inflessibilità paterna, non determinata come in Edipo dalla colpa, perché la fanciulla non ne ha alcuna, in lei diventa principio più che formale. E' demoniaca, dionisiaca.. In un incontro (del 1985) su Le donne: il 68 e dopo, la Rossanda riconosceva di avere « impara to'Sparlare'con le donne a cinquantanni., e gjjyjvefe scoperto che .il discorso con le donne si innesta sempre, è una nostra grande fortuna, è un discorso sempre diretto.. Come questo suo con la figlia di Edipo, la disobbediente «/ino alla morte, in nome di un'«aitra ferità». Con i4ntigone nella collana .Impronte» (un bel libro a cominciare dalla copertina magrittiana, la scultura insanguinata di una testa di donna), la Feltrinelli è tornata a pubblicare saltuariamente teatro, sotto una angolazione particolare, come faceva un tempo nella collana «I narratori». E' anche cosi che va vinta quella certa resistenza del pubblico, più presupposta forse che effettiva, a leggere teatro (resistenza contro cui lotta quasi da solo con successo l'editore Costa e Nolan di Genova con la collana di drammaturgia diretta da Eugenio Buonaccorsi). Luigi Squarzina Una scena di «Antigone» nella versione del Uving Theatre

Luoghi citati: Genova, Germania, Italia, Polinice