Flauti e oboi accendono fuochi druidi sulle parole di Goethe di Giorgio Pestelli

Flauti e oboi accendono fuochi druidi sulle parole di Goethe «Requiem per Mignon» e «Prima notte di Valpurga» dirette da Gabriele Ferro Flauti e oboi accendono fuochi druidi sulle parole di Goethe IN un 33 giri registrato dal vivo nell'ottobre 1986 a Palermo, Gabriele -Ferro dirige l'Orchestra Sinfonica Siciliana, il Coro della Radiotelevisione di Cracovia e un valènte quintetto di solisti vocali; In due partiture di Schumann e Mendelssohn che sono due distillati del più tipico romanticismo tedesco, entrambe su testi di Goethe, Requiem per Mignon e Prima notte di Valpurga: insieme ci stanno benissimo, e 11 disco, accompagnato da puntuali e argomentate note illustrative di Roberto Pagano, si presenta come un manifesto di a» te romantica, una riserva di idee e di motivi in cui ci sarebbe da pescare e discutere all'infinito. Limitiamoci al brano meno conosciuto, la ballata di Mendelssohn op. 60 La prima notte di Valpurga, composta durante il viaggio in Italia dell'estate 1831. Infatti, il viaggio in Italia non è solo foriero di olimpica classicità: come non ricordare che anche Goethe nel 1788 scrisse a Roma, nei giardini di Villa Borghese, l'episodio «La cucina della strega» del primo Faust? cioè quanto di più nordico, fiammingo, gotico e diabolico gli riusci di mettere assieme: davvero a Roma può succedere di tutto, Roma città aperta a tutte le avventure della fantasia. Cosi avviene pure al cherùbico Mendelssohn: boschi notturni, fumisterie, civette e gufi che stridono, anche se 11 segno non ha l'acredine del giovane Goethe, ma conserva sèmpre qualcosa della festa, sia pure negativa, e non rinuncia, alla fine, alla nota edificante. Il soggetto della ballata è la paura da matti che popolani e torme pagane di druidi, costretti a vivere alla macchia, fanno prova¬ re alle guardie cristiane, ai conquistatori moderni, pusillanimi e paurosi anche se ormai padroni del campo. Una severa ouverture trascolora in un inno primaverile (Et lochi, der Mai, Maggio sorride!): è una primavera da antologia, Zefiro torna, un Venusberg più casto in cui archi e legni frèmono come nel trepidante esordio della Sinfonia italiana. Un coro di druidi esorta a lodare l'Allvater (Satana? o forse Wotah?) e a salire li monte, su, su, in alto (hìnau/l: quanti ordini a guardare in alto, qui come nel Requiem per Mignon). Ma dal bosco divino, quello che fa tanta paura al cattolico Elchendorff, gli spiriti escono sotto il segno della leggerezza di Puck. Il fulcro della Zauberei, degli Hokuspokus musicali è tuttavia al centro, quando flauti e oboi sprigionano impertinenti fuochi fatui, la musica turca mette mano ai piatti, il diavolo avanza all'invito dei kommt, kommt del coro tumultuante, sillabe che paiono fieri stocchi di punta di fruconi e forconi: uno splendido pandemonio che ha la sua fonte nel Coro dei Dervisci dalle Rovine di Atene di Beethoven e il suo punto di arrivo nel coro degli spiriti delVOlandese volante: Mendelssohn ci frulla dentro con suprema eleganza, come un angelo che conosce bene 1 diavoli, cari compagni di giochi prima della caduta. Giorgio Pestelli Mendelssohn: «Die erste Walpurgisnacht», Schumann: «Requiem fttr Mignon», Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Gabriele Ferro, Coro della Radiotelevisione di Cracovia, Musica Aperta, Fonlt Cetra, Digital.

Luoghi citati: Atene, Cracovia, Italia, Palermo, Roma