Coleman è il re del jazz per plebiscito

Coleman è il re del jazz per plebiscito Un bilancio discografico dell'87 Coleman è il re del jazz per plebiscito MOLTI sostengono che i gusti dei jazzofill americani sono diversi da quelli degli europei, ed è vero. Più epidermici i primi, inclini alle composizioni-esecuzioni semplici e al jazz-rock; più accigliati i secondi, che non a caso riuscirono a prolungare la vita travagliata del jazz informale. Ma alla fine del 1987 si è verificata un'insolita unanimità: gli uni e gli altri hanno designato Omette Coleman come jazzista dell'anno. In Europa anche l'ultimo album di Coleman, In ali languages, si trova in testa alle valutazioni di merito e alle classifiche di vendita, mentre in America si preferisce Michael Brecker dell'omonimo sassofonista tenore. E tuttavia la convergenza plebiscitaria sull'ex alfiere del- free jazz è significativa e 'gJU rende giustizia, seppure con molto ritardo. Coleman, che ha oggi cinquantasette anni, ne è naturalmente felice. Ma, come talvolta accade agli artisti, non sembra si renda conto delle vere motivazioni di questo improvviso ritorno d'interesse per lui. In poco più di un anno, egli ha avuto la possibilità di pubblicare tre dischi, realizzando un'impresa che non gli riusciva più dal lontano 1959: Prime design time design che contiene una sua lunga composizione cameristica, l'indovinatissimo Song X in collaborazione col chitarrista Pat Metheny che al presente è un idolo dei giovani, e infine In ali languages nel quale, dopo trent'ànhi di silenzio, viene riproposto l'originario, quartetto di Coleman. ' • E' chiaro che i punti determinanti sono due, il breve incontro con Metheny e la ricostituzione del quartetto con Dòn Cherry, Charlìe Haden, Billy Higgins che nell'autunno scorso ha compiuto in Europa una tournée trionfale. Eppure Coleman, intervistato, si mo¬ stra convinto che la sua nuova popolarità sia da ascrivere al Prime Time. cioè al suo sestetto •elettrico» con le parti di chitarra, basso e batteria raddoppiate. Staremo a vedere, ma c'è ragione di temere che questa idea rischi di fargli perdere a breve scadenza il favore faticosamente riconquistato, ' :!..'.; Gli altri dischi più apprezzati del 1987 sono Fot Olim di Cecil Taylor (soprattutto in Italia dove ha sede l'etichetta che lo ha prodotto), The other side of Round Midnight di Dexter Gordon, Tutu di Miles Davis, Stili life (talking) di Pat Metheny, J Mood di Wynton Marsalis (votato negli Stati Uniti, mentre in Europa è stato giudicato piuttosto severamente) e Royal garden blues del fratello Bradford, più rampante che mai. In Italia va segnalata la simpatia, piuttosto isolata, per 11 sassofonista Tim Berne (e quindi per il suo album più recente, Fulton Street Maul). L'affermazione dello scorso marzo al festival del jazz .Città di Milano», dov'è stato definito come una delle voci più convincenti del jazz contemporaneo, gli ha evidentemente giovato. Anche Gii Evans, la cui orchestra è risultata prima assoluta nel referendum promosso dalla rivista mensile Musica Jazz, ha trattò vantaggio dall'incontro con Sting all'Umbria Jazz 87, e più ancora dai suoi concerti notturni fra i ruderi di una chiesa sconsacrata di Perugia, Veniamo al jazz italiano. I lettori di Musica Jazz (e di un'altra pubblicazione mensile, Musica & Dischi) hanno confermato l'entusiastico giudizio degli americani circa il long playing They cannot know del compositore e direttore d'orchestra Dino Betti, scelto quale migliore in campo nazionale. Ottimi voti hanno ottenuto pure Early Spring di Attilio Zanchi, Well actually del duo Schiaffini-Ghiglloni, Mamnt di Paolo Fresu e Secreto di Enrico Rava. Ancora una volta i lettori di Musica Jazz hanno laureato FruncoD'Andrea .jazzista italiano del 1987», seguito da Enrico i Rava. Sono anni, ormai, che i due fanno coppia fissa al primo e al secondo posto. E pur essendo conforme, nel complesso, il parere degli osservatori, certuni cominciano a sussurrare che, nei meccanismi di queste consultazioni, qualcosa dev'essere cambiato. Franco Fayenz Omette Coleman

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Milano, Perugia, Stati Uniti, Umbria