Un sogno d'arte contro la morte

Un sogno d'arte contro la morte Da domani la mostra sulla città-ghetto di Terezin Un sogno d'arte contro la morte Un disperato tentativo di «far cultura» nel cuore dell'Olocausto La cultura come antidoto contro la morte. Ne è un esemplo la mostra •£ poi Dorrei vivere...; eccezionale raccolta di testimonianze ebraiche dal ghetto di Terezin, che si apre domani alle 18 nel Palazzo della Regione, In piazza Castello 165. Terezin è una citta della Cecoslovacchia che servi da ghetto tra 11 1941 ed il 1945 per circa 150 mila ebrei (oltre 15 mila 1 bambini sotto 1 13 anni), deportati dall'Europa centrale ed orientale. I nazisti vi concentrarono gli ebrei della Boemia-Moldavia ed un buon numero di ebrei anziani (grandi invalidi di guerra o persone illustri) provenienti dalla Germania. I piani nazisti prevedevano di trasferire gradatamente gli abitanti del ghetto verso 1 campi di sterminio, ma di nascondere contemporaneamente al mondo lo sterminio della comunità ebraica esibendo propagandisticamente Terezin come un ■ insediamento modello, alle numerose delegazioni della Croce Rossa che lo visitarono. Cosa fu in realta Terezin è invece dimostrato dalla crudezza delle cifre: vi passarono 140.937 ebrei, oltre 111.000 dei quali morirono (88.196 ad Auschwitz e 33.529 nel ghet- to, quasi sempre di fame). Appena 17247 furono liberati nel maggio 1945 dall'Armata Rossa. L'affollamento fu sempre notevole: in una zona abitabile da 5-6000 persone ne furono stipate sino a 85.000. il ghetto di Terezin divenne, paradossalmente, un grande atelier culturale In tutti i settori: arti grafiche, musica, teatro, canto, poesia, letteratura sia per adulti, sia per bambini. Tutti gli artisti (in gran parte mitteleuropei, con numerosa presenza ceca) si dedicavano all'attività creativa dopo massacranti turni di lavoro, spesso in un clima di autentica clandestinità. Le numerose partenze (soprattutto verso 11 campo di sterminio di Auschwitz) lasciavano profondi vuoti nei gruppi di lavoro rendendo necessarie continue sostituzioni. Il materiale di sostegno per le attività creative era reperito direttamente dalla memoria degli artisti o dal testi giunti con 1 nuovi Internati, o clandestinamente. Il materiale per l'attività grafica (e ne sono un esempio 1 lavori esposti In Regione) veniva recuperato dagli scarti della stamperia Interna del ghetto (che produce- va testi di propaganda nazista). Il poter dipingere costituiva spesso l'unico legame con la vita passata: rappresentare lontani momenti di felicità era un autentico antidoto verso il male. Cosi, quasi per magia, la baracca veniva rappresentata come una casa accogliente con tende, tovaglie e fiori mentre la fame veniva esorcizzata con la raffigurazione di grandi cesti di frutta. Particolarmente attivo fu un gruppo di pittori proveniente' dall'accademia di Praga che usarono l'arte come forma di denuncia dell'oppressione. Impiegati dai tedeschi come progettisti o grafici, schizzavano velocemente ed Infittivano taccuini, quasi avessero una macchina fotografica come mezzo di testimonianza. Il pericolo di essere colti in flagranza dalle SS non 11 fece desistere. La loro speranza era quella di raggiungere, anche attraverso le visite delle commissioni della Croce Rossa Internazionale, le nazioni libere con materiale di documentazione sulla vita del ghetto. Per questi scopi, aiutati da esperti ingegneri, gli artisti riuscirono a nascondere — murandole o sotterrandole — le loro opere, rendendo impossibile anche ai cani della Gestapo di fiutare i nascondigli. Gran parte di quei lavori sono stati recuperati, dai pochi sopravvissuti, nel dopoguerra e fanno ora parte della mostra che si apre domani a Torino. Non mancano immagini drammatiche, attestazioni di violenza e di terrore come il disegno di Mathel Oberlander, di 3 annni e mezzo: il piccolo raffigura l'Immagine della madre che, quando la Gestapo fa irruzione nella povera camera dove vive con 11 figlio, preferisce saure sulla finestra e gettarsi in strada. Anche Mathel mori, ad Auschwitz, qualche mese dopo la madre. a. con.

Luoghi citati: Auschwitz, Cecoslovacchia, Europa, Germania, Moldavia, Praga, Torino