Quell'invisibile killer di nome Radon di Bruno Ghibaudi

Quell'invisibile killer di nome Radon Si diffonde l'allarme nel mondo per un gas radioattivo che ha già fatto centinaia di vittime Quell'invisibile killer di nome Radon E' liberato dal terreno e dalle acque provenienti dal sottosuolo oppure dai materiali da costruzione (in Italia i più pericolosi sono la lava vesuviana e il tufo laziale) • Attacca i polmoni e non perdona - Il Paese più colpito è la Svezia • Si concentra nelle cantine • I consigli dell'Enea ROMA — Anche nelle nostre case può esserci un killer invisibile, silenzioso, subdolo, un assassino che non perdona. Si chiama Radon ed è un gas radioattivo sette volte più pesante dell'aria, liberato dal terreno e dalle acque provenienti dal sottosuolo oppure dai materiali da costruzione. Normalmente si disperde nell'aria ma a causa del suo peso può concentrarsi pericolosamente nella parte bassa dei luoghi chiusi, come le cantine e gli interrati, dove raggiunge concentrazioni molto superiori (dalle otto alle migliaia di volte) a quella riscontrabile all'aperto. Aggredisce i tessuti polmonari, provocando tumori quasi sempre mortali. In Svezia lo si accusa di aver già ucciso in questo modo, lo scorso anno, molte centinaia di persone e si prevede che potrà ucciderne altre tredicimila nei prossimi dodici anni. Negli Stari Uniti l'Accademia nazionale delle Scienze afferma che il tumore da Radon provoca 13 mila vittime l'anno (il 10per cento di tutte le morti per tumore al polmone). Secondo un rapporto Usa, il pericolo di tumore cresce a dismisura quando i polmoni coinvolti sono quelli di un fumatore. Emesso dalle rocce che contengono uranio e torio (i graniti, per esempio), filtra attraverso il pavimento oppure — in misura minore — emerge dai materiali usati per la costruzione, che diventano così una fonte costante di radioattività. Altre sorgenti sono l'acqua dal sottosuolo e il gas naturale. La sua vita media è di appena quattro giorni, ma il gas nel decadere si combina con varie sostanze (acqua, ossigeno, granelli di polvere, particelle varie) dando vita ad altri prodotti radioattivi che si depositano sui muri e sui materiali plastici, moltiplicando cosi le sorgenti di una radioattività meno intense ma più distribuita. Essendo un gas molto pesante, il Radon si concentra in particolare nelle cantine e nei piani bassi. L'isolamento termico rende più difficoltosa l'uscita del gas. Il rischio di tumore diventa naturalmente maggiore quando il contatto con il Radon è continuo e protratto nel tempo. L'allarme per il Radon sta diffondendosi in molti Paesi. L'ipotesi di essere inconsapevolmente esposti a radiazioni costanti e più intense di quelle del .dopo-Cemobil. è inquietante. In Svezia, dove è stato posto un limite di rischio di 400 Becquerel per metro cubo d'aria perché il territorio contiene estesi giacimenti di minerali radioattivi, sono stati misurati livelli altissimi: in Lapponia si è arrivati addirittura a 37.000 Bqimc. Negli Usa (limite di rischio 70 Bqimc) si è scoperto che il 10-12% delle case libera Radon e che in alcune centinaia di migliaia di esse il livello risulta eccessivo. E in Italia, come stiamo? La presenza del Radon è sotto controllo già da qualche anno. Se ne sono occupati l'Enea, il Ose (Centro informazioni studi esperienze) di Milano, l'Istituto di fisica applicata dell'Università di Milano ed altri enti. Per ora la realtà non sembra preoccupante. I livelli di radioattività naturale rilevati qualche anno fa dall'Enea nei materiali di costruzione variano e oscillano da un ambiente all'altro: dai 4 Bqmc in cucina ai 300 Bqimc in bagno, per esempio. Altrettanto variabile è la distribuzione della radioattività proveniente dal sottosuolo da | un'area geografica all'altra. I materiali da costruzione rilasciano quantità di Radon che oscilla dai valori bassi del cemento e dei mattoni a quelli molto alti del tufo, del granito e dei sottoprodotti industriali. I più radioattivi risultano la lava vesuviana (704 Bqrkg), la pozzolana laziale (302) c il tufo laziale (296), a cui seguono con valori minori la pozzolana e il tufo della Campania. Mattoni, cemento, argilla, sabbia e gesso denunciano valori tra i 50 e i 20. Il materiale meno radioattivo risulta in assoluto il legno (1.1). Circa la dose di radioattività naturale assorbita in un anno, la città più esposta è Viterbo (2,5). seguita da Cagliari (1,6), Roma (1,4), Napoli (1,1), Milano (0.9). Bologna (0,75), Pisa 10,6), Aosta (0,5) e poi — in progressione notevolmente decrescente — C/dine, Genova. Torino e Livorno. Come difendersi dal Radon? .La radioattività di una casa dipende dal grado di radioattività del terreno su cui sorge e da quello dei materiali usati per la costruzione — ricorda l'Enea —. Bisogna pertanto valutare caso per caso, con l'aiuto di tecnici prima la situazione e poi le misure più opportune». 7/ primo consiglio dei tecnici è quello di migliorare la ventilazione dei locali. Seguono altri interventi, che vanno dal sigillo delle tubazioni sotterranee all'isolamento di cantine e interrati con materiali plastici impermeabili al Radon, dalla verniciatura delle pareti con preparati speciali ad interventi ancora più radicali, fino all'abbandono delle abitazioni più radioattive. Intanto in molte offerte immobiliari stanno apparendo anche le case .anti-Radon.. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Becquerel