Com'è solo, Arbore il capitano

Com'è solo, Arbore il capitano INCONTRI E SORPRESE NEI RETROSCENA DI «INDIETRO TUTTA» Com'è solo, Arbore il capitano I protagonisti del più popolare spettacolo tv sono davvero allegri? 0 vale anche per loro lo straziante «ridi pagliaccio»? - Mario Marenco (Riccardino) è triste: «Mi diverto una volta su cinque»; «sono terrorizzato dallo spaventapasseri che mi sta dentro» - E Arbore ammette: «Anch'io ho le mie belle malinconie» e sembra malato di solitudine DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Come si fa a non portarsi dietro la tristezza, del piccoli fatti banali quotidiani, quando si è impegnati nel terribile mestiere del far ridere? Quando appariva sullo schermo quella 'faccia di pietra» di Buster Keaton ci si domandava: come fa a mantenersi serio dentro le frenetiche, esilaranti vicende nelle quali inciampa? E Chaplin? Si trascinava anche nell'anima quella maschera di beone cencioso, pieno però di dignità? Come difendersi nel privato dalla ribalderia di un viso come il suo? Durante il giorno, lontano dal set, dilatava inconsciamente i gesti come per una delle sue gag? •Il mestiere del comico è difficile, difficile come quello di vivere. Entrare poi nel doppio del cuore di un attore è un'operazione diabolica-, dice Alberto Sordi che di maschere se ne intende. •Per carpire i segreti di un essere che ride nel momento in cui lacrima occorre oggi entrare nel santuario di chi manipola le facce e le anime, negli studi della televisione dove si compiono interventi luciferini». Sono parole di Pippo Baudo, inventore di volti e grande scopritore di anime. Per espugnare difese in consce e sapere quindi quali veri tormenti nascondano le risate degli attori comici siamo entrati in un covo attuale e fortificato, quello di Indietro tutta. Questa moderna fiaba quotidiana, reclamizza un habitat per gnomi impegnati che è gioiosamente colorato come un lavorino scolastico d'un bambino intelligente, una specie di sogno d'infanzia che ricorre. Ma come per i sogni, che spesso sembrano richiedere al sognatore un'interpretazione, cosi il racconto televisivo di Arbore & C spinge un po' tutti alla ricerca della somiglianza con i segni d'un linguaggio nuovo. E Arbore ci costringe a risognare il nostro sogno. Ci mostra con in tuito un pezzo di tela fantastica su cui sono dipinti frammenti di vita, parti di corpi vestiti di troppo colore e disposti nello spazio del teleschermo in modo enigmatico e assurdo. L'operazione onirica provoca interpretazioni diverse: una gamma di sensazioni che vanno dall'eccitazione, all'Interesse vivo, alla curiosità. Dunque, non soltanto elementare divertimento per 1 giochi di parole le battutacce. I protagonisti di Indietro tutta si rendono conto d'essere anche protagonisti della favola allegra che sogniamo da tempo? O sono soltanto interpreti d'una situazione televisiva che li ingabbia nelle parti comiche? E quanta vera simpatia hanno stivato nella Santa Barbara della loro fantastica nave, per poterla sparare contro di noi ogni sera e senza riserve? 'Parliamoci da gnomo a gnomo» (direbbe Frassica) e scopriamo che cosa sta dietro alle maschere del sorriso, a quelle degli ammiccamenti, alle altre infantili o fatue. Anche nel pianeta arboreo si vittime dell'inesorabile doppio •maschera e volto»? Anche nel moderno circo elettronico della tv vale dunque ancora la straziante invocazione del 'Ridi pagliaccio...'? Lo studio Rai qualche ora prima della registrazione di Indietro tutta, evoca subito il film di Fellini Ginger e Fred perchè i personaggi ci son tutti. Un giardino del supplizi da far Invidia a Hieronymus Bosch. Una ragazzina coccodè esce dall'incantesimo di una tenda plastificata e luccicante ma dalla parte della coda, una ragazzona Cacao Meravigliao si stringe sull'inguine una minimutanda che più mini non si può e non si deve, il gonghista peloso si arrangia la sua quantità in un gesto che di solito si compie di nascosto. D pubblico delle tribunette Nord e Sud saltabecca apparentemente senza motivo da una corsia all'altra. Ci sono tutti e nessuno fa caso a nulla. In questo bailamme d'involontario teatro-verità le grosse telecamere sono un optional. E poi balli, risate, urla. Anche minimi gesti come avulsi dalla scena totale: un ragazzone del pubblico si accarezza il mento e fa smorfie a un obiettivo spento. Un'altra signorina gallinella si tocca dolcemente un gluteo, su e giù come una carezza che accompagna misteriose parole che lei pronuncia ma senza voce, muovendo soltanto le labbra lucidate. Tutt'intorno c'è un chiasso da non capire più nulla. Però qualcosa si intuisce. Ad esempio che il piccolo Riccardino è triste. Parlare all'architetto Mario Marenco nella sua veste infantile e ridanciana sa di grottesco. Fra i capelli ha una molletta da bambino per tenerli a posto. Si tormenta il grembiulino a quadretti azzurri e fa piccole smorfie con la lingua che porta ai lati della bocca come fosse già in onda e muove i piedini inguauiati nelle scarpette alte di scena. A pochi metri di distanza sembra davvero un bambino. Da vicino si vede che negli occhi la vita gli ha spento qualcosa, è rimasto solo un bel chiarore malinconico. — Che cosa ama della vita? 'La sperimentazione-. — Come riesce a fare due mestieri, l'attore e l'architetto? -Ne faccio per intero uno e per intero l'altro». Marenco è serio serio ma a guardar bene non è cosi anche Riccardino in tv? — Avrà degli obiettivi vero? »La qualità nel percorso della ricerca». — Non si diverte? « Una volta su cinque. Devo cercare di star sopra le cose». — Guarda la televisione? -Solo lo sport e Piero Angela». — Va al cinema? ..Si.. — E' un intellettuale? •./Menni mi hanno fatto questo complimento». — E intelligente? 'Anche ottuso oltre che intelligente». — Allegro? -No. Sono terrorizzato dallo spaventapasseri che sta qua dentro». Si tocca il petto e ha uno sguardo desolato. Anche Arbore ha il suo bel daffare, prima che s'inizi la registrazione, a portare con sé la sua simpatica maschera insieme con quella risata immediata e coinvolgente. I problemi della falsa diretta sono tanti e poi le ragazze Coccodè non ne vogliono sapere di covare al loro posto come da copione. Dopo la trasmissione, da vero gentiluomo del Sud. ci chiede di seguirlo nel camerino. .Cosi ci diciamo tutto» e ride con gioia. E' qui che si spoglia dell'abito bianco da nocchiero di Indietro tutta. »Il successo di Quelli della notte sapevo che era irripetibile. Ho sofferto sei mesi di travaglio prima di immaginare questa cosa qui — Parliamo di emozioni. Arbore. Che cosa la emozio¬ na davvero? Arrossisce un po', si volta da un lato infilando la testa in una borsona di pelle alla ricerca di qualcosa: i calzini? la camicia? •Anche i toreri spogliati perdono credibilità almeno agli occhi del toro-, spiegava un esperto in tauromachia. Arbore in maglietta della salute e mutande bianche, mentre si infila i calzini e i calzoni riesce a sorridere come prima. — Qual è la sua maggiore virtù? • L'onestà, direi. Ho sempre e fin dall'inizio della carriera evitato le pastette». — E 11 difetto più grande1 • La pigizia e perchè no, la testardaggine». — Si emoziona, vero? «Sono sensibile, diciamo che sono sensibile-. E cerca ancora di ridere. — E' ricco? • Benestante, e benestante ero di famiglia». — E' avaro? •So. Però ho un gran rispetto per il denaro, poi finisco col comprare cose inutili». — Quali? -Ho la casa piena di gadget, robucola, cosette divertenti... Ma come si dice: quando si hanno il vino e le sigarette c'è tutto, non manca niente». — Ma com'è davvero nell'intimo? •Faccio e ho fatto di tutto per difendere la mia vita privata dall'immagine pubblica — E' tanto diverso? • Insomma qualcosa di diverso c'è». — E' triste? • Come dice l'amico Benigni, "anche Renzo ha le sue belle malinconie"». — E l'amore? • E' un fatto privato». — Che cosa ne dice Mariangela Melato? Sorride con tenerezza: • Mariangela è una donna eccezionale che ha fatto scelte anche di un certo peso, difficili, è una donna sensibile...». — Vi vedete ancora? Arbore parla con gli occhi ; ha uno sguardo dolce e accenna al borsone di pelle: • Me l'ha regalato lei per Natale.. — Quanto guadagna con la Rai? E' come se si sentisse più a suo agio con domande professionali: -Non ho firmato ancora il contratto. Non ne ho avuto il tempo. Vedremo». — Frassica l'ha ripescato. E gli altri? • Li ho nel cuore, tutti gli amici. Come mi fossi dimenticato di Ferrini, ma come si fa? O di Andy Luotto... Non ho mai pensato che fosse finita li. Sono talenti naturali e prima o poi ci sarà qualcosa per loro. Ne sono certo-. — Si sente solo? .Ho sempre tanta gente intorno...». Arbore ha finito di vestirsi. Calzoni di velluto nero e giacca blu con revers vellutati e neri. Si alza dalla sedia, imponente per scherzo, come il nocchiero di prima, e nel gesto fa cadere un'arancia uscita da chissà dove che rotola sotto una brandina. Le si tuffa letteralmente dietro e la recupera infilando il braccio fra il lettino e la parete. •Altrimenti se la mangiano i topi». Si rialza e ride. Una bella risata piena e inconfondibile. — Ha detto che ha sempre tanta gente intomo... Ma cosi dicono tutti i malati di solitudine. Allarga le braccia e sorride sconsolato: 'Ch'aggio fà. Così sta la vita mia: un po' avanti e un po' indietro... tutta». Nevio Boni Roma. Renzo Arbore e una ragazza del Cacao Meravigliao durante «Indietro tutta» (Publifoto)

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