Il Papa, l'Urss, i Palestinesi di Marco Tosatti

Il Papa, l'Urss, i Palestinesi Il Papa, l'Urss, i Palestinesi Wojtyla ha detto: «Non andrò in Unione Sovietica», «Non si possono attaccare le persone in preghiera» CITTA' DEL VATICANO — Giovanni Paolo II non andrà in Unione Sovietica fino a quando non sarà risolto il problema della Chiesa cattolica ucraina, non riconosciuta né dal governo né dalla Chiesa ortodossa: l'ha annunciato il Papa stesso, in un incontro — senza precedenti — alla Sala stampa estera di Roma, davanti a centinaia di giornalisti di tutto il mondo. Il Pontefice, in quella che può essere considerata la prima conferenza stampa mai condotta da un successore di Pietro, ha anche giudicato negativamente gli ultimi episodi di Gerusalemme, e ha invitato ebrei e palestinesi a trattare per risolvere quella che ha definito .una situazione dolorosa-. Scherzando, ha anche accennato a un problema personale: quello del pensionamento del Papa a 75 anni, cosi come per vescovi e sacerdoti. Giovanni Paolo II ha pronunciato il discorso protocollare. Al termine il presidente della stampa estera. Valentina Alazraki, gli ha chiesto di rispondere ad alcune domande. Si è alzato un giornalista tunisino, sollecitando un giudizio sui fatti della moschea Al Aqsa di Gerusalemme. 'Non si può accettare in nessun modo che vengano attaccate le persone in preghiera', ha risposto. Per quel che riguarda Gerusalemme, e il suo status, 'la Santa Sede ha la convinzione che sia una capitale sacra, un città sacra, e il suo riferimento è all'appartenenza in senso morale alle tre religioni monoteiste. Questa è la prima dimensione del problema. La seconda sono i diritti umani, e i diritti di unpopolO'. Tutti i popoli devono avere eguali diritti, ha detto il Papa; e ha precisato di sentire profondamente quella realtà che si chiama Shoah, l'Olocausto: 'Vengo da un Paese dove queste cose succedevano brutalmente, un genocidio: Il popolo ebreo ha perciò diritto di avere una sua patria, e la Santa Sede lo riconosce, ma nello stesso tempo -appoggia il diritto del popolo palestinese. Sono problemi di fondo elementari, cui bisogna cercare soluzione: le due parti devono intervenire, a livello bilaterale. L'opinione mondiale aspetta che le due parti lo facciano. Sono moralmente invitate, e più che invitate, a riprendere questo problema, a sistemare questa situazione dolorosa'. Il tema della Shoah è stato ripreso dal corrispondente di un giornale israeliano, Alberto Nirenstein, di Al Hamishmar. 'Noi ebrei siamo nel giusto di vedere nel suo continuo richiamarsi alla Shoah una tendenza all'appiattimento alla realtà della Shoah stessa?', ha chiesto. «Afi meraviglio. Mi meraviglio di questa domanda', ha risposto Giovanni Paolo II, visibilmente urtato. La stampa estera celebrava il 75° anniversario di fondazione. Giovanni Paolo II ha ricordato che in Vaticano per i 75 anni c'è qualche paura: «75 vuoi dire l'anno in cui il vescovo, o il parroco. deve presentare all'istanza superiore la sua disponibilità a rinunciare all'incarico. Non viene messo in pensione automaticamente^. Immediatamente gli è stato chiesto: e il Papa a 75 anni che cosa farà? «Vedremo — ha risposto sorridendo —. Btsogna trovare un superiore. Ma forse ci riusciremo!'. La questione che lo ha impegnato più a lungo ha riguardato la preparazione del viaggio in Urss. «£' una preparazione che esiste soprattutto sulla stampa. Ma questa pressione morale sui generis mette in evidenza un problema di grande rilievo'. Il Papa è convinto che la visita avrebbe una «srrande importanza, non solo religiosa, ma anche per la convivenza internazionale'. Ma un atto di quel genere può essere fatto solo nella 'Verità.. E il Papa ha lasciato capire che, fino a quando il nodo della Chiesa ucraina non sarà sciolto, di viaggio non si può parlare. Marco Tosatti

Persone citate: Alberto Nirenstein, Giovanni Paolo Ii, Valentina Alazraki, Wojtyla

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Gerusalemme, Roma, Unione Sovietica, Urss