Contratto giornalisti: rotte le trattative con gli editori

Contratto giornalisti: rotte le trattative con gli editori Domani nessun quotidiano sarà in edicola Contratto giornalisti: rotte le trattative con gli editori Proclamati altri 4 giorni di scioperi -1 comunicati Fnsi e Fieg ROMA — Per uno sciopero nazionale dei giornalisti, domani i quotidiani non saranno in edicola. L'astensione dal lavoro è stata indetta dalla Federazione nazionale della stampa fFnsi) per protestare contro l'andamento delle trattative con la Federazione editori giornali (Fieg). La decisione e stata presa dopo l'incontro di ieri con la Fieg. giudicato negativamente dal sindacato dei giornalisti, il quale non intende tuttavia rompere le trattative. Seno stati indetti inoltre altn quattro giorni di sciopero, le cui modalità saranno decise prossimamente. Pubblichiamo il comunicato della Federazione nazionale della stampa e quello della Federazione editori giornali. • Oli editori — afferma la Fnsi — hanno confermato la loro determinazione a svuotare il contratto negandogli la capacità di regolare fenomeni di grande rilevanza per l'informazione, come le sinergie (forme di collaborazione tra testate di uno stesso gruppo editoriale). Gli imprenditori del settore reclamano invece la totale libertà d'azione come se le partita in gioco non fosse la difesa del pluralismo e della qualità dell'informazione, beni essenziali che appartengono non certo agli imprenditori, ma alle società. • CU editori rifiutano anche di assumere qualsiasi impegno sui livelli di occupazione, facendo con chiarezza comprendere che il loro disegno è proprio quello di realizzare economie sulla qualità del prodotto e sul numero dei giornalisti addetti. Analogo atteggiamento di inaccettabile chiusura gli editori lo hanno mostrato sulla delicata questione dei rapporti tra pubblicità e informazione, dichiarandosi contrari a concordare norme ispirate alla tutela della trasparenza dell'informazione. A questo si accompagna il giudizio sulle richieste economiche, ritenute dagli editori come di consueto incompatibili' con lo stato del settore il cui ampio sviluppo si vorrebbe addirittura negare. • Il sindacato dei giornalisti ritiene quindi che gli editori debbono rimeditare le loro posizioni e accettare il confronto sul merito del¬ le questioni in discussione. A questo confronto i giornalisti non si sottraggono, e parteciperanno all'incontro già fissato per il prossimo 3 febbraio.. Il comunicato degli editori ROMA — «La programmazione da parte della Federazione della stampa di uno sciopero nella giornata di sabato e di altri quattro giorni di sciopero da definire — comunica la Fieg — costringe gli editori ad annullare gli incontri già programmati per il giorno 3 e 4 febbraio per la prosecuzione delle trattative per il rinnovo del contratto. La trattativa è stata caratterizzata sin dall'inizio dall' assoluta inconciliabilità tra le richieste avanzate ed ogni ipotesi di equilibrio economico e di gestibilità delle imprese editrici, come è stato dettagliatamente e puntualmente dimostrato dalla federazione degli editori.. Per quanto riguarda la parte economica le richieste avanzate prevedono infatti — secondo gli editori — aumenti dell'ordine dell'80 per cento delle attuali retribuzioni contrattuali e dei relativi costi delle imprese per lavoro giornalistico: l'incremento medio annuo di retribuzione per giornalista sarebbe, alla fine del triennio, di oltre 38 milioni con un incremento di costo a carico delle imprese di 50 milioni per giornalista. •Appare evidente — prosegue la Fieg — che di fronte ad oneri di questa dimensione la risposta imprenditoriale é obbligata: nessuna categoria può sottoscrivere condizioni capaci di determinare, come in questo caso, la crisi certa del proprio settore ed il pericolo di chiusura di alcune delle aziende rappresentate.. A questi rilievi ed alla documentata esposi: Ione della reale situazione delle imprese, quale si desume dai bilanci, il sindacato del giornalisti ha risposto — secondo gli editori — con infastidita irritazione sostenendo che su ogni altra considerazione deve prevalere l'esigenza di far recuperare ai giornalisti le posizioni economiche che sarebbero state erose da anni di .austerità retributiva.. Secondo la Fieg .l'assunto sul quale si fonda tale posizione è falso: nel periodo 82-87 gli aumenti derivanti dal contratto e dagli automatismi sono stati del 79 per cento: 27 punti in più rispetto all'inflazione registrata nello stesso periodo. Le retribuzioni effettivamente erogate dalle aziende, nello stesso periodo, sono incrementate dell'88,5 per cento, 35 punti in più dell'inflazione. La retribuzione media annua del giornalista ha superato nel 1987 i 60 milioni con un incremento di retribuzione in termini reali rispetto al 1982 di 11 milioni annui, superiore a quello registrato da tutte le altre categorie di lavoratori dipendenti. • Per quanto riguarda le richieste di tipo normativo die la Fnsi proclama capaci di imprimere una svolta innovativa nella gestione dell'attività redazionale, gli editori — prosegue la Fieg — hanno dimostrato come il loro accoglimento avrebbe, al contrario, come effetto o di limitare la libertà dell'impresa editrice (come nel caso delle proposte riguardanti le cosiddette 'sinergie') o di alterare l'equilibrio tra diritti e doveri del giornalista (come nel caso della proposta relativa all' esclusiva in base alla quale la condizione normale del giornalista diventerebbe quella di lavorare per più testate mentre è alle dipendenze di un'impresa), o di stravolgere l'organizzazione del lavoro (come nel caso della proposta relativa ad un 'monte orario' mensile) o infine di introdurre elementi di rigidità nel lavoro giornalistico incasellando le diverse prestazioni di lavoro in un •mansionario, assolutamente inadatto a differenziare i livelli di una prestazione intellettuale.. •n rifiuto degli editori — conclude la Fieg — ad accettare oneri o a recepire stravolgimenti del tipo e della misura di quelli descritti, viene giudicato sintomo di 'arretratezza culturale' e "miopia imprenditoriale'. Non è però con simili affermazioni che si può coprire la scandaìosità di pretese che di fatto bloccherebbero lo sviluppo del settore, il cui perseguimento é, invece, l'unica forma di lungimiranza e di cultura cui gli editori si sentono impegnati.. (Ansa)

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