«Le canzoni c'erano già»

«Le canzoni c'erano già» Arriva nell'aula dei «catenesi» il testimone 007 «Le canzoni c'erano già» Il dirìgente regionale dei servizi segreti, che «ingaggiò» il boss Miano: «Le registrazioni non sono state manipolate, Dalla e Ramazzotti si sentivano fin dall'inizio, quando ascoltai le bobine» - Ha rinunciato all'incarico il perito indiziato della manomissione n perito ing. Andrea Pavoni Belli, indiziato dalla Procura di aver manomesso uno dei nastri registrati dal boss Ciccio Miano mentre era in carcere alle Nuove, rinuncia all'incarico mentre arriva in aula, il dott. Pietro Ferretti, dirigente regionale dei Servizi segreti che forni 11 registratore da «007» a Miano. E' vissuta su questi due tatti l'udienza di ieri al processo contro il clan del catanesi, un'udienza ancora avvelenata da dubbi e sospetti sul «giallo delle bobine». Stempiato, vicino ai sessant'anni, cappotto beige, 11 dott. Ferretti s'è presentato davanti alla Corte, nascosto da un nugolo di carabinieri, n pm Saluzzo aveva chiesto che la deposizione avvenisse a porte chiuse, ma il presidente Fassone è stato di parere contrarlo. Con tono tranquillo, sicuro, l'agente segreto ha raccontato ai giù dici: .All'inizio dell'83 il mio ufficio decise di prendere contatto con Francesco Miano. C'era stato il caso di delinquenti comuni, passati al terrorismo, come Ghiringhelli e Scirocco. Volevamo decifrare quel fenomeno-. Presidente Fassone: 'Perché proprio Miano?'. L'agente: 'Avevamo appreso dalla stampa che era uno che contava nella malavita. Lo contattai una prima volta mentre era ancora in libertà, ma lui chiese tempo. Poi fini in galera e ci rivolgemmo al medico del carcere Urani, che conoscevo già, per tenerlo sotto controllo, nel caso decidesse di collaborare». A luglio '83 il dott. Ferretti rivede Miano. presentandosi alle Nuove con un regolare permesso della Procura: «Lo trovai abbattuto. Era stato ucciso il procuratore Caccia e temeva che gli accollassero anche quel delitto. Ad agosto andai in licenza e al ritorno seppi che grazie a lui erano stati segnalati attentati ai giudici Sorbello e Maddalena.. Poi il boss dei catanesi, tramite il medico Urani, chiede il registratore: -Gli facemmo arrivare un Nagra, un apparecchio che anche un bambino può adoperare. Glielo diede Urani che continuò a farci da tramite.. E le canzoni di Dalla e Ramazzotti che interrompono bruscamente le conversazioni del boss? 'C'erano già quando ascoltammo le bobi¬ ne la prima volta. Ma non era una cosa che ci interessava molto. Ansi non sapevo che le avesse incise il dott. Urani per provare il registratore, come- ha riferito lui stesso. Pensavo che l'avesse fatto Miano in carcere.. Poi i nastri vengono messi al sicuro. Ferretti: «Li custodii nella nostra cassaforte, poi quando la direzione da Roma mi disse di consegnarli alla Procura, eseguii l'ordine. Era la fine d'ottobre dell'84.. Il dirigente regionale dei Servizi segreti ha spiegato che in qualche occasione per errore, lui stesso o qualche suo collaboratore aveva¬ no involontariamente provocato un paio di cancellature sui nastri. Poi ha subito, senza scomporsi, 11 bombardamento di domande dei pm Saluzzo e Anna Maria Loreto e dei difensori Zancan, Siliquini, Lo Greco, Anetrini, Perga. «Le registrazioni di Miano finirono nel giugno '84, perché non furono consegnate all'autorità giudiziaria subito?». Ferretti: «Le portai in Procura quando me lo ordinarono i miei superiori.. La versione del testimone conferma quella del medico Urani: in particolare sulle canzoni incise. Quei nastri sono poi rimasti in Procura fino al marzo '87. Allora ne fu fatta una copia dal perito Piazza che ieri ha spiegato in aula: 'Controllai bene e non c'erano montaggi.. Una delle bobine, la numero 31. che non era uscita dalla cassaforte, fu consegnata per una perizia un mese fa all'ing. Pavoni Belli. Che scopri la manipolazione e la denunciò in aula. Ora è Indiziato di falsa perizia: per la Procura sarebbe stato lui a manomettere la bobina. La notizia dell'accusa contro l'esperto è arrivata come una bomba al Galileo Ferraris. Il collega Ing. Giuseppe Righini, capo dèi reparto di acustica dell'Istituto, uno dei più noti specialisti nel settore, ha commentato: «£' un ricercatore che vive in un mondo un po' astratto, ma non fa queste cose.. Della stessa opinione è il consulente di parte prof. Aurelio Ghio: .L'ing. Pavoni Belli? Ma non scherziamo, è una persona seria. Sono disposto a mettere la mano sul fuoco per lui.. Nino Pietropinto L'ing. Giuseppe Righini: «Pavoni Belli non fa queste cose»

Luoghi citati: Roma, Saluzzo