Coda Zabet faccia a faccia con l'accusatore di Claudio Cerasuolo

Coda Zabet faccia a faccia con l'accusatore Davanti al giudice l'imprenditore che dice di aver pagato l'esponente socialista Coda Zabet faccia a faccia con l'accusatore L'uomo si era giustificato con la Finanza: «Nei miei bilanci non sono conteggiate le tangenti» - La dichiarazione fu trasmessa al magistrato che indaga sugli appalti Usi - «Prima delle gare c'erano degli incontri per decidere i vincitori» Francesco Coda Zabet, l'esponente socialista accusato di aver ricevuto 200 milioni di tangenti dalle ditte che partecipavano agli appalti delle pulizie dei presidi Usi. si e trovato per la prima volta eli fronte al suo accusatore, il cui nome viene taciuto dagli inquirenti. E' stato un confronto teso, drammatico. Entrambi hanno mantenuto le loro posizioni. L'imprenditore avrebbe riconosciuto in Coda Zabet l'uomo a cui aveva consegnato nell'81 nel suo ufficio di corso Vinzaglio una trentina di milioni per partecipare alla gara delle imprese di pulizia. Decisa la risposta dell'esponente socialista: -Non ricordo di aver mai visto quest'uomo-. Il riserbo istruttorio, che circonda gli atti dell'inchiesta del giudice Sorbello sugli appalti della Sanità, e sempre più rigoroso e il cronista può rilerire soltanto ciò a cui ha personalmente assistito. L'accusatore di Coda Zabet e stato messo a con fronto con altri due imprenditori arrestati. Sergio Ioppolo. titolare della Mondialpul e Mavillo Tecchiati, titolare della Socops. I tre detenuti sono arrivati alla spicciolata in via Tasso dalle varie carceri: l'esponente socialista, tuttora membro del Comitato di gestione della Cassa di Risparmio, da Cuneo: Ioppolo da Alba. Mavillo Tecchiati dal centro clinico delle Nuove, dove e stato trasferito a cause delle sue cattive condizioni di salute (soffre di cuore). L'altro imprenditore, a piede libero, è giunto a Palazzo di giustizia accompagnato da un finanziere in borghese. II primo e più atteso confronto è cominciato poco prima delle 15. L'imprenditore che accusa Coda Zabet non e un pentito. Finito nel mirino della Guardia di Finanza, e messo alle strette dal sostituto procuratore Tinti (uno dei magistrati impegnati nella lotta all'evasione fiscale) l'uomo avrebbe dichiarato: -Nei bilanci non sono conteggiate le tangenti die. ho dovuto pagare per partecipare agli appalti. NelVSl io come molti altri sborsammo una trentina di milioni a testa per partecipa¬ —11 H11111 II 11111111 ! M IM 1111 ■ 1111 ITU ! 111 i li I ■ IL111 re alle gare. Accompagnato dagli imprenditori Michele Esposito (latitante) e Secondo Cantarella (detenuto al centro clinico delle, Molinette. sarà sentito oggi) mi recai nella sede del Centro studi 111111111111111 i 111 ! 1111111 h > 11111111 ! I documentazione sociale dove consegnai il danaro a un tizio che non conoscevo: solo dopo Iw saputo clic era Coda Zabet-. Una dichiarazione che e stata trasmessa da Tinti al collega Sorbello e che si è rivelata preziosa per l'inchiesta. L'imprenditore non avrebbe accusato direttamente Tecchiati e Ioppolo: -In corso Vinzaglio io ci sono andato con Cantarella. So però die prima delle gare d'appalto c'erano degli incontri in cui veniva stabilito chi avrebbe vinto e mi risulta die anche Tecchiati e Ioppolo vi abbiano partecipato-. E' l'aspetto più inquietante della vicenda: Ioppolo è di area socialista, Tecchiati, pei. Cantarella è un esponente de: insomma, se fosse vero quanto afferma il misterioso accusatore, la logica lottizzatrice avrebbe visto «partecipi» i tre maggiori partiti su ogni appalto della Sanità. Claudio Cerasuolo | I! IIIIHll III IHIIIIUIIIII III 1111111 II I I Coda Zabet accompagnato in via Tasso per il confronto

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