Cerus, quasi un si per l'opa di Fabio Galvano

Cerus, quasi un sì per l'opa Via libera all'inizio della procedura per la scalata alla Sgb Cerus, quasi un sì per l'opa Se non saranno riscontrate irregolarità l'offerta sarà lanciata tra una settimana DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Un passo avanti forse decisivo per Carlo De Benedetti, nell'appasstonante feuilleton finanziario che lo vede impegnato nella scalata alla Société Generale de Bel'gique, è stato sancito ieri sera dalla Commissione Bancaria, equivalente belga della Consob italiana. Sia pure con una postilla cautelativa — il rinvio al 2 febbraio della decisione definitiva — essa ha dato via libera all'offerta pubblica d'acquisto (Opa) con cui il finanziere italiano intende aggiungere il 15 per cento del pacchetto azionario Sgb al 18.6 che già controlla, per diventare con il 33,6 per cento l'« azionista di riferimento». I termini dell'Opri, precisa la Commissione Bancaria, saranno trasmessi oggi al consiglio d'amministrazione della Generale, che avrà fino al r febbraio per sollevare obbiezioni. Il 2 febbraio, quando la Commissione si pronuncerà in modo definitivo, sarebbe davvero clamoroso se l'azione di De Benedetti fosse bloccata. La Commissione non ha fatto riferimento, questa volta, alle •irregolarità' indicate nel suo intervento della scorsa settimana. Ha invece rivelato i termini dell'offerta, che porta la firma della finanziaria francese Cerus. Il prezzo è di 3400 franchi per i titoli emessi anteriormente all'8 settembre scorso e di 3300 per quelli relativi all'aumento di capi tale operato in quella data. In precedenza, in un'altra giornata di fitte contrattazioni (427 mila azioni hanno cambiato mano), 11 titolo era già passato in Borsa dai 3310 franchi di lunedi a 3370: una lievitazione che sottolinea il crescente interesse per la Sgb. vuoi in una prospettiva debenedettiana. vuoi nell'ipotesi di un successo della •scalata» avviata lunedi da un gruppo di industriali fiamminghi che fanno capo alla Gevaert di André Leysen. Ieri, proprio mentre l'altalena legata alla Generale registrava una brusca oscillazione in favore di De Benedetti. Leysen ha reso nota la lista dei partecipanti belgi alla cordata che si propone di acquistare almeno 8 (e forse 10) dei 12 milioni di titoli — per ora «congelati» dal Tribunale del Commercio — con cui la Generale, attraverso un aumento di capitale che secondo la Cerus è di dubbia legalità, ha cercato di arginare l'avanzata di De Benedetti diluendone la quota azionaria. Leysen ha precisato che 6,4 milioni di titoli sarebbero acquistati dalla Gevaert stessa e da Boerenbond, Ibel, Cobepa e Royale Belge. I rimanenti 3.6 milioni andrebbero soprattutto all'estero. Ora si attende, quindi, la decisione del Tribunale del Commercio — probabilmente la settimana prossima — relativa all'aumento di capitale. Il campo, di De Bene detti sembra non avere dubbi sull'esito favorevole di quel giudizio. Ma se invece fosse deciso lo «scongelamento» delle nuove azioni, se cioè fosse riconosciuta la legalità dell'aumento di capitale (la tesi belga è che in quel momento l'Opa non esisteva ancora)? Scatterebbe in quel momento, l'operazione di Leysen e del «gruppo fiammingo». La Generale, solo formalmente vittoriosa nello scontro con De Bene detti, cambierebbe total mente volto. Con una percentuale di azioni fra il 20 e il 25 per cento, la -cordata» di Leysen diventerebbe la maggiore azionista: l'attuale 18,6 per cento di De Benedetti sareb¬ be «diluito» a circa il 13 per cento. Anche con il 15 per cento del titoli oggetto della sua Opa, la quota totale (33,6 per cento sul mercato attuale, circa 9 milioni di titoli) si ridurrebbe al 23 per cento. E' vero che anche la partecipazione del gruppo che fa oggi capo a René Lamy' sarebbe ridimensionata (dal 17 per cento a poco più dell'il), ma è altresì vero che 11 compromesso raggiunto fra Leysen e lo stesso Lamy garantirebbe 11 comune controllo della Generale, sia pure alle condizioni dettate dal «gruppo fiammingo». Non è forse la più probabile delle ipotesi. Ma a De Benedetti, di fronte alla prospettiva di non avere né il controllo della Generale né l'auspicato ruolo di «azionista di riferimento», resterebbe una sola scelta: proseguire la scalata o tentare un'intesa con la «cordata» di Leysen. Tale prospettiva non è priva di logica. Da una parte ci sono le dichiarate «aperture» di Leysen a partner europei, la sua «disponibilità a collaborare purcìié il centro decisionale resti in Belgio»; dall'altra torreggiano — a parte la convinzione che «un socio belga di quel tipo andrebbe bene' — obiettivi interessi comuni che già si riflettono nella complicata ragnatela delle partecipazioni. La Cobepa. finanziaria controllata dalla francese Paribas, ha il 50 per cento della Vìbem e della Ibel. le quali a loro volta hanno il 18,3 e il 19 per cento del pacchetto azionario Gevaert. Ma la Cobepa ha anche l'8 per cento della Valeo. controllata dalla Cerus di De Benedetti. La Gevaert, inoltre, ha il 6,18 per cento della Pallas, un gruppo finanziario-assicurativo francese che detiene il 3 per cento della Cerus stessa. Ma questa ragnatela ha propaggini anche verso gli alleati di Lamy. Fabio Galvano

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles