Un'altra scalata alla Sgb di Fabio Galvano

Un'altra scalata alla Sgb Contro De Benedetti in campo una cordata guidata dalla Gevaert Un'altra scalata alla Sgb Dietro l'iniziativa fiamminga aleggia l'ombra di re Baldovino - Il finanziere italiano annuncia nuovi alleati Cerus: «Manovre politiche» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — La scalata alla Soclété Generale de Belgique continua, ma con nuove figure sulla scena dell'appassionante feuilleton finanziario. Alla «cordata» di De Benedetti, impegnata ormai da dieci giorni in un'aspra battaglia contro le resistenze dell'attuale dirigenza della Sgb, si oppone da ieri anche un consorzio che fa capo alla finanziarla belga Gevaert e a cui partecipano, è stato precisato, «altre società belghe ed europee». Il nuovo gruppo è pronto ad acquistare fra 8 e 10 milioni dei titoli (12 milioni in tutto) emessi dalla Generale per diluire la quota azionaria di De Benedetti e che ora sono nelle mani della Sodecom, sussidiaria della Generale. Ciò gli darebbe il controllo di quasi il 25 per cento del nuovo pacchetto azionario, contro il 13 per cento eventualmente «diluito» di De Benedetti. La replica di De Benedetti non si è fatta attendere. La Gevaert, fa notare un portavoce della Cir, figura senz'altro tra le società belghe da coinvolgere nell'azionariato della Sgb, anche per i rapporti di conoscenza tra Leysen, amministratore del gruppo, e De Benedetti. »Ma il progetto — dice testualmente un comunicato — anticipato dallo stesso Leysen ci pare di natura ipotetica e politica». Né alleato né avversario di Lamy e dell'establishment della Generale, il nuovo consorzio ha costretto l'attuale dirigenza della Sgb a un compromesso più che a un accordo. Il suo intervento potrebbe si Incapsulare l'assalto di De Benedetti, ma a dure condizioni per Lamy, .prima fra tutte una ridistribuzione del potere, quindi l'ingresso della- finanza fiamminga in questa storica «risemi di caccia», finora gelosamente custodita in mano francofona. Nel giorno in cui le azioni della Generale sono state oggetto alla Borsa di Bruxelles di un rinnovato Interesse — sono stati scambiati 382 mila titoli, quasi l'l,5 per cento del pacchetto azionarlo, e le quotazioni sono salite da 3245 a 3310 franchi — e si presumono quindi pesanti interventi di «fiancheggiatori», lo scenario dello scontro per la «vecchia signora di rue Royale» si tinge di nuovi colori. L'annuncio è stato dato, nel corso di un'affollata conferenza stampa, dal presidente della Gevaert René Leysen, che poche ore prima aveva incontrato De Bene- detti in quello che ha definito «un colloquio cordiale e franco»: cordiale, ha spiegato, »perché una volta . un giornale italiano vii aveva soprannominato il De Benedetti del Belgio, e quindi non potevo che trovarmi bene davanti all'originale»; franco perché «ciascuno ha enunciato i suoi principi, sema che si trovasse un'intesa». Di fatto Leysen, che in un comunicato precisa di «non escludere alcuna collaborazione purché il centro decisionale della Sgb resti in Belgio», ha categoricamente escluso qualsiasi possibilità d'intesa con il finanziere italiano nella gestione della Generale. Ma ha poi aggiunto, alla domanda di un gior¬ nalista belga, che un De Benedetti in Belgio apporterebbe certamente qualcosa di positivo Chi c'è dietro la nuova inattesa iniziativa, che mette sul piatto della finanza belga fra 20 e 25 miliardi di franchi — 700-875 miliardi di lire — per una difesa in chiave belga di una «nuova Generale» solo moderatamente aperta a «fidati» partner stranieri? Leysen ha mantenuto, per ora, il- massimo riserbo. «La discussione sulla ripartizione dei titoli ha detto — è in corso. Ci vorrà qualche tempo per avere una lista precisa». Certamente ci sono interessi fiamminghi (e c'è da domandarsi se tale pillola non ri- suiti più dolorosa, per taluni dirigenti della Sgb che l'ingresso del «predatore italiano»); ma si parla anche insistentemente della francese Lazard. Sulla nuova cordata aleggia anche l'ombra di re Baldovino. 81 dice che sia stata del sovrano la spinta a questo sforzo comune Le condizioni poste dal consorzio che fa capo alla Gevaert, accettate da un Lamy che con il passare dei giorni vede indebolirsi la sua posizione, sono precise: 1) le strutture della Generale dovranno essere tali da stabilire una chiara separazione fra gestione e controllo proprietario; 2) l'apporto dei partner del Nord (gli imprenditori fiamminghi) dovrà avere un impatto concreto sulle strutture dirigenti; 3) dovrà essere accelerato, nella prospettiva del 1992 e del Mercato unico, lo sviluppo della cooperazione sul plano europeo; 4) tutte le azioni dovranno avere diritto di voto. Quest'ultimo appare, nell'attuale frangente, il punto più importante. I 12 milioni di azioni emesse dalla Soclété Generale per contrastare la scalata di De Benedetti sono state «congelate» dal Tribunale del Commercio. Lamy si è appellato contro quella decisione, e il parere definitivo si avrà solo tra una settimana. La sentenza del Tribunale del Commercio, tanto attesa dal nuovo consorzio, potrebbe tuttavia essere vanificata dall'imminente decisione della Commissione Bancaria sull'ammissibilità dell'offerta pubblica (Opa) fatta dalla Cerus. Insistenti voci che circolavano ieri negli ambienti finanziari di Bruxelles annunciavano per oggi la decisione, dopo 11 giudizio interlocutorio-della- settimana scorsa che riscontrava alcune «Irregolarità» nella conduzione dell'Opa. Se la Commissione desse via libera all'offerta di- De Benedetti, la partita si chiuderebbe. Ma se quell'organismo, legato a filo doppio con l'establishment e i cui membri sono in parte di nomina regia, dovesse bloccare l'Opa, rinviandola o addirittura ritenendola nulla, soltanto una lunga e cavillosa battaglia legale potrebbe bloccare l'aumento di capitale voluto da Lamy e che ora — per l'intervento della «cordata Gevaert» — si potrebbe ritorcere parzialmente contro di lui e suggerire quindi, nelle strategie di De Benedetti, scenari neppure troppo sfavorevoli. Fabio Galvano Carlo De Benedetti parla alla televisione belga

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