La moda diventa un gioco

La moda diventa un gioco Parigi conquistata dalla collezione di Christian Lacroix La moda diventa un gioco Lo stilista rompe i canoni dell'eleganza tradizionale con divertenti abiti-scommessa e insoliti accessori - Pantaloni larghissimi da clown - Giacche ricamate con fiori, uccelli e ranocchi PARIGI — n primo giorno delle sfilate Haute Couture Primavera-estate 88 è stato tutto suo, in una domenica aria dolce e rovesci di pioggia. L'arlesiano coccolato al di là e al di qua dell'Oceano, continua a sprizzare faville: non solo è riuscito a colmare per due volte il salone imperiale in un grande albergo, di pubblico festoso, ma l'ha avuto con sé all'Opera-Comique per festeggiare il primo anniversario della sua comparsa, con il proprio nome, nella moda. Un concerto di musiche di Hoffenbach, un film molto bello, che racconta la nascita, a contatto con la compagnia dell'American Ballet Theater e il suo direttore Mikhail Baryshnikov, degli stupefacenti costumi di Lacroix per il balletto •Gaiezze parigine 1988», in scena a New York, il 20 aprile prossimo: e una raffinata quanto fantasmagorica cena nelle gallerie e nel foyer, mille coperti. Qual è il segreto del successo di Christian Lacroix, a parte l'innegabile, potente sforzo dei suoi finanziatori? Prima di tutto l'irriverente libertà con la quale manipola tessuti, colori, forme, popolari e aristocratici, in modelli che sembrano sfidare la donna, perché a sua volta osi, incurante delle frontiere labili del ridicolo, frantumare i canoni dell'eleganza tradizionale, con abiti-scommessa, divertenti, gioiosi. Subito dopo la fantasia, virtù più rara, che Lacroix esprime negli abiti ma anche negli accessori: bijoux in terracotta dorata, conchiglie, perle e paste vetrose; borse che ripetono in vimini le antiche brocche, anfore e in seta le bisacce degli zingari: scarpe in paglia e satin, sandali in pizzo e crine: bottoni in ceramica, bouquet di nicchie o di frutti di mare, corda rustica e passamanerie preziose; occhiali in bambù e tartaruga; improbabili cappelli, immensi sombreri, falsi ombrellini alla Goya, dischi volanti o lunghi coni da fata. Libertà. fantasia: per Christian Lacroix appena degli strumenti per una visionarietà, che afferra immagini nella camera dei giochi infantili, soldatini di piombo dal cuore dorato, rossi zuavi, trottole meccaniche e fra le memorie rivoluzionarie, coccarde, sanculotti e marsigliese, ora sulle spiagge di Provenza, ora nei mritbgfgglc mari dei Sud, fra misteriosi riti gitani. In gonne cortissime, rotonde, a colpo dì vento, a botte, a palloncino, a corolla, gambe ingessate di rosa confetto, di giallo limone, in magliette più nude del nudo, in giacche-bolero, in pantaloni larghissimi, vita alta, da clown o da guardiano dell'harem, la donna Lacroix è fanciullesca, tutta sorprese e consumata malizia, mai scostumata. ammiccante, semmai teatrale, pittorica. Il colore ha accostamenti superbi, gridati o sommessi, turchese e corallo, zafferano e verde assenzio, rigati in grigio e nero a contrasto con smaglianti pois, pallidi azzurri e verde giardino, cioccolato e salmone. Movimenta minute giacche In lino entrando diverso nel busto, nel dorso, nelle maniche, già tempestati da ricami In fiori, frutti, uccelli, ranocchi; accende bluse direttorio, babydoll in organza. Eppure la seconda collezione Alta Moda di Lacroix. ne ha confermato la bravura proprio in quei modelli dove l'effetto scioccante cede alla grazia: gli abiti neri a pallini bianchi, chiusi da scialli in organdis, orlati di pizzo candido come le tovaglie degli altari, i vestiti di gala in seta d'una unica tinta, ricamati come le vestine da battesimo, il merletto applicato, gli altri a grande gonna in satin nocciola, in gazar cioccolato con il grembiule in taffetas blu cielo o rosa confetto, ci fanno intravedere gli esili futuri di questo couturier, che a marzo prsenterà il suo primo prét-à-porter, realizzato in Italia dal Gruppo Genny. L'Alta Moda francese è cominciata nel lusso, venticinque collezioni di primavera in cinque giorni, aspettando la primavera delle elezioni, con molta freschezza, e tutta la decisione possibile nel far corto e nel valorizzare una vita di vespa. Pierre Cardin non disegnava da almeno vent'anni abiti a triplice volant ondulato e fiorito, con un giro di vita cosi esiguo e serrato dalla cintura; negli abiti in lino o in organza ricompare il corsetto, alto fin sotto il seno da dove svasano maniche fluide, e prolungato fino al primo fianco ad accogliere la rigida rotondità della gonna cortissima. Lucia Sollazzo Parigi. Un modello della collezione di Christian Lacroix (Ap) bambù e tartaruga; impromari dei Sud fra misteriosi

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