I wargames del Pacifico

I wargames del Pacifico Intervista a Henry Kissinger sui rischi e le strategìe in uno dei nuovi punti chiave del mondo I wargames del Pacifico «Entro il Duemila Giappone e Cina diventeranno potenze militari, l'influenza dell'India cresce e l'Urss è sempre in agguato» - Nell'area gli Stati Uniti potranno avere il ruolo di ago della bilancia In un'intervista a Bryan Boswell del quotidiano The Australia», l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger delinea le prospettive politiche ed economiche dell'area del Pacifico, che si avvia a diventare uno dei punti caldi del mondo.* Come vede, nella prospettiva del XXI secolo, lo sviluppo economico, militare e politico dell'area del Pacifico? E come il coinvolgimento americano nella regione? Ritengo che la fine di questo secolo porterà grandi mutamenti nella struttura delle relazioni internazionali cosi come si sono sviluppate dopo la fine della seconda guerra mondiale. Una delle cose più paradossali della situazione attuale è che le due superpotenze si muovono sul piano internazionale come se il loro ruolo avesse una rilevanza principale, mentre in realtà entro il prossimo decennio emergeranno nuovi centri di potere che renderanno la posizione relativa delle due superpotenze meno importante. Ciò è particolarmente vero per il Pacifico. Per la fine del secolo il Giappone diventerà una grande potenza militare, se soltanto le sue spese per la Difesa arriveranno al due per cento del prodotto nazionale lordo, che è la previsione attuale, oppure al tre per cento, come sollecitato da molti. La differenza e poca, per due ragioni. In primo luogo perché il prodotto nazionale lordo giapponese è in crescita: l'uno per cento da solo supererebbe già le spese militari sostenute dalla Cina. In secondo luogo, il Giappone ha cosi tanti investimenti in settori legati a quello militare, come il suo programma spaziale, che mi fanno supporre la sua ascesa a grande potenza militare per la fine del secolo. Inoltre, dire che la Cina avrà successo oppure fallirà è banale, ma ciascuno di questi eventi potrà avere conseguenze drammatiche. Credo che le riforme in Cina avranno successo, e i cinesi, secondo la mia esperienza, sono attenti .osservatori degli, affari internazionali Non è concepibile che a una crescita della potenza cinese non corrisponda una crescita dell'influenza di Pechino.. L'Unione Sovietica sta perseguendo l'obiettivo di creare almeno un centro ausiliario per i suoi interessi in Asia Nello stesso tempo l'India sta già diventando la principale potenza militare della regione, e ha mostrato di non avere alcuna esitazione a impiegare la forza per sostenere i suoi interessi nazionali. Penso anzi che in quest'area di interesse primario l'India seguirà più o meno la politica condotta dagli inglesi a Est di Suez, che infatti aveva il suo fulcro in New Delhi. Pensa che l'India potrà sostituire gli Stati Uniti nell'Oceano Indiano? Credo che l'influenza indiana sia destinata ad aumentare ma senza sostituire completamente quella americana Gli interessi a lungo termine dell'India sono molto simili ai nostri. Gli indiani non vogliono che l'Unione Sovietica, o qualsiasi altra nazione, possa dominare l'Oceano Indiano. Prevedo che l'influenza di New Delhi s'irradierà sull'Oceano Indiano fino a Singapore e il Sudest asiatico sarà regolato dall'equilibrio di quattro potenze: Cina, India, Unione Sovietica e Giappone. Ma quale sarà il ruolo degli Stati Uniti in tutto ciò? Credo che in quest'area sarà necessaria la presenza americana almeno come ago della bilancia e ritengo che la domanda più importante sia «Siamo in grado di farlo? Sap piamo come farlo?» Siete decisi a svolgere questo ruolo? Il problema principale è se ci rendiamo conto di che cosa significhi. Equilibrio di potere è una parola sporca in Ameri' ca, e nói ci siamo sempre van¬ tati di condurre gli affari internazionale su un piano più elevato. Quando in America si tratta con i gruppi dirigenti, per non parlare della gente comune, l'equilibrio del potere e un concetto tutf altro che immediato. Siamo decisi a svolgere questo ruolo? L'America è un Paese sano finché la gente partecipa. Non è una nazione cinica Ed è un popolo che ama davvero credere nel suo governo. Ma negli ultimi venti anni qualcosa è andato storto ai nostri gruppi dirigenti. Lei ha fatto parte di quei gruppi dirigenti per molto tempo. Certo, ma io sono uno strano fenomeno, essendo nato in Europa e avendo servito un presidente molto atipico. La politica estera di Nixqn-Kissinger fu indebolita dagli attacchi sia dei conservatori sia dei liberali: dei primi perché troppo relativistica, dei secondi perché troppo incline alla potenza Credevamo nell'equilibrio del potere ma eravamo contrari alle crociate. Alla fine l'America sarà costretta a pensarla in questo modo dalla limitazione delle risorse. La .pace richiede un'egemonia oppure un equilibrio del potere. Non abbiamo né le risorse né la propensione per la prima alternativa. L'unico problema è quanto dovremo soffrire prima di capirlo. Prevede un ritiro dall'Europa, magari per volgere l'attenzione al Pacifico? No, se ci ritirassimo dovremmo ritirarci... In America? In America. E il grande pericolo è che ci siano nell'emisfero Occidentale tumulti cosi gravi da costringere gli Stati Uniti a concentrare la propria attenzione sull'America Latina. Una cosa è sostenere dal punto di vista intellettuale che il centro delle attività mondiali è destinato a spostarsi dall'Atlantico al Pacifico. Questo mi sembra vero. E' là che c'è più popolazione, là nasceranno le dinamiche economiche. Questo non significa che gli Stati Uniti possano spostare la loro attenzione dall'Atlantico al Pacifico: lo sforzo intellettuale richiesto per l'abbandono dell'Europa e il nuovo impegno nel Pacifico è difficile da concepire. Inoltre, che cosa potremmo ritirare dall'Europa e spostare nel Pacifico? In America c'è come un mito che il Paese non debba farsi coinvolgere nelle questioni asiatiche. Ma se gii Stati Uniti non colmano il divario che si sta creando nel Pacifico, significa lasciare l'area a... fc No, credo che dobbiamo colmare il divario nel Pacifico. Come lei saprà, il filosofo tedesco Immanuel Kant scrisse un saggio intitolato «Per la pace perpetua», dove dice che la pace mondiale potrà stabilirsi sia in virtù, delle intuizioni morali e intellettuali dei politici sia attraverso una serie di catastrofi cosi smisurate da non lasciare scelta. Lei prevede le catastrofi? No, spero saremo capaci di agire con preveggenza. L'ai tr'anno i giapponesi hanno abbozzato l'idea che Giappone e Australia possano dar vita a un asse Nord-Sud che controlli il Pacifico. Pensa che la cosa possa avverarsi? Senza dubbio è quello che molti giapponesi hanno in mente. Invece l'attrazione dell'Australia per una moderna versione della sfera della coprosperità asiatica mi sfugge. Il Giappone sta diventando la potenza economica dominante... Non deve diventare la potenza economica dominante: lo diventerà ma non è che debba per forza diventarlo, Non c'è alcuna ragione per cui l'America non possa fare appello alla produttività per competere con il Giappone. Soltanto una ventina di anni fa sarebbe stato considerato folle sostenere che Tokyo avrebbe potuto diventare centro finanziario del mondo. Diventando più partigiano vorrei guardare al ruolo dell'Australia nel XXI secolo: avrà un ruolo? Sì, l'Australia., da una parte sarà sottoposta alle pressioni di tutte quelle forze che si stanno sviluppando nell'area. La sua distanza non sarà più a lungo una protezione. Dal punto di vista economico ancora molto più avanzata .dei ^ supj.. vicini. ; L'Australia può' tentare di unirsi con uno raggruppamenti questi asiatici... Che è la proposta giapponese. Oppure può stabilire legami più stretti con- gli Stati Uniti, sia economici sia politici. N. à si tratta di condividere la nostra politica globale, ma i nostri interessi a lungo termine in Asia mi sembrano paralleli. Voi non volete essere dominati da nessuno e il nostro obiettivo dev'essere di prevenire qualsiasi egemonia. L'Unione Sovietica e il Pacifico? Fin dal discorso di Gorbaciov a Vladivostok l'atteggiamento economico e politico. dell'Unione Sovietica nel Pacifico è divenuto più aggressivo. Certo Mosca non tiene una flotta di pescherecci nel Sud Pacifico e neppure basi in Vietnam (cosa che i pacifisti si sono sempre affannati ad assicurare che non sarebbe mai accaduta) per obiettivi non strategici. Credo che l'Unione Sovietica avrà un ruolo crescente nel Pacifico. La sua politica avrà successo nella misura in cui riuscirà a neutralizzare le anni nucleari con negoziati sul controllo degli armamenti. E comunque già al livello in cui le armi nucleari si neutralizzano a vicenda, l'abilità sovietica di sviluppare una potenza convenzionale acquista maggior peso. E questo porterà l'Unione Sovietica a una guerra con il Giappone? Con il Giappone, con la Cina. Sarebbe interessante poter vedere l'elenco dei giocatori, sapere come saranno gli schieramenti. Penso che i cinesi siano troppo accorti e sottili per affiancare l'Unione Sovietica in uno sforzo per neutralizzarci. Anche perché in Eurasia rimarrebbero soli con l'Unione Sovietica. Infine una domanda davvero futuribile: prevede una terza guerra mondiale? - No. Ma vedo un mondo percorso da molte più tensioni. Molto più complicato. Bryan Boswell . , Copyright «Los Angeles -v Times Svridicale» e per l'Italia «La Stampa» g

Persone citate: Bryan Boswell, Gorbaciov, Henry Kissinger, Immanuel Kant, Kissinger