Sull'Aids lite tra scienziati di Giancarlo Masini

Sull'Aids lite tra scienziati Anche in Usa casi di sieropositivi diventati sieronegativi Sull'Aids lite tra scienziati Un'università americana ha confermato la scomparsa degli anticorpi all'HIV nel sangue di tre omosessuali - Rilanciata l'ipotesi che il virus non sia la causa della malattia SAN FRANCISCO — n caso del dieci pazienti del San Giovanni di Roma e del giovane di Parma, i quali, da sieropositivi per il virus «HIV. sono diventati sieronegativi, ha suscitato emozione, perplessità e curiosità, anche nel mondo scientifico americano. E i commenti che abbiamo raccolto sono tutti improntati alla massima prudenza anche in considerazione del fatto che sulla natura di questo retrovirus, sui suoi meccanismi di azione, nonché su tutta la patogenesi e sui processi micidiali dell'Aids sono ancora molte le cose che non si sanno. I casi italiani — a parte i sempre possibili errori di laboratorio — non sono i soli finora registrati. Negli Stati Uniti sono sotto esame tre situazioni cliniche identiche. Se ne occupa un gruppo di specialisti della famosa Johns Hopkins Medicai Institution della omonima Università di Baltimora sotto la direzione del dr. Farzadegan. Nei giorni scorsi un giornale di quella città, il Baltimore Sun, riportò la notizia: ieri dalla Johns Hopkins University è stato emesso un comunicato sulla spontanea scomparsa degli anticorpi al virus .HIV. che dice, fra l'altro: -Si possono confermare i risultati preliminari provenienti dal Macs (Multicenter Aids Cohort Study) che vennero presentati alla Conferenza internazionale sull'Aids svoltasi lo scorso giugno a Washington. I risultati hanno mostrato la scomparsa degli anticorpi all'-HIV- nel sangue di tre omosessuali (In precedenza riconosciuti sieropositivi n.d.r.). Il Macs tiene sotto costante esame lo sviluppo dell'Aids in 4995 omosessuali di Baltimora, Los Angeles, Chicago e Pittsburg... I ricercatori stanno continuando le loro indagini per spiegare l'apparente scomparsa degli anticorpi e appena si avranno i risultati definitivi, saranno pubblicati .. Uno dei massimi esperti in materia, 11 prof. John L. Ziegler. direttore delle Ricerche cliniche dell'Università di California, al campus di San Francisco, ci ha detto di non essere meravigliato. Ziegler (che operando in una zona calda per l'Aids quale è San Francisco, è stato uno dei primi ad occuparsi del problema, sia sul piano clinico, sia dal punto di usta biologico) ha elaborato una teoria per la quale il virus -HIV. sarebbe responsabile dell'Aids, ma non per sua azione diretta. Sulla rivista medica Clinical Immunologi/ Ziegler. in base ai risultati delle ricerche, ha esposto la sua teoria diversa da quelle correnti. L'Aids sarebbe provocato dalla semplice azione diretta deir.HIV. capace di rendere inoperante il sistema immunitario. Per Ziegler invece l'.HIV» costituirebbe solo l'innesco di una serie di reazioni negative del sistema immunitario che si rivolgerebbe contro se stesso. Insomma, per questo scienziato l'.HTV. come il virus dell'epatite non sempre è in grado di esercitare la sua terribile azione. Deve essere unito ad altri fattori (abitudini di vita, riduzione delle difese immunitarie per intossicazione da droghe o di altro genere, forse fattori genetici, ecc). Tutto eia spiegherebbe perché alcuni portatori del virus ■ HIV. (al pari di quanto avviene per certi portatori del virus dell'epatite) non sviluppano la conseguente malattia, mentre altri si. Spiegherebbe anche il fatto del casi italiani che si riferiscono — a quanto è stato pubblicato — a individui che hanno cambiato il loro stile di vita e hanno cessato di intossicarsi. Sempre su questo argomento un altro virologo, il prof. Weinberg del Massachusetts Institute of Technology che opera nell'istituto del Premio Nobel David Baltimore (assente in questi giorni da Boston) e che ha parlato anche a nome del maestro, ha detto che senza 1>HIV> non si ha l'Aids, ma l'.HIV» stesso può non essere sufficiente a procurare la sindrome. I casi italiani e quelli americani rivelano una volta di più che ci mancano ancora molti dati per capire questa malattia. Ci sono ancora alcune domande fondamentali per le quali non abbiamo risposta. Quale è e da che dipende la percentuale dei portatori di •HIV» che sviluppano o non sviluppano l'Aids? Quali sono e come si svolgono i meccanismi della patogenesi di questo retrovirus nell'interno del nostro organismo? Quali sono i •cohofactors. (i fattori concomitanti) al retrovirus che provocano la malattia ? Possiamo dirci certi che le pratiche omosessuali, l'assunzione di droghe attraverso iniezioni sono fattori determinanti, ma in che misura? II caso dei sieropositivi che recedono a sieronegativi non può significare in senso assoluto che il virus sia definitivamente eliminato e che il pericolo dell'Aids sia completamente scongiurato. Il virus può essersi aggregato in modo tale da non essere più riconoscibile dal sistema immunitario che pertanto smette di produrre I relativi anticorpi. In medicina ci sono non poche situazioni del genere, fa notare ancora Weinberg. Per esemplo, l'agente dell'.herpes zoster. (11 virus che provoca il cosiddetto .fuoco di Sant'Antonio, n.d.r) può restare latente e inattivo nell'organismo per 40 o 50 anni, poi diventa attivo e produce la malattia quando le difese immunitarie sono di ridotta efficienza. Cosa pensa della teoria del prof. Peter Duesberg dell'Università di California? Secondo questo scienziato l'.HIV» non sarebbe il responsabile dell'Aids. Weinberg non ha dubbi. •L'"HIV è il virus che induce l'Aids. Duesberg sbaglia. Lui pensa che non sappiamo nulla. Sappiamo ancora troppo poche cose, ma qualcosa sappiamo per certo; dobbiamo intensificare gli studi per saperne di pie. La recente clamorosa smentita della teoria sull'origine dell'Aids dalle scimmie africane, pubblicata dall'Internal Medicai News del 24 dicembre e le perplessità espresse dal retrovirologo Peter Duesberg di Berkeley circa l'esattezza dell'equazione virus «HIV. -Aids costituiscono un serio invito ai ricercatori a non cedere al facile riduzionismo, che può solo rallentare la soluzione del problema Aids. Giancarlo Masini