A Teardo non basta la pena dimezzata di Guido Coppini

A Teardo non basta la pena dimezzato A Teardo non basta la pena dimezzato Ricorrerà in Cassazione, ma lo farà anche l'accusa • Per le tangenti 8 assoluzioni e 14 condanne per complessivi 53 anni (95 in primo grado) - La difesa: ora la Liguria sa di non avere avuto capi mafiosi GENOVA — Il procuratore generale Michele Marchesiello e 1 difensori hanno ieri presentato appello contro la sentenza al processo di secondo grado per le presunte tangenti di Savona. Un processo lunghissimo, cominciato il 24 novembre e concluso l'altra notte all'una, dopo circa 150 ore di udienza. Il giorno dopo 11 verdetto, si può tentare una valutazione di come i giudici hanno interpretato i fatti. Emerge subito un primo successo della difesa: è stata respinta (com'era già avvenuto al primo dibattito, a Savona) l'Imputazione di • vincolo associativo di stampo mafioso- che, se accettato, avrebbe portato all'Immediato arresto degli imputati coinvolti in quell'accusa, oltre che ad un pesante Inasprimento delle pene. «Un'imputazione ingiusta ed infamante — ha detto Vittorio Chiusano, uno dei difensori del principale Imputato. Alberto Teardo — che deve confortare anche la Liguria: ora questa regione sa di non aver avuto capi mafiosi-. Secondo il procuratore generale, la sentenza •deve considerarsi positiva, in quanto non si vede come la Cassazione possa giungere ad altre e più miti condanne-. Quattordici ore di camera di consiglio, una notte convulsa, la tensione fra gli .mputati. Gran parte dell'interesse si è naturalmente concentrato sul verdetto per Teardo: l'ex presidente della giunta regionale ligure (per 11 quale il procuratore generale aveva chiesto 16 anni più 3 di libertà vigilata) è stato condannato a 7 anni e 10 mesi, con 2 anni di condono. Le altre pene più severe: Marcello Borghi, ex presidente dell'Istituto case popolari di Savona 5 anni (2 condonati); Massimo De Dominicis. architetto, ex assessore all'Urbanistica del Comune di Savona 5 anni e 4 mesi (2 anni condonati); Roberto Siccardi, ex assessore al Comune di Finale Ligure 6 anni (2 condonati); Gianfranco Sangalli, ex vicepresidente della Provincia di Savona 4 anni e 10 mesi (2 anni condonati). Assolti Pierluigi Bovio, architetto, ex sindaco di Borghetto Santo Spirito e Lorenzo Bottino, ex sindaco di Finale Ligure che in un primo tempo, per un'errata interpretazione della sentenza, erano stati inclusi fra i condannati. La diminuzione delle pene rispetto al primo processo (95 anni complessivi inflitti a Savona, in appello 53, dei quali 14 condonati) è stata determinata soprattutto dalla concessione delle attenuanti generiche. Assolti anche Paolo Caviglia, ex deputato psi ed ex presidente della Camera di commercio di Savona e Bruno Buzzi, ex sindacalista della Uil-Poste accusato di aver fatto esplodere un ordigno sotto la gru di un'impresa che, secondo l'accusa, si era rifiutata di pagare le tangenti. L'attentato (che i giudici hanno ora ritenuto inesi-. stente) era alla base dell'imputazione di mafia: avrebbe dovuto essere la prova regina della violenza esercitata dal clan contro gli impresari riluttanti ad accettare la regola della percentuale per ottenere l'esecuzione di opere pubbliche. Sia Caviglia che Buzzi hanno subito due anni di carcere preventivo. Il giudizio di appello lascia alcuni dubbi, che potranno essere chiprfti dalla Cassa¬ zione. Il più importante è la posizione dei titolari delle Imprese che sarebbero state • assoggettate e minacciate-. Sono 6 impresari confluiti in un «cartello, di 16 aziende. Furono davvero costretti a pagare le percentuali, o lo fecero spontaneamente trovandovi una convenienza? • Questi impresari non sono mammole-, disse 11 giudice Rossini, nella relazione che introdusse questo processo. Alberto Teardo ha detto ieri: -Non ho mai avuto alcun contatto con i presunti concussi; l'immagine criminosa che mi è stata attribuita contrasta con i miei 13 anni di servizio, da consigliere a presidente, della Regione Liguria-. Gli imputati assolti hanno avuto dure parole per il trattamento detentivo subito nelle supercarceri: «Buio in cella, isolamento, perquisizioni umilianti-. Il giudizio definitivo è ora alla Cassazione che deciderà presumibil mente non prima di due anni. •In quella sede contiamo di far cadere anche l'accusa di associazione per delinquere "semplice"-, affermano 1 difensori. Guido Coppini