«Il Dna non è infallibile» di Vincenzo Tessandori

«Il Dna non è infallibile » Gli esperti frenano l'ottimismo sul nuovo investigatore genetico «Il Dna non è infallibile » Per ottenere dal test risultati concreti serve una certa quantità di sangue o almeno un ciuffo di capelli Il medico che eseguì le autopsie sulle vittime del mostro di Firenze: «L'assassino non è una donna» DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Il professor Mauro Maurrl si passa la mano fra 1 lunghi capelli grigi e mormora: «Lui se ne sta in poltrona, mentre tutti aspettano, e magari ride. Lo faccio, mi par di sentirlo dire, se voglio, come voglio, dove voglio. Insomma, colpirà quando avrà deciso-. Il professor Maurrl ha eseguito l'autopsia su tutte le vittime del «mostro di Firenze-, eccetto le prime due e sull'assassino senza volto ha le sue idee. «Una donna? Non credo proprio. Se lo fosse mi sorprenderebbe moltissimo. Mai, nella storia della crimfnologia, si è trovato una donna che abbia agito da sola, e il modo di operare non mi pare che si possa collegare a una femmina. No, sappiamo ancora troppo poco Altri indizi, professore? E' stato possibile avere risposte dal test di identificazione genetica fatto sulla saliva rimasta sulla busta spedita a un giudice subito dopo l'ultimo delitto? «Non è stato fatto alcun test, in questa storia siamo a un punto morto-. Il test sul Dna era impossibile data la scarsa quantità di saliva. Le difficoltà per arrivare ad avere risposte certe sono enormi e se ne è parlato a lungo, qui a Firenze, al convegno sull'«/nt>esii gobione scientifica e crimi- nologica nel processo penale-. Entusiasmi per la novità vanno subito mitigati, avverte il professor Angelo Fiori, direttore dell'Istituto di medicina legale dell'università Cattolica di Roma. Anche se il nuovo campo di ricerca ha spalancato orizzonti impensabili. Esiste una possibilità su 300 miliardi che due persone abbiano lo stesso Dna, dice il professor Fiori, dunque è praticamente Impossibile. Fiori ha seguito seminari negli Stati Uniti, a Washington, nella sede dell'Fbi, e in Gran Bretagna, che considera all'avanguardia nel settore della ricerca sclentif icocrlminologica. Ma il test sul Dna non ha possibilità illimitate. Al contrario gli studiosi si trovano a manovrare entro limiti rigidi. Nel sangue, dice il professore, il Dna è presente soltanto nei globuli bianchi, assai meno numerosi dei rossi, inoltre, per poter ottenere risultati concreti, occorre avere a disposizione una certa quantità di sangue o di sperma. 'Non una goccia minuscola, ma abbastanza da fare una macchia di almeno dieci centimetri quadrati-. E non basta un capello per stabilire 11 fingersprints. -Su questo capitolo non abbiamo ancora esperienza, ma pensiamo che occorra almeno un ciuffetto per poter lavorare-. Le parole del professore attenuano l'ottimismo provocato dalle notizie sull'esito di recenti test in alcuni episodi, come 11 caso di vlolerv.a carnale per 11 quale è stato condannato un ginecologo a Imperia. «Esiste un pericolo di travisatone da parte dei magistrati e dei difensori-, avverte 11 professore. Insomma, il Dna non è strumento sempre risolutivo. Sia come sia, oggi una mi-' crotraccia inchioda il criminale: è sufficiente saperla «vedere.. Ma non è facile individuare un'impronta digitale fra i 20 milioni schedati negli archivi, afferma Antonio Amato, direttore del servizio centrale di polizia scientifica di Roma. E, ogni anno, in quello smisurato magazzino, vengono stipate 76 mila nuove impronte. Eppure, questo sistema di identificazione personale, adottato per la prima volta ne) secolo scorso in Bengala dal governatore inglese William Hershell, viene ritenuto ancora oggi assai valido. Per aver lasciato la traccia di un dito, gli autori di sei omicidi e cinque tentati omicidi sono stati identificati lo scorso anno. Microscopi a scansione e microanalisi a raggi X hanno preso il posto della lente con cui Sherlock Holmes leggeva le minuscole tracce lasciate dal criminali. «£' possibile ricostruire l'immagine soltanto rispetto agli alimenti di una certa materia-, osserva il professor Pier Luigi Baima Bollone, ordinario di medicina legale all'università di Torino. Le possibilità in mano alla polizip sono oggi infinite. C<m i nuovi sistemi è imponibile, per le particelle di polvere da sparo, nascondersi nelle fibre di un abito indossato dallo sparatore, non è possibile sfuggire agli «occhi, meccanici. -Ma tutto richiede un'interpretazione sapiente e prudente-, mette in guardia Baima Bollone che queste tecniche le conosce perfettamente. Che cos'altro può tradire un malfattore? La grafia, per esempio. La professoressa Maria Rosaria Gabella, perito grafico al tribunale di Torino, ha ricordato la più clamorosa truffa degli ultimi decenni: «/ falsi diari di Adolf Hitler, pagati cinque miliardi e mezzo. La truffa venne smascherata anche se non era facile riconoscere il trucco. Tra grafia autografa e falsa spiccano alcune somiglianze d'insieme e dwerse discordanze in dettaglio quali le lettere "h", "f", "s", cosi simili tra loro da non poterle distinguere se non nel complesso degli scritti-, dice. Dunque, la tecnologia non lascia scampo ai criminali. Ma è lecito l'uso di una scienza cosi sofisticata com'è un test per le Impronte genetiche? «Se un sospettato è consenziente, va tutto bene. Ma il dubbio è che una persona possa essere costretta a sottoporsi a un test come quello del Dna contro la sua volontà-, osserva Piero Luigi Vigna, procuratore della Repubblica aggiunto a Firenze: «Ci potrebbe essere una lesione dei diritti di difesa. Nel processo attuale si è persa la distinzione tra prova e fonte perché anche nella fase di investigazione è presente la difesa. Nella sostanza è l'investigatore a fornire le prove. Nel processo che nasce dalla riforma c'è, al contrario, la fondamentale distinzione fra concetto di investigazione, di ricerca delle fonti, e concetto di prova. La prova diventerà tale soltanto in dibattimento». Il dottor Vigna ha chiesto, accoratamente, come ha già fatto in passato, un centro nazionale di periti in grado di fornire Menici in qualsiasi momento. -Altrimenti si perde inutilmente tempo prezioso-. La tecnica cosi può inchiodare 1 criminali. E per arrivare a questo è sufficiente individuarli. Ripeteva il poliziotto più cerebrale, ma anche più umano: -Una cosa elementare, Watson-, Vincenzo Tessandori