Nessun furto nucleare di Fabio Galvano
« Nessun furto nucleare » La Cee smentisce esportazioni illecite di materiali radioattivi « Nessun furto nucleare » Si attenua la «psicosi dell'atomica pakistana» suscitata dallo Spiegel -1 sospetti rimangono: i controlli avrebbero potuto essere aggirati da denunce false DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — La Commissione europea getta acqua sullo .scandalo nucleare, legato alla presunta vendita di plutonio alla Libia e al Pakistan. «Nei giorni scorsi — ha dichiarato ieri un portavoce del Berlaymont, coinvolto nelle polemiche in quanto organo esecutivo dell'Euratom — abbiamo verificato e riverificato tutti i dati relativi al traffico verso Paesi tersi. Tale controllo non ha fornito indicazione che materiali soggetti al trattato di non proliferazione siano stati esportati o che i regolamenti dell'Euratom siano stati infranti.. Contemporaneamente all'annuncio ha avuto inizio al Cen — il centro nucleare di Mol direttamente implicato nei traffici illeciti venuti alla luce nelle scorse settimane — un sopralluogo da parte di tecnici ed esperti della Commissione. Mentre accuse e rivelazioni rimbalzano da ogni parte d'Europa, in un quadro sempre più complesso e difficile da chiarire, la presa di posizione di Bruxelles non elimina di certo sospetti e timori: si osserva, per esempio, che qualsiasi traffico illecito avrebbe potuto superare i controlli dell'Euratom e dell'Alea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, se soltanto i responsabili si fossero presi la briga di denunciare falsi contenuti per alcuni fusti in movimento. Il comunicato ha comunque avuto l'effetto di congelare la .psicosi dell'atomica pakistana, suscitata dalle rivelazioni dello Spiegel. Replicando al settimanale tedesco, la Commissione Cee fa tre osservazioni: 1) le critiche formulate in merito al controlli dell'Aiea non sono appropriate in quanto, per ciò che riguarda il controllo dei materiali fissili, quell'agenzia è affiancata all'interno della Comunità dagli ispettori Euratom; 2) i 600 chili di plutonio che la tede¬ sca Alkem avrebbe .celato per anni, presso la Belgonucléaire si trovano, in realtà, sotto il controllo effettivo dell'Euratom e dell'Alea; 3) non è fondata l'accusa di .pratiche contrarie al trattato per la non proliferazione' I controlli, in altre parole, avrebbero indicato una perfetta equazione fra materiali in entrata e materiali in uscita. Ma è appunto sull'efficacia dei controlli, e non sulla contabilità spicciola, che si nutrono oggi pesanti dubbi. «£' evidente — ha osservato ieri un portavoce del ministero belga per l'Energia — che è passibile fare qualsiasi cosa : ', si ha la complicità di tutte le persone interessate. Esperti vicini al ministero degli Esteri, competente per il controllo politico di queste operazioni, hanno definito « impensabile e irrealistico' che dal Belgio sia partito materiale fissile per Karachi. Fabio Galvano
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