Visto a Begun, stasera sarà in Israele di Lia Wainstein

Visto a Begun, stasera sarà in Israele Il più famoso e tenace refusnik ebreo ha lasciato ieri Mosca con la famiglia Visto a Begun, stasera sarà in Israele «Non dimenticheremo quelli che rimangono», ha promesso alla partenza - Una biglia d'acciaio nella notte contro la sua finestra - La tragica vicenda di un indomabile professore MOSCA — Josef Begun,. uno-del più noti refusnik dell'Urss che hanno sofferto la prigione per emigrare, ha lasciato l'Urss dopo 17 anni d'attesa. »Noti dimenticheremo chi rimane», ha detto. Con Begun sono infatti partiti la moglie Inna, la madre di lei, Dvoira Lazara di 79, U figlio di Begun, Boris di 23 anni, sua moglie e 1 loro due figli. Sono poi saliti su un aereo per Bucarest. Questa sera partiranno per Israele dalla Romania. Prima della partenza Begun ha scambiato qualche battuta a proposito della situazione degli ebrei In Urss: •In questo paese c'è una situazione terrìbile per gli ebrei». La moglie di Begun ha mostrato una biglia di metallo ed ha raccontato che è stata lanciata contro la finestra del loro appartamento la sera prima della I partenza: •L'ultimo regalo». As/li 8011 jfirei sovietici — \-lwcÌfra'più'àtto^parìù^dal 1981 — che secondo una recente statistica avrebbero ricevuto il permesso di emigrare nel 1987, si aggiunge ora, dopo Ida Nudel nello scorso ottobre, un altro personaggio prestigioso. Ieri mattina si è appreso che Iosif Begun ha lasciato l'Urss. Nato nel 1932 in una famiglia profondamente religiosa, Begun si laureò in ingegnerìa matematica all'Università di Mosca e scrìsse undici articoli che vennero pubblicati in varie riviste scientil'ielle. Trascorsi alcuni anni in istituti vincolati dalle norme sulla sicurezza, nel 1969 lasciò completamente i lavori di questo tipo e tenne dei corsi di matematica all'Istituto Gorjackin di Economia agraria. Fallito il suo progetto di espatrio, Begun si dovette ridurre a fare l'uomo di fatica o il guardiano, ma fu ugual'it&nte licenziato più v$ltè*ìn~] seguito ai frequenti arresti che dovette subire, sia per aver partecipato a dimostrazioni, sia per altre attività connesse con il movimento per l'emigrazione degli ebrei (Aliyah;. Oltre a scrìvere lettere di protesta a diverse organizzazioni e personalità sovietiche, formulando le sue crìtiche, Begun fece parte del comitato organizzatore del Simposio intemazionale sulla cultura ebraica, che si sarebbe dovuto tenere a Mosca nel dicembre 1976, un'iniziativa die non fu autorizzata. Tentò poi di guadagnarsi la vita con lezioni di inateniatica e di ebraico. Anche qui le difficoltà non mancarono, e nell'aprile 1972 Begun scrìsse alla Pravda denunciando quanto segue: .Alla fine di marzo ho ricevuto una lettera del Dipartimento finanziario distret¬ tuale di Mosca che m'invitava! smetter? ilrKe^àrfÈn»' to dell'ebraico poiché esso "non fa parte del programma per l'istruzione superiore. Un 'altra obiezione delle autorità era che Begun non possedeva un diploma di maestro. Ammonito più volte di trovare «un'occupazione legittima, e di chiudere con .la sua vita di parassita» tenne arrestato nel marzo 1977 e condannato a due anni di confino a Magadan. in Siberia, a diecimila chilometri da Mosca. Scontata la pena, non gli fu concessa la residenza nella capitale e nel maggio 1978 fu arrestato di nuovo .per violazione del regolamento sui passaporti» Le sue l'icissitudini non sono finite: nel 1983 Begun è arrestato di nuovo, con l'accusa gravissima di aver svolto «propaganda antisovietica»: la condanna è a sette qnni di detenzione e cinque di confinai ptiìtà ridiventare libero solo nel 1995. Nel nuovo clima di glasnost e di perestrojka. però, benché nessun provvedimento generale di amnistia sia stato preso, e benclié si tratti quindi sempre di una misura individuale. Begun viene liberato a metà dello scorso anno e ottiene il permesso di espatrio. Dà prova della sua consueta fermezza di carattere: invece di lasciare subito il Paese doi>e arerà subito tante persecuzioni, vi si trattiene ancora, nell'intento di ottenere la revisione del suo processo e la riabilitazione. Questo suo proposito non è siato raggiunto, ma la sua ultima azione di protesta non è stata il pretesto per altre angherie, una circostanza che forse consente di giudicare la situazione con qualche ottimismo. Lia Wainstein