Processo (con giallo) ai killer del Brabante di Fabio Galvano

Processo (con giallo) ai killer del Brabante Ventun morti per rapine nei supermarket: sei imputati, molte verità, troppi silenzi Processo (con giallo) ai killer del Brabante DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Ventotto morti in una serie di agghiaccianti massacri, per lo più nella regione di Bruxelles: arrivavano davanti a un supermercato, armi spianate, e facevano fuoco uccidendo a grappoli, in uno show di violenza insensata, prima ancora di avviarsi alla cassa. Domani comincia a Mons il processo ai .killer folli del Brabante», il primo dei tre che scuoteranno nel prossimi mesi la vita giudiziaria del Belgio (gli altri sono il processo per la tragedia dell'Heysel, che dovrebbe avviarsi il 15 marzo, e quello alle Ccc, le cellule comuniste combattenti). Sei gli imputati, ma già alla vigilia ci si domanda — di fronte alle proclamazioni d'innocenza dei sei, ai quali vengono comunque imputate soltanto alcune delle azioni armate — chi siano i veri .uccisori folli*. Dal processo di Mons, insomma, pochi si aspettano la parola definitiva su uno dei più sconvolgenti fatti di sangue degli ultimi anni. I «tueurs fous» avevano già colpito fra il settembre 1982 e il dicembre 1983: diciotto -colpi», con un crescente numero di vittime, per rubare pochi soldi, talora — invece — armi e giubbotti antiproiettile, altre volte soltanto casse di vino e liquori. E il Belgio li aveva ormai quasi dimenticati, come se si fosse trattato di un brutto sogno, quando nell'autunno 1985 rìesplose la loro furia omicida. Obbiettivi: le pingui casse del supermercati. Il 27 settembre di quell'anno, in meno di un'ora, vengono colpiti 1 Delhalze di Braine-l'AUeud e di Overijse, entrambi alle porte della capitale. Tre morti nel primo, cinque nel secondo, in uno scenario terrificante di banditi che scendo¬ no dall'auto con l volti coperti da maschere di carnevale, sparando all'Impazzata con fucili a canne mozze, che uccidono prima di raggiungere la cassa. Passa poco più di un mese e un altro supermercato Delhaize, quello di Aalst, è preso di mira. Questa volta 1 morti sono otto, fra cui due bambini. Il Belgio è disorientato: la violenza politica delle Ccc. calibrata, non era riuscita a creare un tale orrore. La polizia è disorientata; e dal processo riemergerà l'incubo di quella caccia senza meta, di indagini disordinate, sovente smarrite nel meandri di un'Istruttoria piagata da conflitti di competenze fra valloni e fiamminghi: non a caso, forse, gli •uccisori folli, avevano colpito obbiettivi situati sulla frontiera linguistica che spacca 11 Belgio, traendo indiscussi vantaggi dal diffici¬ le coordinamento fra polizia francofona e neerlandofona. Né si possono nascondere, oggi, i sospetti di potenti collusioni: la banda è sempre riuscita a fuggire, si sottolinea, evitando con cura gli itinerari controllati dalla polizia. Era parso un colpo decisivo al -tueurs fous.. nel marzo '86. l'arresto di un ex legionario ed ex poliziotto di Boussu, Michel Cocu, che oggi ha 37 anni. Cocu era una vecchia conoscenza della gendarmerie. Era già stato arrestato nell'ottobre 1983, accusato di tre rapine nella prima ondata violenta degli .assassini folli», ma poi rilasciato. E' lui 11 principale imputato alla sbarra al tribunale di Mons: e già, visti gli addebiti, questo è sufficiente a In dicare 1 limiti del processo. Michel Baudet, manovale di 37 anni, è accusato di essere stato fra ì protagonisti degli assalti del marzo '83 al Delhaize di Uccie (un ferito) e del settembre successivo al Colruyt di Nivelles (3 morti), ma anche di aver fatto da palo in altre occasioni. Anch'egli, come Cocu, ha confessato e poi ritrattato. Il terzo imputato si chiama Adriano Vittorio. Tunisino di origine italiana, 47 anni, è stato .tradito» da Cocu e Baudet. Incarcerato per 19 mesi, poi rilasciato — parallelamente a un'altra confessione e un'altra ritrattazione — è indicato come il «cervello» del gruppo ora sotto processo. Ma Insiste nel dichiararsi innocente: ha persino scritto lettere al re Baldovino, alla regina Fabiola, nonché a Reagan e Gorbaciov; e minaccia di chiedere danni per 350 milioni allo Stato belga. Secondo Cocu, Vittorio era nell'auto usata nell'attacco di Hai (marzo '83, un morto) e con lui ci sarebbe stato Jean-Claude Estlevenart, 43 anni, quarto imputato a Mons. Costui non ha mai confessato. Gli altri due imputati sono sua moglie. Josiane Debruyne, e l'algerino Kaci Bouaroudi. Si completa cosi la lista degli imputati. Ma anche altri nomi saranno evocati al processo. Quello, per esempio, di Juan Mendez, ingegnere, che vendeva armi per conto della società FN, ucciso 11 7 gennaio '86 sull'autostrada Bruxelles-Namur: forse sapeva troppo, forse sapeva che fine avevano fatto le armi della sua collezione privata rubate qualche mese prima. E si farà ugualmente, al processo, 11 nome di Philippe De Staercke. il capo della cosiddetta «banda di Basroode». cui si attribuisce l'ultima sanguinosa sparatoria, quella di Aalst che il 9 novembre '85 uccise otto persone. Fabio Galvano

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Mons