Per gli appalti a Palermo sono accusa 4 ex sindaci di Giuseppe Zaccaria

Per gli appalti a Palermo sono accusa 4 ex sindaci Nella requisitoria di un pm i rapporti mafia-politici svelati da Insalaco Per gli appalti a Palermo sono accusa 4 ex sindaci Fra questi Ciancimino e Martellucci - Chiesto il rinvio a giudizio anche di due imprenditori DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Un fascio di luce sui nuovi misten di Palermo? No, piuttosto un giro per le solite catacombe, un amareggiato percorso fra società, gruppi di pressione, comitati d'affari che da vent'anni condizionano la vita della città. Giuseppe Insalaco aveva proprio ragione. Ieri mattina, la requisitoria di un pubblico ministero è piombata nel cupo clima di questi giorni quasi a confermare, se non le singole accuse, quanto meno la precisione del quadro che l'ex sindaco aveva dipinto. Il dottor Paolo Giudici ha depositato le richieste di rinvio a giudizio per quindici imputati in una delle indagini più contrastate che il palazzo di giustizia abbia vissuto: riguardava la .Lesca», società nata all'improvviso nel '74 per aggiudicarsi la manutenzione di strade e fognature di Palermo (cento miliardi in nove anni) e la .Icem». gruppo incaricato della manutenzione elettrica. Giudici ha chiesto che vengano rinviati a giudizio (per peculato, interesse privato in atti d'ufficio, abuso di potere, omissione ed altri reati della serie) quindici persone che rappresentano quasi tutti i governi cittadini della Palermo Anni 70. Naturalmente c'e lui, Vito Ciancimino, ma dell'elenco fanno parte altri tre ex sindaci (Giacomo Marchello. Nello Martellucci. Carmelo Scoma), un vecchio assessore (proprio quel Salvatore Midolo che Insalaco accuso di averlo impallinato politicamente, per conto di «don Vito»), e poi ancora l'ex vice segretario generale del Comune. Nicolò Maggio e una serie di funzionari. A chiudere la lista, ecco il conte Cassina e suo genero, Pasquale Nisticò. amministratori della più grande impresa operante a Palermo. Fino a quindici anni fa quegli appalti erano stati patrimonio storico dell'impresa Cassina: l'azienda del conte Arturo li deteneva addirittura dal 1936. Quarantasette anni, un record difficilmente eguagliabile, raggiunto ogni nove anni attraverso scontati -rinnovi... Quando, nel '74, il Comune aveva deciso di rivedere la questione sottoponendo l'appalto ad un'asta pubblica, la «Lesca» era comparsa' da un giorno all'altro, aggiudicandosi il servizio. Salvo scoprire, pochi mesi dopo, che dietro la nuova società c'era sempre l'impresa Cassina. La giunta Insalaco era caduta proprio su questo terreno: inutilmente il sindaco aveva tentato di scorporare alcuni lavori dal servizio. Aveva cominciato a ricevere minacce a casa, era stato costretto addirittura a nascondere i figli. Il suo ultimo atto da sindaco dovette consistere in una proroga forzata, sia pure per pochi mesi, delle concessioni alla ■•Lesca» ed all'.Icem». Adesso il pm dice che aveva ragione: la storia di quegli appalti, scrive, testimonia meglio di ogni altra dei -rapporti perversi fra le due imprese e la pubblica amministrazione;. In quell'istruttoria. Giuseppe Insalaco aveva reso lunghe deposizioni. Alla luce di questi risultati, anche il suo memoriale (quell'insieme di appunti, almeno, che ad un memoriale avrebbe dovuto dar vita) acquista maggior valore. E' un dito puntato contro totem che nessuno è ancora riuscito a scalfire: l'Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, l'impresa Cassina. altri gruppi di rilievo, qual¬ che importante professionista, un alto magistrato indicato come «consigliere giuridico» dei signori degli appalti. In quelle pagine ci sono vent'anni di storia palermitana, tutta la rabbia di un escluso e forse anche le origini più prolonde di quell'indefinibile clima che adesso torna ad avvolgere la città. Un misto di paura, di precarietà, quello scontrarsi sempre con le stesse muraglie che finisce con lo sfociare nella rassegnazione. Alla manifestazione indetta ieri dal Comune dinanzi a palazzo delle Aquile, i palermitani che protestavano contro la mafia non erano più di mille. Ancora una volta, dopo gli ultimi «omicidi eccellenti», le memorie di uno sconfitto fanno uscire dallo sfondo figure che tutti conoscono, gruppi la cui influenza è nota a chiunque sia appena informato sulle questioni palermitane. Erano accuse credibili, quelle di Insalaco. o nei suoi appunti prevale la voglia di rivincila? Si sa. per avere Giuseppe Zaccaria (Continua a pagina 2 in prima colonna)

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