Teatri ad alta fedeltà di Massimo Mila

Teatri ad alta fedeltà L'AFFASCINANTE ROMANZO DELL&CUSTICA Teatri ad alta fedeltà Non c'è dubbio che Orfeo cantasse c suonasse all'aria aperta, nelle foreste della Tracia. E cosi Arione, a cui era palcoscenico il mare. E cosi Terprando e Stcsicoro, e probabilmente gli stessi Alceo e Saffo. Quanto a Tirteo, poi, quello cantava in piazza d'armi. Unico caso del mondo greco in cui si menzioni un canto eseguito in luogo chiuso è quello di Demodoco, il cantore dei Feaci, che il re Alcinoo chiamò «nella sua bella casa» per onorare «nella sala» l'ospite sconosciuto naufragato sulla spiaggia a spaventare, ed innamorare, Nausicaa. Ospite che era poi Ulisse, e si mise a piangere di nascosto, quando senti il poeta intonare il racconto delle sue gesta. Fu col Tempio di Salomone, che vantava una guarnigione di seicento cantori, e poi col cristianesimo che il canto sacro si tirò un tetto sopra la testa, dapprima nelle catacombe e poi nelle chiese. Queste, di stile bizantino, poi romaniche e infine gotiche, furono le prime sedi della musica. In «teatri con acustica dell'aria aperta» (cioè anfiteatri) e «sale da concerto con l'acustica della caverna» distingue i due tipi fondamentali di Edifici per la musica (ed. Zanichelli, con centinaia, forse migliaia di illustrazioni) Michael Forsyth, docente di architettura all'Università di Bristol. «Nel Medioevo, egli scrive, si pensava che il cosmo fosse regolato dall'armonia dei numeri pitagorici, essendone le consonanze musicali un chiaro esempio. Lj cattedrali gotiche furono disegnate secondo rapporti di consonanze musicali, perché si ergessero come un microcosmo dell'universo». Nel momento in cui il canto cristiano cominciò a dimettere la semplicità monodica del gregoriano per invilupparsi nelle complicazioni della prima polifonia con i sci-, vaggi organa di Léonin e Pérotin, l'acustica altamente risonante di Notre Dame fu la sede perfetta delle nuove «rivoluzioni» della musica sacra. Nel Metodo d'insegnamento per suonare il flauto traverso Joachim Quantz, maestro di Federico il Grande di Prussia, fissava un principio pericoloso, che soltanto ai giorni nostri comincia a essere rovesciato: «Il flautista, nella scelta dei pezzi che intende fare ascoltare in pubblico, come ogni altro solista, deve adattarsi al luogo dove si trova». Ma non regge neppure il criterio opposto, che il Forsyth sembra auspicare, cioè che la sala d'esecuzione si adatti ai diversi stili della musica, da teatro o da concerto, sinfonica o da camera, barocca o settecentesca, pastosa omogeneità dell'armonia romantica e dirompente dissonanza della musica moderna: portato alle estreme conseguenze questo criterio rischierebbe di esigere un diverso tipo di sala per ogni compositore, anzi, magari un diverso teatro per il primo atto della Traviata e per l'ultimo, per l'Adagio e il Finale della Nona Sinfonia. * * Naturalmente, finché la musica serviva alla religione, oppure a cerimonie principesche, dovette accettare le sedi che quelle istituzioni fornivano, ed eventualmente adattarvisi. Fu in Inghilterra che la libera economia privata portò a poco a poco la musica a indipendenza architettonica. Non certo che di acustica si preoccupassero i concert rooms fioriti nei locali pubblici Londra durante il Sei e Settecento, e ancor meno i popola ri pleasure gardens dove si ascoltava musica (di nuovo all'aperto) passeggiando igie nicamentc e sorbendo acque salutari: Sadler's Wells, Epsom Wells, Tunbridge Wells, ecc. 11 21 aprile 1749 non meno di undicimila persone si radunarono nei Vauxhall Gardens ad ascoltare la Musica per i fuochi d'artificio di Haendel, con cento esecutori. Ma nel 1741 a Dublino si era aperto il Great Musick Hall dell'editore musicale Neale, che l'anno dopo, il 13 aprile, ospitò il Messia di Haendel. Sul continente le sale da concerto furono in principio scarse. O saie principesche, come quella degli Esterhàzy dove agì Haydn, o locali pub- blcpcNVmlcdo blici come i concert rooms per le esibizioni dei collegia musica, come quello di Bach a Lipsia. In Italia si tenevano concerti nei conservatori, a Napoli, e negli ospedali, a Venezia, cioè nei collegi. Ma con l'ascesa della classe media e il progresso del livello culturale aumenta la richiesta di musica e questa, democratizzandosi, impiega orchestre e strumenti più potenti, esigendo un suo amiente che non sia né la chiesa barocca né la corte. Nel corso dell'Ottocento, scomparendo l'uso della, musica, di corte, l'iniziativa privata df associazioni musicali porta 51affermazione della sala «a scatola da scarpe», sul modello dcll'Altes Gewandhaus di Lipsia: un parallelepipedo, di larghezza limitata, con un palco rialzato per l'orchestra una tribuna tutt'attorno al perimetro. Modelli gloriosi: sala del Musilcverein di Vienna, costruita tra il 1867 e 1869, il nuovo Gewandhaus di Lipsia, costruito nel 1884 e distrutto il 21/22 feb¬ braio 1944; il Concertgebouw di Amsterdam (1866). La sala a scatola di scarpe cominciò a perdere terreno verso la fine del secolo scorso, quando nuove tecniche permisero agli architetti di sospendere, in teatri, e auditori, balconate a lunga campata in ferro battuto e ghisa, dove alloggiare un vastissimo pubblico in spazio relativamente ristretto. Fu, per i teatri, la scomparsa dei vecchi palchi incassati nel corpo dell'edificio, quali aveva sviluppato nel Sei e Settecento il teatro all'italiana, succeduto ài palladiano Olimpico di Vicenza, primo teatro coperto del mondo, tuttora esistente e agibile, e diffuso poi in tutto il mondo: unica, ma fatidica eccezione, la rivoluzione wagneriana di Bayrcuth. * * E l'acustica? Diciamo la verità, per molto tempo venne curata a fiuto, come si dice di Bach, che appena entrato in una sala o in una chiesa sapesse rilevarne i difetti acustici e indicarne i ri¬ medi. L'acustica si affidava a miti empirici come l'ipotesi di un rapporto scientifico tra il suono e le proporzioni aritmetiche della sala, o l'opportunità dell'impiego del legno (il Concertgebouw di Amsterdam e la Carnegie Hall di New York sono interamente rivestiti di stucco, e cosi, a eccezione del palcoscenico, il Musilcverein di Vienna e la Symphony H?JI di Boston). Unica regola sicura la piccola dimensione delle sale, ma contrastava sempre di più con le esigenze dei tempi nuovi. Solo ai nostri giorni, dopo gli studi preparatori del fisico americano Joseph Henry (1799-1878) e dell'inglese Raylcigh (1842-1911), si pervenne alla creazione della moderna ingegneria acustica, quando il fisico americano William Clement Sabine trovò la formula aritmetica che permette di stabilire in anticipo il tempo di riverberazione d'un ambiente a seconda del suo volume e dell'assorbimento sonoro dei materiali coi quali esso è costruito. La strada è cosi aperta per le realizzazioni fantascientifiche di teatri e sale ad alta fedeltà, come la Filarmonia di Berlino, tempio di Karajan, progettata dall'architetto Hans Scharoun nel 1963, o l'avveniristica Opera House di Sydney, o il complesso multiplo del Lincoln Center di New York. Nell'Ircam di Parigi, tempio di Boulez, Vespace de projection destinato a esecuzioni pubbliche ha soffitto e pareti trasformabili per mezzo di motori, onde variare l'acustica: esatto rovesciamento della norma' consigliata nel Settecento da Joachim Quantz, che la musica si adattasse ai caratteri della sala. Tra le inesattezze d'ordine musicologico che si è costretti la segnalare in questo affascinante romanzo dell'acustica, va almeno rilevato che la Messa da Requiem di Verdi non fu eseguita per la prima volta in San Marco a Venezia, bensì nella chiesa di San Marco a Milano. E spiace che del Regio di Torino, esaltato per eccezionali meriti acustici, non venga ricordato l'incendio del 1936 e la ricostruzione di Mollino nel 1970, che lo situò nello stile moderno dei teatri d'opera. Massimo Mila ,.»„., ..... ... '*~i->«-^^^»»-^; . .. Exeter Hall, Strami. Londra, aperta nel 1831