« Per noi il confinato è una rovina » di Pierangelo Sapegno

« Per noi il confinato è una rovina » A Venezia 34 sindaci chiedono l'abolizione della legge sul soggiorno obbligato « Per noi il confinato è una rovina » DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Trentaquattro sindaci e 34 storie. C'è la giunta che minaccia dimissioni, il paese che prepara la petizione, chi scende in piazza e organizza convegni, chi pensa addirittura a sfrattare i carabinieri, perché cosi lo Stato non può più mandargli qualcuno al confino. Contro il soggiorno obbligato, il Veneto si mobilita. Trentaquattro sindaci tutti nella sala Pedenin, da Carlo Bernini, il presidente della giunta. Poco più in là. a Palazzo di Giustizia, c'è chi in fondo legittima quest'incontro. Antonio Bucarelli. procuratore generale di Venezia, inaugura l'anno giudiziario e se la prende anche con quelle misure come il soggiorno obbligato -che hanno finito con il sortire l'effetto esattamente opposto a quello desiderato dal legislatore. La criminalità si diffonde a macchia d'olio e aumentano quei delitti più gravi che presuppongono un'articolata organizzazione: cosicché appaiono giustificati l'allarme e la reazione della popolazione e delle amministrazioni locali.. A che serve nell'era delle grandi comunicazioni que¬ sta legge vecchia di 30 anni? Nella sala Pedenin la protesta ora ha una voce più forte. Bernini annuncia: -Chiederemo alla magistratura la sospensione del provvedimento. E stiamo valutando anche la possibilità ói sollevare un'eccezione sull'incostituzionalità della misura.. Poi c'è la proposta di legge, presentata dalla Regione, per cambiare le norme del confino, le iniziative di deputati e senatori, un appello al governo, firmato da Bernini: .Caro Presidente, a nome anche dei sindaci di 40 paesi ti prego di sollecitare l'iter in Parlamento Tutti d'accordo. Eppure, poco si muove. La protesta era cominciata un mese e mezzo fa, quando 11 Veneto aveva presentato la sua proposta di legge per chiedere che 'la misura di prevenzione sia imposta nello stesso Comune di residenza del soggiornante-. Da allora, i problemi non sono diminuiti. Anzi: altri 5 Comuni sono stati messi In lista d'attesa per l'assegnazione di un nuovo ospite: Sanguinetto e Bardolino (Verona), Ariano Polesine (Rovigo), Piazzola sul Brenta (Padova), Crespadoro (Vicenza). Sono saliti a 53 i presunti mafiosi confi¬ nati nel Veneto: di questi i presenti sono 17. Gli altri, o latitanti o in carcere. In tutta Italia sono 1213, e soltanto 211 mettono regolarmente ogni sera la loro firma dai carabinieri. Vantaggi, questa legge ne ha portati pochi. Guasti, tanti. Maurizio Bacchin, sindaco di Mira, è stato quello che ha cominciato la battaglia. Il suo ospite si chiamava Raffaele Ferrara, 24 anni, capelli ricci e storie di camorra, e per non averlo il paese aveva organizzato di tutto, convegni, petizioni, cortei. Adesso Ferrara non c'è più. è tornato in carcere: ma Mira ha perso la battaglia. Perché, secondo i carabinieri, il boss aveva messo su un'organizzazione per spacciare la droga, reclutando giovanotti del paese. -Io lo dicevo che dove ci sono loro arrivano queste piaghe, eroina e sequestri. Ho avuto ragione, ma non è una consolazione. Questi erano posti tranquilli, non succedeva niente, si stava davvero meglio-. Bacchin la lezione la conosceva bene. Perché vicino a Mira c'è Dolo, e proprio 11 cominciarono i guai, quando negli Anni 70 qualcuno ebbe la bella idea di mandarci il si¬ gnor Salvatore Contorno, per gli amici Totuccio. Dopo di lui venne Antonio Badalamenti, nipote di don Tanu, un mammasantissima. La Riviera del Brenta si trasformò in fretta, diventò il crocevia del traffico ui droga, del riciclaggio di soldi sporchi dei casinò. Oggi, i sindaci si ritrovano quest'eredità triste, -questa minaccia per la comunità'. come la chiamano. E poi tutti gli altri problemi. Paolo Ruzzene. Annone Veneto: -Ogni mattina me lo trovo fuori dall'ufficio, me l'hanno mandato e dei'ofare tutto io. Alloggio, vitto, proteste. Tutto. Il mio é diventato un ruolo penoso, massacrante, lo Stato delega troppo... Renato Gatto. Castagnaro: -Noi al nostro trovammo un alloggio vicino alle scuole elementari, giusto due stanze e i servizi. Per risposta i genitori non mandarono più i loro bambini a scuola-. Si chiamava Angelo Mesiano. il confinato: un giorno, i carabinieri lo trovarono fuori zona, lo arrestarono e lo spedirono via. I bambini tornarono a scuola. A Piazzola sul Brenta. 11 mila abitanti, i confinati sono tre. E uno ha il macchinone, la villa, i solai: all'ap¬ parenza nessun problema. Ma a Gazzo Padovano. Claudio Tumulello e arrivato con la corriera da Montecassino, dice di non avere il b»cco d'un quattrino, dice d'essere innocente e che lo Stato deve provvedere. Pompeo Fiori, il sindaco, l'ha sistemato nell'alloggio del segretario comunale, che e in ferie. Adesso il segretario rientra dalle vacanze, e vorrà stare almeno a casa sua. da solo. Gli ultimi casi scottanti sono quelli di Sanguinetto e Bardolino. Giulio Accordi, sindaco di Sanguinetto. si ribella perché loro un presunto malioso ce 'hanno già. basta e avanza, dice. -Se ne arnia un altro, non solo la giunta si dimetterà al completo, ma prima sfratto i carabinieri dalla caserma». V-altro» che deve arrivare è Nunzio Giuliano, nipote del boss di Forcella. A Bardolino, invece, è staio destinato Giuseppe Piromalli, pezzo da novanta della 'ndrangheta. Bardolino. 4 nula abitanti, e un bel posticino sul lago di Garda, un milione di turisti all'anno. Altro che confino. - Questa è villeggiatura, ma come le decidono le misure'''. Pierangelo Sapegno