Missirolo-Tognazzi: un divorzio violento di Osvaldo Guerrieri

Missirolo-Tognazzi: un divorzio violento Il primo scandalo teatrale dell'88; la clamorosa rottura a Pistoia, durante le prove dell'Avaro Missirolo-Tognazzi: un divorzio violento Ufficialmente, il regista ha abbandonato lo spettacolo per una lombosciatalgia, ma la causa reale è una serie di incomprensioni con Fattore che, tra litigi sull'impostazione, sulla traduzione e sulle scene, ha avuto anche una crisi di pianto - Dice Missiroli: «Ero impreparato a questo incidente, ma non potevo mandare il lavoro allo sbaraglio; per me è stato un atto di legittima difesa» TORINO — E' esploso il primo scandalo teatrale del : 1988. Pòrta la fuma di Ugo ! Tognazzi e di Mario Missiro£ là che, impegnati dall'8 di'• cembre nella preparazione ; dell'Avaro di Molière, 11 cui debutto era previsto al Man' zòni di Pistoia il 20 gennaio, hanno clamorosamente e Inaspettatamente spezzato ! il sodalizio. Motivo ufficiale, • un attacco di lombosdatal; già che ha costretto il regi! sta all'abbandono. In realtà, ; si- dice da più parti, una pro; fondissima incomprensione ;tra i due, l'impossibilità di ! trovare una comune base di ! lavoro, un estenuante lavo: rio di concessioni e di nega; zioni che avrebbe frantuma! to un rapporto difficile, logo' rq.fin dall'inizio. ' Stranamente. Poiché l'accoppiata Tognazzi-Misslroll ; è nata sotto 1 migliori auspi■ ci. L'attore e 11 regista ave ; vano già lavorato insieme <nel '74 con ottimi risultati. ; Avevano messo in scena ; Tartufo di Molière e cerca; vano, sollecitati dal produttore Lucio Ardenzi, una ! nuova collaborazione. Men! tre Tognazzi era impegnato (l'anno scorso a Parigi nelle ; recite in francese dei Sei ■personaggi in cerca d'autore, .' Missiroli gli aveva offerto ' Entertaincr di Osborne, un 'testo che ha al proprio centro un intrattenitore di va'lieta, un'idea che, all'epoca, "Missiroli trovava carina poiché si adattava bene alle origini artistiche di Tognazzi. Ma lui, letto 11 copione, lo aveva trovato troppo anglosàssone e aveva chiesto al regista di cercare qualcosa di più lontano, un classico, ^t/jpotesi dell'Avaro lo trovò .entusiasta, anche perché lo aveva visto recitare da Michel Serrault, con cui aveva lavorato nel film II vizietto. Comincia il lavoro di pre . parazione. Missiroli dice ad Ardenzi di voler preparare lui la traduzione e le scene , per. ragioni di .omogeneità artistica, spiegano,, oggi i suoi collaboratori. La proposta viene accettata. Pèrsone vicine al regista rivelano che, nello scorso aprile, tornato da Parigi, Tognazzi invita Missiroli-nella sua casa di Velletrl per parlare del progetto. Missiroli illustra la sua idea di regia e la scenografia, consegna a Tognazzi e ad Ardenzi la traduzione. Qualche giorno dopo, il produttore dà U placet alla traduzione: «Va benissimo — dice — anche se* è un po' asciutta». Pure Tognazzi fa sapere la sua opinione: «Bella, anche se ni pare un po' asciutta; ne riparleremo: Sembra, che non se ne sia parlato fino a novembre. Sembra che a Tognazzi dispiacessero certi tagli sui personaggi secondari («/o lavoro di rimessa»). Si ripristina molto, di ciò che è stato espunto, l'accordo sembra perfetto, cominciano le prove a tavolino e i guai. Tognazzi vede il modellino della scena e gli sentono dire: « Bella, ma è diversa da come me l'avevi raccontata, non è astratta, è un salotto. A proposito, bisognerebbe riaprire un taglio. Anzi, voglio rivedere tutta la traduzione». Che cosa non andava? Sembra che l'attore fosse rammaricato dall'assenza di parole come •onore, e «passione». Per la prima volta Missiroli minaccia di abbandonare le prove, ricordano quelli della compagnia che diventano sempre più costernati. Missiroli è convinto a restare. Monta in tutta fretta lo spettacolo, perché Tognazzi vi si senta inserito, veda l'omogeneità tra scenografia, traduzione, costumi e abbandoni i suoi perplessi turbamenti. Ma sembra tutto inutile, poiché l'attore ha da ridire su tutto, sui movimenti, sui costumi. La temperatura sale, ogni momento delle prove diventa uno scontro. Il 31 dicembre, pare che Missiroli abbia detto: *Ugo, io vado, via, perché questo spettacolo non viene né carne né pesce. Non è più il mio e non sarà il tuo spettacolo». Interviene Ardenzi, che cerca di riportare Tognazzi alla ragione e all'obbedienza. Sembra sia arrivata que< sta risposta: «Qui ci sono tre persone che non vanno bene: il regista, il traduttore e lo scenografo». Tuttavia si dichiara disposto ad obbedire, Ma il giorno dopo, altre contestazioni. Il 5 gennaio cominciano le prove a Pistola, ma il dissidio tra attore e regista non si placa. S'alimenta di tutto, anche di pretesti Risultato: Tognazzi butta via ogni battuta. Alla domanda: perché non vuoi re citarla? scoppia a piangere, singhiozza. Alla ripresa delle prove, un inciampo. L'attore arriva a un mobile dove lui voleva un cassettino che non c'era ragione ci fosse. •Qui mi era stato promesso un cassettino». A questo punto, senza dire, una^parola, Missiroli sale In macchi¬ na e va via. Un comunicato stampa annuncia poi che, per un attacco di lombosciatalgia, ha dovuto abbandonare lo spettacolo che tuttavia prosegue sotto la direzione di Lucio Ardenzi. La situazione è gravissima, anche perché, con l'abbandono di Missiroli, Tognazzi può infirmare tutto, far saltare lo spettacolo e innescare l'onerosissimo meccanismo delle penali. A meno che l'attore non firmi una lettera con cui accetta scenografia, traduzione, costumi e musiche. Sabato sera ha firmato. Su questa storia complessa, a tratti contraddittoria, il regista Missiroli non vuole esprimere un'opinione. L'abbiamo incontrato in un campo da tennis, al termine di un sudatlsslmo match con un amico. Ma come... E la sciatica? • Una malattia diplomatica, provocata da profondi dissensi di carattere artistico e personale con Tognazzi. Ero assolutamente Impreparato a questo incidente, perché in passato avevamo lavorato benissimo insieme. Oggi sono molto contento, perché ho retto finché ho potuto, ma non sono abituato a mandare i miei spettacoli allo sbaraglio con la mia testimonianza. Ho lasciato: per me è stato un atto di legittima difesa». Eravate su posizioni cosi inconciliabili? •Proprio cosi. Ci eravamo parlati, gli avevo raccontato la mia impostazione registica, gli avevo dato la mia traduzione addirittura in aprile. Ci sono stati tutti i mesi necessari perché la crisi non avvenisse durante le prove». Ma Tognazzi voleva fare questo spettacolo? • Voleva fare L'avaro senz'altro, ma non questo spettacolo». Elei? •Io sto facendo il malato immaginario . Osvaldo Guerrieri Missiroli: «Mi sono difeso»

Luoghi citati: Parigi, Torino