ECONOMIA

Sarà l'anno del computer Usa Washington punta sulF88: con il calo della valuta parte al contrattacco Sarà l'anno del computer Usa Il ministro del Commercio prevede un aumento delle vendite del 20% - Per l'IBM una crescita del 10 - In vista una rivoluzione tecnologica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il ministero del Commercio Usa è ottimista: l'88 dovrebbe essere un anno «boom» per l'elettronica americana, uscita nell'87 dalla sua crisi più grave e responsabile finora di uno dei massimi deficit commerciali di settore. Resi concorrenziali dal deprezzamento del dollaro, oltre 11 50 per cento in tre anni nei confronti dello yen e del marco, 1 computer Usa, dalla Ibm alla Apple, dovrebbero spopolare non solo in patria ma anche all'estero. -Da essi ci aspettiamo una rivincita negli scambi soprattutto col Giappone*, ha dichiarato il pugnace ministro Verity. Le proiezioni sono di un aumento delle vendite fino al 20 per cento, il ritmo d'espansione a cavallo dell'80, prima che l'elettronica passasse dalla fase pionieristica a quella Industriale vera e propria. Non mancano però i miscredenti. Uno è John Akers, il presidente della Ibm, il gigante del settore, con un fatturato annuo di 51 miliardi di dollari, cinque volte tanto il rivale più vicino, la Unisys, nata dalla fusione tra la Sperry e la Burroughs. 'Dovremo ritenerci soddisfatti dell'8-10 per cento-, ha detto Akers. Da che cosa nasce questa discrepanza di giudizi, in un momento comunque di netta ripresa? In parte, dal fatto che in Verity parla il politico, un uomo cioè reso euforico dalla vittoriosa offensiva di aprile contro i chips giapponesi, bloccati da Reagan con le sanzioni economiche, e dall'aumento della domanda mondiale di computer, mentre in Akers parla invece il tecnico, più consapevole delle incognite insite in due grandi rivoluzioni in atto, quella dei superconduttori e delle cosiddette working station, o reti di computer. Mentre il ministro annuncia la restituzione dei colpi di karaté ricevuti da Tokyo, il presidente della Ibm anticipa -un periodo di rinnovamento-. Che per l'elettronica americana sia giunto il momento non solo del raccolto ma anche di una nuova semina, lo conferma Carroll Purcell, uno storico della scienza californiano. -Finora-, ha dichiarato Purcell. -l'elettronica s'è sviluppata con le scoperte e le tecniche degli Anni Settanta. Ma adesso i super¬ conduttori stanno per rendere molto più potenti i chips, e le working station'stanno per soppiantare alcuni tipi di main frame, i cervelloni centrali-. In questa metamorfosi, l'Ibm è in prima linea. Ultimamente, il colosso non ha avuto anni felici — sono diminuiti i suoi profitti — tanto che Fortune lo ha tolto dalla graduatoria annuale delle aziende più ammirate d'America. L'Ibm ha incontrato serie difficoltà nella rincorsa della Apple nel campo dei computer personali e ha inoltre visto crescere la concorrenza della Digital, della Compap e di altre ditte nel computer di potenza e dimensioni medie per l'industria. Solo nei main frame ha mantenuto una condizione di semimonopolio. Ma essa è ora minacciata dalle reti di computer medi, enormemente più veloci e sofisticati che in passato, che vengono montate dalla concorrenza. John Akers ritiene che per questi e altri motivi l'industria elettronica americana sia alla vigilia di un trauma¬ tico processo di fusioni in cui, aggiunge, interferirà il Pentagono -per ovvie ragioni di sicurezza nazionale-. Il presidente della Ibm paragona l'attuale momento degli elaboratori a quello della concentrazione dell'industria dell'auto prima della guerra e dei giornali subito dopo. L'88, annota, si è aperto con l'annuncio dell'acquisto del 20 per cento della Microsoft da parte della ATT e del tentativo della Prime Computer di assorbire la Computervislon. -E' un processo inevitabile*, commenta, «da cui noi abbiamo la certezza di emergere personalmente ancora più forti-. Al di là deUe differenze di valutazioni sull'88, il ministro Verity e il supermanager concordano comunque su due punti cruciali: che la scienza computeristica americana ha segnato progressi cosi spettacolari da dissipare i timori nati in vista della quinta generazione di computer giapponesi e che essa viene finalmente protetta -dalla concorrenza illecita-, dice Verity, da un governo deciso a preservare il suo patrimonio tecnologico. L'America resta in testa ai main frame come alle working station e alle ricerche sull'intelligenza artificiale e sui computer che vedono e reagiscono al linguaggio umano. Il Pentagono inoltre ritrova nel settore elettronico la funzione di mecenate che svolse egregiamente in quello aerospaziale. Ha persuaso la Casa Bianca a impedire la trasmissione agli alleati dei segreti dei superconduttori; a creare un consorzio per i chips, in modo da non dover dipendere dal Giappone per le armi atomiche, i cacciabombardieri e i satelliti spia più potenti; a stanziare massicci fondi governativi per le università e a proibire le fusioni tra le ditte staniere e quelle americane più importanti, come è accaduto alla giapponese Fujitsu con la Fairchild. Il Pentagono è il principale fruitore di supercomputer Cray, costruiti da un gruppo di geni, dice sempre Verity, uno dei quali è appena passato alla Ibm. Le ultime vicende della Borsa hanno però introdotto una grave incognita nel panorama dell'industria elettronica americana nelV88. Le azioni delle principali società, compresa l'Ibm, hanno subito alti e bassi impressionanti. Come le auto, cosi i computer sono i più esposti a una recessione. Se l'economia Usa entrasse in crisi, l'espansione del settore si paralizzerebbe. Non farebbe più effetto il deprezzamento del dollaro negli ultimi tre anni che, ha osservato l'ex governatore della Riserva Federale Volcker. è equivalente a un dazio del 5 per cento contro i prodotti tedeschi e giapponesi. Ennio Caretto ti

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